Dall’equitazione alla tre ruote agonistica

by Claudia

Altri campioni / Celine van Till è alla sua terza carriera come sportiva d’élite e ora sogna l’oro paralimpico

Il lago Lemano da una parte, i vigneti dall’altra. Lo stesso scenario, tutto l’anno, ritoccato soltanto nei suoi colori, al passo con le stagioni. Sul palcoscenico la protagonista è sempre lei, Celine van Till, giovane 32enne ginevrina.

Quei sentieri, quelle strade, e quelle colline che fanno da sfondo alla città di Calvino, lei, van Till, le conosce bene. Le ha percorse e attraversate dapprima a cavallo, poi a corsa e ora in bicicletta. Un buon passatempo, certo, ma non solo, non per van Till, che sta vivendo la sua terza vita come sportiva d’élite.

«Da piccola ero molto attratta dall’equitazione» ci racconta van Till. «Ero una bambina introversa e poco affine agli sport di squadra. Eccomi quindi approdare all’ippica». Celine van Till inizia a cavalcare all’età di sei anni e qualche anno dopo riceve il suo primo pony. Grazie al grande talento, entra prestissimo nel mondo delle competizioni.

«Fin dall’inizio il mio pony mi ha motivata a dare sempre il massimo e a superare me stessa. Negli anni ho raggiunto quell’armonia uomo-animale necessaria per avere successo nel dressage e nel salto ostacoli». I risultati si susseguono e all’età di 12 anni entra a far parte della squadra nazionale juniores. «Il mio obiettivo era andare alle Olimpiadi! Era un periodo bellissimo, stavo “vivendo la vita al massimo” ignara di cosa mi avrebbe riservato il futuro», ci racconta Celine van Till.

Poi, l’incidente, avvenuto durante un allenamento in Germania, quando la ginevrina puntava a partecipare per la prima volta ai Campionati europei. Il cavallo si impenna e la fa cadere violentemente al suolo. Il cavallo le cade addosso e van Till rimane intrappolata sotto il suo peso. La diagnosi è severa: grave trauma cranico. Subito viene operata per fermare l’emorragia. Celine van Till rimane in coma per un mese.

«Al mio risveglio, mi sono sentita imprigionata nel mio corpo. Non potevo camminare e non riuscivo a parlare – ci spiega Celine van Till. L’equilibrio era precario e vedevo male. Grazie alla riabilitazione, molto intensa soprattutto durante il primo anno, e attraverso lo sport e all’equitazione, ho potuto riapprendere e recuperare una buona parte delle mie capacità. Ancora oggi vedo nello sport un grande strumento per il continuo recupero delle mie capacità motorie. E più la mia salute migliora, più mi sento motivata. Più mi alleno, più cammino con sicurezza e meglio gestisco le mie energie».

Celine van Till si rialza e rimonta di nuovo in sella. Per sette anni fa parte della squadra paralimpica svizzera di equitazione e partecipa ai Giochi paralimpici di Rio del 2016. Poi decide di affrontare una nuova sfida: imparare di nuovo a correre. Passa quindi all’atletica leggera (100 e 200 metri). «Ho dovuto imparare da zero i movimenti della corsa, che avevo dimenticato dopo l’incidente» spiega van Till. «Quello che invece era rimasto quasi come prima dell’incidente erano le fibre muscolari veloci, che mi hanno permesso di correre i 100 metri in meno di 15 secondi». Poi però van Till cade proprio durante uno sprint, rimane ferma per alcuni mesi e decide di mettere fine alla sua carriera agonistica. Ma solo per poco tempo.

È l’inizio della sua terza vita agonistica. Il ciclismo. Da più di un anno e mezzo il suo rituale giornaliero è lo stesso: preparazione delle bevande, controllo della pressione delle ruote, regolazione dei freni e del cambio. Ogni dettaglio conta per migliorare la prestazione. Questa mattina è in programma un allenamento di resistenza. Celine van Till si allena con una bicicletta a tre ruote. «Appena pochi mesi dopo l’inizio di questa mia nuova passione, il tecnico della nazionale di paraciclismo è venuto a cercarmi; aveva individuato il mio talento per questa disciplina. La bicicletta a tre ruote mi ha conquistata: non mi sono mai sentita insicura per le mie difficoltà di equilibrio e di coordinazione. Al contrario, il mio tre ruote mi dà libertà! Apprezzo la possibilità di “dare il massimo” e di andare “al limite delle mie capacità”, cosa che nessun’altra disciplina mi ha mai permesso di fare, ed è questo che mi ha sedotto».

Lo strumento che le permette di rinascere la terza volta, sportivamente parlando, è un triciclo: «Nel mondo paralimpico, nella disciplina del ciclismo – spiega van Till – esistono diverse categorie in cui gli atleti si confrontano utilizzando biciclette adattate in modo diverso a dipendenza del tipo di disabilità. Ad esempio le persone con una paraplegia gareggiano con le handbike, mentre le persone con difficoltà di equilibrio, come nel mio caso, utilizzano una bicicletta a tre ruote. La categoria in cui gareggio si chiama WT2 ed è composta principalmente da donne con patologie neurologiche».

Vigneti con salite e altrettante discese. Percorsi invece più pianeggianti e dolci che costeggiano il lungolago. La campagna ginevrina rimane la palestra a cielo aperto di Celine van Till. «Attraverso il ciclismo ho avuto la possibilità di conoscere meglio la regione. Ho scoperto molti posti bellissimi e questo è stato un ulteriore incentivo molto importante per continuare ad allenarmi con determinazione. Spesso vado a pedalare a Le Salève, la bellissima montagna vicino a casa mia. Altre sessioni, le svolgo invece sull’home-trainer, in sala pesi o al velodromo, soprattutto in inverno. Complessivamente, trascorro circa quindici ore alla settimana di allenamento in sella alla mia bicicletta, senza dimenticare le terapie e i trattamenti per il recupero dopo l’attività sportiva».

Un grande impegno, dunque, quello di Celine van Till. Ma anche tanta soddisfazione. In occasione dei recenti Campionati di ciclismo svoltisi a Glasgow, in Scozia, dal 3 al 13 agosto, la ginevrina ha conquistato la medaglia d’oro nella cronometro, e nella gara su strada si è messa al collo la medaglia di argento. Un risultato che è stato preceduto dal titolo di vincitrice della Coppa del mondo nel 2022 e 2023 e dal doppio oro ai Campionati europei nel 2022 e 2023.

E ora si fa strada il prossimo obiettivo, ovvero le Paralimpiadi di Parigi 2024. Quattro stagioni per affinare la preparazione, e un solo traguardo. L’oro!

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