Con cavallo o senza? Questo, il dilemma

by Claudia

Nuovi sport - Ogni anno, trecento praticanti su diecimila attivi nel mondo, corrono in Finlandia per contendersi il titolo di campione di Hobbyhorse

Gli ostacoli possono essere diversi, e talvolta non sono fisici. Quando ci si ritrova da soli ad affrontare situazioni difficoltose, un buon rifugio potrebbe trovarsi in un sentimento, magari coltivato e tenuto vivo da una passione che pratichiamo. In tale riflessione potrebbero riconoscersi alcuni dei tanti atleti che praticano l’Hobbyhorse. Anche detto Hobbyhorsing, è una disciplina sportiva che prevede vere e proprie sfide in un contesto considerato «equestre» date le specialità nelle quali ci si può esprimere (ovvero il dressage e il salto a ostacoli). Tuttavia ci permettiamo di notare che l’assenza dell’animale potrebbe farci pensare all’Hobbyhorse più come a una variante dell’atletica o, in un certo senso, anche dell’attrezzistica, visti i movimenti che vengono eseguiti dopo aver familiarizzato con un attrezzo.

Ma veniamo allo sport in sé: l’Hobbyhorse prevede in pratica una corsa a ostacoli con un cavalluccio di pezza, il cui dorso è rappresentato da un bastone che viene trattenuto dalle gambe dell’atleta. Stessa modalità vale per le figure del dressage che richiedono grande eleganza nei movimenti, non più di un cavallo, ma della pseudo-amazzone, che in buona sostanza lo sostituisce nelle fatiche.

Potrebbe strappare un sorriso amaro ai cavallerizzi, l’intento della divulgazione mediatica che lo promuove appunto come sport equestre. Ma è certo che l’idea dei praticanti dell’Hobbyhorse non è screditare o svalorizzare e nemmeno sostituire l’importanza del rapporto secolare che si è instaurato tra uomo e cavallo, e che trova buona espressione nei reali sport equestri. Certo, una sensibilità estremamente ambientalista pare difendere il ruolo dell’Hobbyhorse quale degno sostituto di una disciplina che alcuni vedono come «sfruttamento» dell’animale, essendo a tutti gli effetti uno sport cruelty free (privo di crudeltà). Vista l’esponenziale sensibilizzazione al tema, non risulterebbe una novità compiere una scelta basata su un criterio di questo genere.

Il rischio

Ma se da una parte permette alle nuove generazioni di apprendere tale cosiddetta sostenibilità vegana (che non prevede l’utilizzo animale, ndr), dall’altra – a fronte di ben diversi vantaggi e valori – si corre il rischio di perdere l’importante legame uomo-animale: l’equitazione con un vero cavallo prevede una forte dedizione dell’uomo per prestare tanta cura non solo nell’allevamento, ma anche nella preparazione per le gare. È infatti indubbio che il rapporto uomo-cavallo non sia replicabile in questo contesto.

Laddove però alcuni vedono dei limiti, altri vedono delle possibilità. Nonostante possa discostarsi da attività più tradizionali, e al di là di ambizioni e divertimenti, l’Hobbyhorse offre la possibilità soprattutto ai giovani di mettersi da una parte in gioco e dall’altra di creare comunità.

Il movimento che sta nascendo, come confermato dal magazine online «Ohga», permette ai praticanti di «confrontarsi, supportarsi e proteggersi a vicenda», al fine di vivere la passione per l’Hobbyhorse in libertà e senza pregiudizi. Valori che vengono di conseguenza trasmessi agli atleti. Nara Arlin, già atleta in competizione per nove volte, afferma che «solo il cielo rappresenta il limite» e che quando «sale in sella» al suo cavallo, ogni tipo di confine viene a mancare.

La caparbietà ha permesso a Nara di superare anche la derisione che ex compagni di scuola le hanno rivolto fermandosi al pregiudizio; non ha mai smesso di praticare ciò che continua a farla sentire bene con sé stessa. Premesse, le sue, che fanno capire quanto le ambizioni – come in tutti gli sport – sono in grado di far dimenticare anche i momenti di sacrificio e allenamento.

Questa disciplina ha iniziato a diffondersi senza sosta dal 2002. Ha preso il via in Finlandia (secondo la Federazione locale oggi sono circa diecimila i praticanti) e, a poco più di quattro ore da Helsinki, ogni anno si tiene la più grande competizione al mondo nel suo genere: la Finnish Hobbyhorse Championship di Seinäjoki, che nel 2024 si terrà il 15 giugno. A livello mondiale, il modello adottato dalla nazione scandinava rappresenta il riferimento anche per le competizioni internazionali. Modello per il quale sono stabilite regole chiare. Infatti, nelle gare ufficiali, lo show jumping (salto a ostacoli) e il dressage (trotterellare con un ritmo e movimenti specifici) vengono valutati secondo linee guida precise, che hanno l’obiettivo di garantire criteri comuni e prestabiliti. Per citarne alcuni: nel percorso a ostacoli, non bisogna mai mollare la presa dal cavalluccio, né toccare le aste poste come ostacoli mentre si esegue il movimento. La pena in quest’ultimo caso consiste nella sottrazione di punti dalla classifica finale.

Bastone lungo o bastone corto? Dipende tutto da ciò che si vuole fare; se l’intento è andare al trotto, conviene optare per quello più lungo, così da «avere più spazio», come spiega un’atleta in un’intervista rilasciata a un giornalista televisivo. Mentre, se ci si deve sollevare da terra, «meglio più corto per essere più comodi».

Tra i vantaggi di questo sport, in fondo, c’è anche la comodità: è ben più facile portare questo modello di «destriero» in ogni parte del mondo; che sia in treno, in auto o in bus… .

Benché sia in forte espansione, l’Hobbyhorse probabilmente non cavalcherà interi palinsesti televisivi, ma potrà regalare emozioni e aiutare tante persone che sceglieranno di praticarlo.