Il «grande padre Reno», cantato dai poeti, è il terzo fiume d’Europa dopo il Danubio e il Volga. Congiunge le Alpi con il mare del Nord: seguirlo è conoscere e attraversare l’Europa. Passa il confine di sei Stati: Svizzera, Liechtenstein, Austria, Francia, Germania e Paesi Bassi; è frontiera naturale, punto di demarcazione e confine politico strategico.
Dai tempi di Augusto, il controllo e il possesso delle sue rive (destra e sinistra) sono sempre stati contesi; grandi città e aree industriali sono fiorite sulle sue sponde. Origina sul massiccio del San Gottardo; alla sua sorgente sono due piccoli corsi d’acqua – indicati dai geografi come Vorderrhein, Reno Anteriore (che sgorga nei pressi dell’Oberalppass), e Reno Posteriore, Hinterrhein, (presso il ghiacciaio dell’Adula) – che scendono rapidi e si uniscono per formare il Reno Alpino. Qui inizia il suo grande cammino. Navigabile dalla notte dei tempi, costeggia il Liechtenstein e attraversa un breve tratto di territorio austriaco, entra ed esce nel lago di Costanza, e prosegue a Ovest. La navigazione è poi costretta a interrompersi fra il lago di Costanza e Basilea, siamo tra Neuhausen am Rheinfall, nel canton Sciaffusa e il piccolo villaggio di Laufen-Uhwiesen, nel canton Zurigo.
Le cascate
È qui che incontriamo le celebri cascate (Rheinfall). Sciaffusa sta a due passi, con la sua allegria, gli incantevoli affreschi medioevali della città vecchia, le graziose piccole fontane. La roccia calcarea del fondale dove il fiume scorre si spezza, si scioglie in un pietrisco, il Reno, reso impetuoso dai molti affluenti che ha raccolto.
Ha ormai un bacino di almeno 150 metri cubi quando incontra un enorme dislivello, soprattutto in estate quando i ghiacciai si sciolgono, centinaia di metri cubi d’acqua al secondo precipitano nel vuoto per 23 metri, infrangendosi sulle rocce. Le due sponde delle sue cascate appartengono a cantoni diversi, una riva sciaffusana e una riva zurighese. Una grande roccia millenaria al centro delle stesse segna questo confine. Qui, ogni giorno i ragazzi di un cantone attraversano a piedi una lunga passerella sul Reno per frequentare la scuola nel cantone vicino.
Castelli e fortezze
Sulla riva sciaffusana si trova il piccolo castello-fortezza di Wörth, un tempo dogana e scarico per le imbarcazioni che dovevano interrompere percorso e navigazione; i battellieri del Reno scaricavano qui le merci che avrebbero poi ripreso. Dal lato opposto, sulla riva zurighese, sopraelevato sulle cascate sorge il grande medioevale castello di Laufen. Opportunamente ingrandito e restaurato nell’Ottocento, ospitava i nobili e i grandi ricchi per soggiorni e prestigiose feste con vista sulle cascate. In quell’epoca era nascente il settore alberghiero ma solo per le classi nobiliari, ancora doveva nascere il turismo di massa che ogni anno porta qui due milioni di persone a inquadrare beatamente le cascate con il telefonino.
Gite e battelli
Sono molti i mezzi per avvicinarle: vi è la fermata della linea ferroviaria che passa su un ponte vicino; dal castello di Laufen un sentiero e degli ascensori portano a delle piattaforme panoramiche che dall’alto guardano direttamente sulle acque, dove le persone si affacciano rapite e sembrano non volersi mai ritirare; ci sono gite in battello lunghe e brevi da Sciaffusa, e, per i coraggiosi ed esperti – quando è consentito – vi è anche il noleggio di barche o canoe. Piccoli battelli con brevi traghetti aggirano il bacino, con abili mosse ti portano sotto le cascate, a un passo dalle impetuose acque che compiono tre giganteschi balzi mentre precipitano, facendoti arrivare addosso gli spruzzi dell’acqua che ti impediscono di guardare come vorresti, mentre una fresca nebbia ti avvolge, nuvole bianche si sollevano attorno, la temperatura si abbassa rapidamente e il battello che ti ha portato a un metro dalla cascata con una sapiente manovra, purtroppo, indietreggia subito e gira altrove. La massa delle acque ha un suono che non hai mai ascoltato prima. Dal battello ti accorgi di grossi cavedani che navigano vicino a riva, la forza dell’acqua impedisce loro di avvicinarsi alle cascate e superarle; solo le anguille, che vengono da lontano, le risalgono ai lati.
Nell’Ottocento, in questo bacino, la pesca ai salmoni era ricchissima. Sarà un caso ma al ristorante di Sciaffusa hai l’impressione che ti offrano subito il salmone. Se invece osservi la superficie ti accorgi che l’acqua è schiumosa e con larghe bolle bianche che fanno sospettare un certo tipo di inquinamento, mentre è solo il prodotto dell’erba saponina (Saponaria officinalis) – un tempo componente principale dei detersivi – che qui cresce in gran quantità.
Superate le cascate, il grande Reno prosegue il suo maestoso corso, passa cinque ponti, attraversa e divide Basilea, da tempi lontani un grande sbocco delle merci verso i principali porti del mondo, segna il confine tra Francia e Svizzera e Francia e Germania, percorre la valle del Reno e la meravigliosa Foresta Nera, passa Bonn, Strasburgo, Rotterdam; sempre diretto a Nord, raggiunge il confine olandese e finalmente sfocia nel mare.
Arcobaleni e leggende
Raccontano che le ore migliori per ammirare le cascate siano quelle del primo mattino o del crepuscolo, quando i raggi del sole creano fantastici arcobaleni cangianti fra gli zampilli d’acqua. Goethe, che le amava molto, le aveva paragonate alle vicissitudini della vita; anche la luna piena sembra creare magici effetti. Non manca una leggenda: nelle notti di tempesta, pare si senta risuonare fra i flutti un grido. Pare che un pescatore aveva raccontato di essersi addormentato sulla barca al di sopra della cascata e di essersi risvegliato più in basso, in preda a sogni angosciosi. Tale racconto aveva incuriosito uno straniero che in seguito aveva chiesto al pescatore di ripetere l’esperienza, che finì però in tragedia giacché naufragarono.
Nel periodo natalizio le cascate sono gioiosamente illuminate.
Sopra le acque la bandiera rossocrociata sventola sempre, in ogni momento le protegge, protegge il Reno e il suo percorso.