Silvia Vecchini-Lucia De Marco, 24 passi a Natale, Lapis (Da 5 anni)
Bisogna essere coraggiosi e molto bravi per scrivere dei racconti che abbiano, incastonata al loro interno, la perla preziosa di una riflessione etica. Un’apertura a una profondità di sentimento e di pensiero che non suoni come una morale, ma che sia davvero un’occasione per cogliere l’inaspettato, per vedere la meraviglia nelle cose che abbiamo, per prendersi il tempo di ascoltarsi e di ascoltare, per riconoscere – con le parole dell’autrice – «l’attimo in cui un pezzetto di cielo si fa trovare sui nostri passi». Silvia Vecchini, con la sua consueta grazia, ci riesce, ben coadiuvata dalle illustrazioni di Lucia De Marco. Il risultato è un incantevole libro dell’Avvento, che si distingue dentro questo genere natalizio – un racconto al giorno per 24 giorni – peraltro molto presente nell’editoria degli ultimi anni. I racconti della Vecchini sono belli, originali, coinvolgenti, costruiti con il giusto ritmo e il giusto numero di parole. Parlano ad esempio di foglie che hanno il colore del cielo, di sentieri nascosti nel bosco, di fiumi che improvvisamente si mettono a scorrere al contrario, di barbagianni bianchi nel bianco della neve, di mendicanti che nel cappello danno rifugio agli uccellini, di statue che piangono in silenzio, di bambini festosi, e di tanto, tanto altro. Alla fine di ogni storia c’è un piccolo, leggero, invito ad accogliere una disposizione d’animo aspettando il Natale. Dopo la storia dell’altalena rotta, ad esempio: «Aspettando il Natale, ripariamo quello che si è rotto per tornare più forti e felici»; o, dopo la storia del fiore che sboccia nella neve: «Aspettando il Natale, rallentiamo per veder sbocciare cose nuove». Da leggere insieme, adulti e bambini, piano piano, giorno dopo giorno, prendendosi il tempo di rallentare per questi ventiquattro passi, e lasciarsi nutrire, con calma, dalla poesia di queste ventiquattro storie.
Frida Nilsson, illustrazioni di Anna Benotto, Buon Natale Cipollino, Lupoguido (Da 6 anni)
Anche questo libro era stato pensato, in origine, come calendario d’Avvento, ma qui il racconto è unico, suddiviso in venticinque capitoli che volendo si possono leggere uno al giorno, oppure si può benissimo leggerlo di seguito, come romanzo breve. Se letto da un adulto ad alta voce, è proponibile sin dai 5-6 anni, altrimenti, come lettura autonoma, dai 7-8. L’autrice è una delle più importanti scrittrici svedesi per l’infanzia, apprezzata sia per i suoi romanzi per bambini (ricordo almeno Mia mamma è un gorilla, e allora?), sia per le opere per ragazzi più grandi, come l’intenso, e drammatico, La spada di legno.
In questo caso non c’è fantasy né surreale, ma siamo invece nel bel mezzo di una quotidianità realistica di un villaggio svedese, una quotidianità resa però emozionante e coinvolgente perché vista dalla prospettiva del piccolo protagonista, Stig, detto Cipollino. Ci stiamo avvicinando al Natale e Stig desidererebbe proprio una bicicletta, ma i soldi che la mamma guadagna scrivendo articoli per un giornale non bastano a comprarla, e Stig deve accontentarsi di far finta di correre in bici mentre cammina verso la scuola, contenendo l’invidia verso i suoi compagni che una bici ce l’hanno davvero. A dirla tutta, però, forse il più grande desiderio di Stig è quello di avere un papà, ma sappiamo bene che la vita non sempre va come vuoi. A volte però, la vita, pur non andando come vorresti, prende strade inaspettate che portano regali ancora più belli. E una di queste strade porterà il ragazzino all’officina di Karl, meccanico apparentemente strambo, un po’ emarginato, di cui si dice che ipnotizzi galline. Ma forse l’ipnosi non serve, bastano l’ascolto, il coraggio e l’amore. Una storia molto bella, come molto belle sono sia le illustrazioni che ne colgono perfettamente lo spirito, sia la traduzione di Laura Cangemi, sia la veste editoriale di Lupoguido. Da leggere in Avvento, ma anche tutto l’anno.