È difficile credere che siano passati tre anni dall’arrivo del famoso Warzone. Il lancio originale avvenne il 10 marzo 2020, proprio nel bel mezzo della pandemia. E di fatto, durante l’orribile periodo che abbiamo dovuto passare, questo gioco è stato l’unico spiraglio di luce per milioni di videogiocatori.
Durante il periodo di quarantena, Warzone è riuscito a riunire molte persone, facendoci divertire per moltissime ore, consacrando Verdansk e Alcatraz come due luoghi virtuali che rimarranno per sempre nei nostri cuori.
In data 16 novembre 2022, Activision ha rilasciato un nuovo gioco, dopo aver dato una bella rispolverata al titolo, che – come tradizione vuole – ha presentato come Warzone 2. Questa rivisitazione è basata sul motore grafico di Call of Duty: Modern Warfare 2 (che si inserisce in un’altra nota serie sparatutto). Oltre al motore grafico, gli esperti hanno pensato bene di ritoccare pure la giocabilità, rendendo però il gameplay notevolmente più lento, introducendo un inventario più complicato da gestire, e, per ultimo ma sicuramente non da meno, eliminando di fatto le mappe del nostro cuore. Cambiamenti che, non solo secondo noi, hanno rovinato il titolo, portandolo in una fase di stallo dopo aver compromesso tutto quanto fatto di buono nel primo capitolo.
E i numeri hanno parlato chiaro anche per Activision, che per rilanciare il titolo, di nuovo, aveva una sola cosa da fare: doveva fare un importante dietro-front, cercando di riportare il gioco al suo stato originale, restituendo mappa e gameplay, che stanno alla base del successo del 2020 con Verdansk.
Ed eccoci arrivati al 6 dicembre 2023, giorno in cui Activision ha ufficialmente lanciato Warzone 3, basato sul motore grafico di Call of Duty Modern Warfare 3, uscito a sua volta qualche settimana prima.
Va detto che questo gioco porta con sé un peso emotivo considerevole. Non esageriamo nel ribadire che è stato il videogioco della quarantena che ha fatto innamorare milioni di videogiocatori in un periodo estremamente complicato. Quindi, superare o almeno eguagliare la sensazione di nostalgia tra gli appassionati che avevano letteralmente divorato il titolo del 2020, resterà sempre un’impresa estremamente complicata.
Detto questo, la nuova mappa Urzikstan sembra in verità aver riacceso almeno in parte quella scintilla. Con un mix tra Verdansk e Al Mazrah (di Warzone 2), cerca di portare il meglio di entrambi i luoghi consegnando una mappa piacevole, dinamica e ben bilanciata; inoltre fornisce spesso molti ripari e altezze, aiutandoci a non essere un bersaglio a campo aperto.
Possiamo notare subito come molti punti di interesse ricordino quello che offriva Verdansk, così come i suoi colori: rispetto al marrone del deserto di Al Mazrah, qui ritroviamo il verde dei prati e il grigio della città.
Oltre alla nuova mappa, l’elemento che consideriamo fondamentale di questo titolo, è il nuovo sistema di «movement». Quello precedente era diventato quasi ingiocabile nelle ultime mappe, mentre Warzone 3 ce ne regala uno dei migliori mai visti fino a oggi, ciò che contribuisce a rendere questo gioco estremamente «iperattivo», ripristinando l’elemento adrenalinico che era andato perduto.
Non è però tutto oro ciò che luccica, infatti il gioco presenta ancora molti aspetti negativi che rendono l’esperienza alquanto frustrante. Partiamo subito nel dire che Call of Duty Modern Warfare 3 non è nient’altro che un semplice «aggiornamento» del suo predecessore, piuttosto che un gioco nuovo. Il motore grafico e le meccaniche di gioco sono identici a Call of Duty Modern Warfare 2, mentre le mappe le hanno semplicemente riprese dai titoli precedenti della saga.
Tutto questo, purtroppo, si riflette chiaramente su Warzone 3, che al di fuori dalla nuova mappa e dal nuovo «movement», lascia la sensazione di giocare lo stesso titolo rilasciato lo scorso novembre 2022. Un’ulteriore nota di grande demerito va al comparto audio, pessimo a nostro parere. I passi dei nemici sono pressoché impercettibili, i rumori dati dalle esplosioni, dai bombardamenti, dai veicoli e dalle sfide completate in gioco, non permettono di sentire nient’altro, portandoci a scontri casuali, senza capire da che parte ci stanno attaccando.
Tra i punti negativi ci sono sicuramente anche i server di Activision, dove 1 partita su 5 è ingiocabile, a causa dei continui rallentamenti, lag e perdita dati, dove si può soccombere in uno scontro semplicemente perché i colpi sparati dalla nostra arma colpiscono in ritardo rispetto a quelli dell’avversario.
Chiudiamo le note di demerito con lo «Skill Base Match Making», ovvero il sistema di riempimento delle stanze da gioco. Questo sistema introdotto da Activision prevede la creazione di stanze da gioco con gente di livello affine. Purtroppo, oltre al fatto che il sistema non funziona mai correttamente, trasforma ogni singolo scontro in una sfida all’ultimo sangue, rimuovendo completamente la componente divertente del gioco. Il sistema di riempimento casuale utilizzato in passato era sicuramente migliore, poiché dava l’opportunità di scontrarsi casualmente sia con gente più forte sia con giocatori più deboli, garantendo il divertimento grazie alla rotazione.
Warzone 3 ha fatto sicuramente un passo avanti rispetto al suo predecessore, l’introduzione della nuova mappa e il suo «movement» sono state due mosse vincenti, ma non sufficienti a riportarci ai tempi di Verdansk. Voto: 7/10