Viale dei ciliegi

R. J. Palacio, Pony, Giunti (Da 12 anni)

Dopo Wonder, clamoroso successo internazionale (riverberato anche sul film, del 2017, con Julia Roberts), ecco un nuovo romanzo della Palacio, ben tradotto in italiano da Mario Sala Gallini. Stavolta l’autrice ci porta nel Far West, nel 1860. Si parla di schiavisti e abolizionisti, si parla di cercatori d’oro, ma più ancora si parla di storia della fotografia, che proprio in quegli anni si affermava a livello popolare, con i meravigliosi dagherrotipi, e tutto il fascino di una scienza che sembrava magia. Ma soprattutto si parla di un ragazzo, Silas Bird, alla ricerca avventurosa, tra boschi, rocce, paludi, cascate e caverne, di suo padre, Martin Bird, calzolaio di professione ma fotografo per passione. Un fotografo geniale, profondo conoscitore delle scienze chimiche, e un padre amorevole, in grado di crescere al meglio il suo bambino, dopo la morte della moglie. Questa figura materna assente è però molto presente, nei pensieri di Silas, che ha una speciale capacità di vedere l’invisibile: infatti, nel suo periglioso viaggio alla ricerca del padre sarà accompagnato da un ragazzo, suo amico da sempre, il quale però è un fantasma. Non un amico immaginario, ma proprio un fantasma, così come fantasmi – persone non ancore pronte a congedarsi del tutto da questo mondo – sono altri intensi personaggi del libro. E la scienza fotografica in fondo è una metafora di tutto questo, ed è lo stesso Silas, io narrante a posteriori della sua intensa avventura infantile, ad affermarlo: «Ancora oggi, e sono passati tanti anni, non posso sentirmi troppo triste per il passaggio delle anime tra i mondi, perché so com’è, come vanno e vengono per noi attraverso i secoli, nelle nostre esistenze. Non è molto diverso dai ferrotipi di papà, questo ho capito. Non vediamo le immagini finché la luce del sole, o qualche altro misterioso fattore, non dà forma all’invisibile. Ma sono lì». E c’è molto altro, ancora, in questo così denso romanzo: Fénelon, l’Odissea, banditi, sceriffi, crimini, violini, libri antichi, cavalli, soprattutto il Pony del titolo, creatura misteriosa, forse un po’ ibrida tra i mondi, il quale, come il giovane fantasma, accompagnerà Silas, novello Telemaco, alla ricerca del padre.

Landis Blair, La coperta di stelle, Feltrinelli (Da 4 anni)

È sicuramente un omaggio al Paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, celebratissimo classico che ora compie sessant’anni, ma là al centro c’era la rabbia di Max, quel furore di bimbo «sopra le righe» che finiva per scatenare la ridda fantastica con i mostri, qui invece siamo nell’ambito di una storia della buonanotte, e il fulcro è piuttosto il mondo fantastico che si cela sotto la coperta del lettino di Watson. Una normale coperta a quadrettoni può diventare un portale verso mondi meravigliosi, e in questo senso viene in mente piuttosto un bel libriccino di Cecco Mariniello, La tana in fondo al letto, edito più di vent’anni fa da Emme e ora purtroppo fuori catalogo, anche se la sua freschezza sarebbe tuttora vividissima. Landis Blair è un giovane autore/illustratore americano noto finora per le sue storie dark, ma questo è il suo primo albo illustrato e qui di dark c’è solo l’ambientazione notturna, espressa anche dai colori scuri, tra la cameretta di Watson e il mondo fantastico che si dipana ai suoi occhi, man mano che si inoltra sotto la coperta, guidato da un manto di stelle che brillano per lui, indicandogli il sentiero da percorrere. Watson non riesce a dormire, pensa ai mostri che potrebbero nascondersi nel buio, ma quando arriva nella foresta, sotto le stelle, incontrerà tanti mostri gentili, che giocheranno con lui, e lo inviteranno a proseguire il suo viaggio. Ogni tappa è scandita dal refrain «e dato che Watson non aveva sonno…», ironicamente contraddetto dal suo faccino sempre più assonnato, finché finalmente egli riemergerà dalla coperta (insieme al suo gattino di pezza, fedele e rassicurante compagno del mondo di Qua in tutta l’avventura di Là) e potrà addormentarsi tranquillamente, mentre i simpatici mostri lo saluteranno, avviandosi pian piano a tornare verso il loro Altrove.

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