Il primo prototipo di automobile con motore a scoppio è stata la Patent Motorwagen (nella foto), soprannominata anche Velociped, il cui brevetto risale al 1886. Progettata in Germania da Karl Benz, era una specie di calesse con tre grandi ruote e un motore posizionato dietro. Raggiungeva una velocità massima di 16 chilometri orari grazie al propulsore che erogava ben 1 cavallo di potenza massima.
La Ford Modello T, più simile, si fa per dire, alle auto che conosciamo oggi è del 1908. Almeno aveva quattro ruote e un vero volante. Nelle sue varie evoluzioni è restata in produzione 29 anni ed è la nona auto più venduta di tutti i tempi. La prima patente di guida, la licenza di condurre, è stata rilasciata proprio tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Nel luglio del 1913 in America, lo Stato del New Jersey fu il primo a richiedere a tutti gli automobilisti il superamento di un esame di abilitazione alla guida per poter ottenere la patente.
E arriviamo ai giorni nostri, dopo oltre cent’anni di evoluzione del «prodotto» auto che ormai ha ben poco in comune con i suoi esordi se non l’utilizzo per muoversi da un punto A a un punto B. La Svizzera è uno tra gli Stati che affronta in maniera più attenta l’argomento. Da una parte i ragazzi della Confederazione sono tra i più giovani a poter guidare in Europa, dal gennaio 2021 bastano 17 anni se accompagnati da un adulto, dall’altra devono andare incontro a una lunga formazione prima di poter «condurre» in piena autonomia. Dal corso di pronto soccorso a quello di sicurezza stradale per arrivare a corsi di formazione complementare.
Ma tutto questo basta? Forse no. Va detto che oggi le automobili diventano sempre più complesse, dotate di funzionalità che negli ultimi anni ne hanno modificato in modo importante le caratteristiche. Pensiamo ai sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance System) che sono focalizzati su tecnologie volte a prevenire gli incidenti. Dal night vision, che di notte consente di vedere grazie agli infrarossi, al lane departure warning, che avvisa quando non si mantiene la traiettoria ed è in grado di correggerla anche da solo agendo sullo sterzo. Passando dall’adaptive cruise control, ovvero al controllo di velocità adattativo che consente all’auto di seguire quella che ci precede, mantenendo la distanza di sicurezza frenando e accelerando autonomamente.
Ecco allora che non solo i «giovani» automobilisti dovrebbero essere formati sull’utilizzo di queste tecnologie che fanno sempre più parte integrante di tutte le auto ma anche i «vecchi» automobilisti dovrebbero fare dei corsi di aggiornamento. Insomma, basti pensare all’aeronautica. Quando prendi un brevetto di volo è necessario prendere la cosiddetta «abilitazione macchina» ovvero bisogna essere preparati a utilizzare nello specifico ogni singolo aeromobile. Perché se da una parte è vero che si ha il brevetto che abilita a volare, dall’altra è pure vero che ogni aereo è diverso dall’altro. Un conto è pilotare un piccolo Piper monomotore, un altro un seppur piccolo bireattore. Cambiano, e di molto, non solo le prestazioni.
Torniamo al mondo delle quattro ruote. Una Panda ha un motore termico ovvero alimentato a carburante e accelera da ferma a cento orari in oltre 15 secondi. Una Tesla ha un propulsore alimentato a batterie e può arrivare a scattare da ferma a cento orari anche in solo 1,9 secondi. Si tratta della Model S Plaid. Ma anche una «normale» Model 3 impegna 6 secondi. Un tempo che una volta era riservato alle auto più sportive. Eppure abbiamo a che fare con una berlina tradizionale, almeno nelle forme.
In realtà si tratta di una vettura di ultima generazione che si può acquistare con poco più di 40mila franchi svizzeri. Alimentata da batterie e dotata di tutte le ultime tecnologie. Ecco perché i suoi utilizzatori andrebbero formati e non solo in dieci minuti dal concessionario durante la consegna della nuova auto. Cambiano persino le dinamiche di marcia. Le reazioni del veicolo rispetto a quelle a cui magari eravamo abituati. Le auto elettriche hanno infatti i pesi più in basso perché le batterie sono sotto il pianale e, a parità di modello, pesano molto di più rispetto ai mezzi alimentati a benzina.
«La fruibilità delle prestazioni, la guidabilità tra le curve dei mezzi di ultima generazione rendono gli automobilisti sin troppo sicuri» ci spiega il pilota Giampaolo Tenchini. «Sono più sicure, più stabili e non incutono timore. Non si sente il rombo del motore e in questo caso viaggiare nel silenzio non equivale ad andare piano, anzi». Continua Tenchini. «Io faccio corsi di guida personalizzati e ai miei allievi insegno che l’incremento di potenza, rispetto a quelle a cui eravamo abituati, non va preso mai sottogamba. Gli automobilisti di oggi vanno sensibilizzati, bisogna spiegargli bene quello che hanno in mano», conclude Tenchini.