Pubblicazioni – Per non sentirci sopraffatti dalle richieste degli altri dobbiamo stabilire dei confini, come spiega la psicologa americana Nedra Glover Tawwab nel suo libro intitolato «Impara a dire no»
Stabilire dei confini tra noi e gli altri non è semplice, però è possibile e salutare. Al contrario, restare in balia dei bisogni di familiari, amici e colleghi può portarci all’esaurimento. Nedra Glover Tawwab, psicoterapeuta americana specializzata in problematiche relazionali, nelle sue sedute quotidiane si focalizza sull’importanza di «proteggersi» dagli altri. Ha anche un profilo Instagram molto seguito, con un milione e mezzo di follower, attraverso il quale condivide pratiche, strumenti e riflessioni sulla salute mentale. Glover Tawwab è partita proprio dalle domande dei follower su Instagram per scrivere il suo libro – diventato bestseller –, appena pubblicato in italiano, intitolato Impara a dire no. L’arte di stabilire dei confini e trasformare la nostra vita (Vallardi).
Quando diciamo di sì, ma vorremmo, invece, affermare il contrario, si legge in questo «prontuario emozionale», ci sentiamo strani; percepiamo che qualcosa non va a livello fisico. Se agiamo controvoglia, avvertiamo una resistenza interna. Il nostro corpo ci parla in vari modi: con un sospiro che sfugge prima di rispondere al telefono; col desiderio di evitare alcune persone; attraverso una stretta allo stomaco oppure una fitta al collo o alla tempia. In assenza di confini proviamo spesso rancore, collera e frustrazione.
Definire il limite tra noi e gli altri non è semplice. Glover Tawwab racconta la storia di Kim, una giovane donna arrivata nel suo studio sentendosi senza forze. Kim la mattina si svegliava esausta, nonostante il riposo notturno. Il senso di fatica era causato dal fatto che si riempiva le giornate, già oberate dagli impegni di lavoro, con favori richiesti da amici e colleghi. Glover Tawwab le ha consigliato allora di riflettere sulla propria situazione: «Conosciamo le istruzioni della sicurezza in aereo, fra cui: “Indossare anzitutto la propria maschera d’ossigeno prima di aiutare altri passeggeri”. Facile? No. Quando siamo preda del nostro impulso a metterci al servizio di chiunque, la prima cosa che facciamo è trascurare noi stessi».
Sono molte le persone che si presentano nello studio di Glover Tawwab lamentando di non riuscire a trovare il tempo per tutto. Dopo una rapida valutazione, spesso emerge che non sanno ritagliarselo. Anzi, spiega la psicoterapeuta, sembra proprio che si siano dimenticate come fare a prendersi cura di sé. Non riescono a ricavarsi un momento per mangiare decentemente, o anche solo cinque minuti per un esercizio di meditazione, ma magari si prendono cura di parenti e amici senza sosta. Se ci troviamo nella condizione di avere più impegni che tempo per svolgerli, e cerchiamo di inserirne altri nella nostra agenda già strapiena, forse è ora di fermarci. «Ci sforziamo continuamente di fare sempre di più, ma questo va a scapito del nostro benessere».
Il primo passo per uscire dal vicolo cieco è stabilire degli obiettivi, consiglia Glover Tawwab, che per prima ha rischiato varie volte di trovarsi con un carico eccessivo da reggere. Oltre a lavorare come psicoterapeuta e a scrivere libri, infatti, è molto attiva sui social network, tiene conferenze, registra podcast e ha una famiglia con figli e un marito. Il secondo passo è domandarsi cosa vogliamo davvero e seguire la nostra indole, senza lasciare che sia qualcun altro a decidere per noi. Poi in base alle situazioni è necessario comunicare all’esterno quali sono i nostri bisogni e desideri. Spesso diamo per scontato che chi ci è vicino possa capirci, ma non è affatto così, ribadisce Glover Tawwab. Ci saranno delle persone che non apprezzeranno la nostra voglia di definire limiti chiari e salutari. Dire no non è indolore, ma è importante per non arrivare al burnout.