Il futuro dei carburanti sintetici

Da tempo si parla di effetto serra. Il surriscaldamento globale è un problema evidente. Le mezze stagioni stanno sparendo e stiamo imparando a convivere con fenomeni atmosferici che senz’altro avevano poco a che fare con le nostre latitudini. Il problema era stato intuito da analisti e specialisti già anni fa ma non era ancora tangibile e sotto gli occhi di tutti come oggi. D’altra parte un solo grado in più a livello mondiale può provocare veri e propri disastri e l’anidride carbonica (CO2) è fra i gas che contribuiscono a intrappolare il calore del sole e gli impediscono di disperdersi nello spazio. L’attività umana contribuisce al suo accumulo e aumenta di conseguenza il riscaldamento globale. 

Proprio per questo motivo costruttori automobilistici e governi stanno operando un cambiamento tecnologico nel mondo della mobilità per ridurre l’impatto ecologico delle quattroruote e non solo. In questi giorni a Monaco di Baviera, in Germania, si è tenuto lo IAA (www.iaa-mobility.com), una manifestazione dedicata a presentare al mondo le novità di prodotto e lo stato dell’arte della mobilità.

«What will move us next» ovvero «che cosa ci muoverà prossimamente» è lo slogan dell’edizione 2023. Proprio da Monaco arriva una soluzione possibile per la riduzione del CO2. Porsche, insieme a Volkswagen Group Innovation, alla società specializzata in e-Fuel HIF Global e a MAN Energy Solutions sta valutando la possibilità di integrare un impianto per l’estrazione di CO2 con la «cattura diretta dall’aria» (DAC) all’interno del sito pilota di produzione e-Fuel in Cile. Ma cosa sono gli e-Fuel? Si tratta di carburanti sintetici «carbon neutral» che potrebbero «salvare» le auto a benzina che sembrano destinate a estinguersi entro il 2035, anno in cui la normativa europea imporrà la vendita di auto nuove solo a zero emissioni. Ecco allora un carburante che viene prodotto combinando chimicamente idrogeno che viene ottenuto per elettrolisi dall’acqua e anidride carbonica. Attenzione però, affinché i carburanti sintetici siano davvero a zero emissioni di CO2 occorre che tutto il processo di produzione dell’idrogeno e dell’anidride carbonica avvenga tramite fonti di energia rinnovabili come quella solare, eolica, geotermica, idrica o dalle maree. E così si avrebbe l’energia elettrica «pulita» necessaria per la produzione dell’idrogeno.

Porsche ha trovato il modo di ottenere CO2 estraendolo dall’aria. Come? Per estrarre il CO2 dall’atmosfera, prima di tutto l’aria ambientale viene depurata dalle particelle di sporco di grandi dimensioni e convogliata verso una sorta di materiale filtrante simile a un ciottolo. Il CO2 che vi si deposita viene quindi estratto dal materiale e raccolto in forma altamente purificata in appositi serbatoi per essere successivamente utilizzato come materia prima. L’acqua, un potenziale sottoprodotto, viene drenata. Poi nell’utilizzo dell’e-Fuel nei motori a combustione interna verrebbe riemessa la stessa quantità di CO2 legata alla creazione del carburante stesso. «Per rallentare il riscaldamento globale è essenziale ridurre le emissioni ed eliminare il CO2 dall’atmosfera», ha dichiarato Michael Steiner, Membro del Consiglio di Amministrazione con delega per la Ricerca e lo Sviluppo di Porsche AG. «Secondo noi, la DAC è una nuova tecnologia molto importante per il futuro, per l’estrazione di energia e, in particolare, per il clima», ha aggiunto Barbara Frenkel, Membro del Consiglio di Amministrazione responsabile degli Approvvigionamenti di Porsche. «Il CO2 pura può essere utilizzata per i processi industriali oppure stoccata permanentemente nel terreno».

L’elettricità per il sistema di filtraggio potrebbe essere generata presso il sito pilota di e-Fuel di Haru Oni con le pale eoliche, quindi da una fonte rinnovabile. Il calore necessario potrebbe essere fornito dal processo di generazione dell’idrogeno dello stabilimento di e-Fuel. Nella fase pilota dello stabilimento è prevista una produzione di e-Fuel fino a 130.000 litri all’anno. Inizialmente, il carburante sarà utilizzato nei cosiddetti «progetti faro», ad esempio nella Porsche Mobil 1 Supercup e nei Porsche Experience Center. Il sud del Cile garantisce le condizioni ideali per la produzione di e-Fuel, grazie alla presenza di forti venti che soffiano per circa 270 giorni all’anno e che consentono il funzionamento a pieno regime delle turbine eoliche. Porsche ha già investito oltre 100 milioni di dollari nello sviluppo e nella produzione di e-Fuel.

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