Lo sguardo femminile sul territorio e la città

by Claudia
29 Gennaio 2024

Professioni tecniche ◆ Nuovo slancio, interessanti iniziative e progetti concreti del Gruppo regionale ticinese di Rete Donna e SIA

Puntare su progetti concreti, inclusivi e di valore per promuovere il ruolo e le competenze delle donne nelle professioni tecniche a favore di una migliore qualità di vita per tutta la popolazione. È ripartita secondo questi principi e con nuovo slancio circa un anno fa l’attività del Gruppo regionale ticinese di Rete Donna e SIA, che a livello nazionale festeggia quest’anno il ventesimo di fondazione (vedi sotto). Fra le prime iniziative promosse dal nuovo comitato figurano il confronto su progetti di rilievo che trasformeranno le città del cantone, in modo da favorire un approccio che tenga conto della sensibilità delle professioniste operanti in questo settore e del ruolo della donna nella società. Da promuovere anche il dialogo all’interno e all’esterno della Rete, in particolare con le nuove generazioni pronte a impegnarsi nell’ampio ventaglio di professioni che Rete Donna e SIA riunisce. 

La responsabile regionale Valentina Donnini, di professione architetta, parte proprio da questo punto forte della Rete Donna e SIA. «Architettura, ingegneria, fisica della costruzione, sviluppo dei materiali, ma pure ambiente, design e fotografia architettonica sono alcuni esempi dei settori che includiamo e che contribuiscono a forgiare i luoghi di vita pubblici e privati. Diversi di questi settori sono ancora considerati prettamente maschili, per cui è necessario valorizzare la presenza femminile e le competenze che la medesima apporta». Sebbene costituita sotto il cappello della SIA (Società svizzera degli ingegneri e degli architetti), la Rete, presente in Ticino dal 2016, è un ente che abbraccia molteplici professioni e che, a prescindere dal nome, è aperto a tutti coloro che ne condividono i principi di inclusività e parità, indipendentemente dal loro genere.

«Il nuovo impulso scaturito dall’assemblea dell’anno scorso – prosegue Valentina Donnini – ha favorito la promozione di incontri bimestrali interni per approfondire temi specifici e innovativi legati alla diversità delle professioni rappresentate. Per presentare gli argomenti si punta sulla professionalità delle componenti della Rete, pur non escludendo la presenza di esperte esterne». Attualmente le prime sono una trentina, ma l’obiettivo è di incentivare l’adesione che è gratuita e può avvenire online (donna.TI@sia.ch).

Il progetto principale avviato l’anno scorso, promosso e coordinato dalla vice responsabile regionale Katia Accossato, è intitolato Donne per la città. In confronto a… Locarno-Ascona, Bellinzona, Lugano, Mendrisio-Chiasso. Si tratta di un ciclo di incontri pubblici i cui principi sono applicati alle realtà territoriali dei centri urbani dove si tengono le conferenze. «L’obiettivo – spiega la promotrice – è di migliorare la partecipazione delle donne alla comprensione dei cambiamenti che interessano questi centri. Considerare lo sguardo femminile in tale contesto significa tenere presente una diversa percezione dello spazio, una lettura del territorio propria al genere e uno specifico modo di viverlo, favorendo nel complesso una maggiore integrazione».

Cinque i punti essenziali per l’architetta Accossato: «È necessaria innanzitutto trasparenza nella comunicazione dei progetti che trasformano la città, favorendo i processi partecipativi sia nella programmazione degli spazi, sia nella realizzazione delle opere. In secondo luogo vanno contrastati gli effetti negativi dei cambiamenti climatici con azioni che mirano a una efficace e virtuosa gestione del verde pubblico. Desideriamo inoltre soffermarci sul miglioramento della qualità degli spazi collettivi attraverso aree ed edifici da riconvertire, operazione che passa da un maggior ascolto delle istanze. Promuovere luoghi aggregativi (con particolare attenzione ai giovani e alle donne) e favorire l’inserimento lavorativo, così come la partecipazione pubblica delle donne sono altre due azioni del “manifesto” delle conferenze».

Il primo incontro si è svolto lo scorso novembre a Locarno. Cosa è emerso dal confronto con popolazione e politici? Risponde la vice responsabile per il Ticino di Rete Donna e SIA: «A Locarno sono stati sviscerati diversi temi che per la nostra associazione rappresentano altrettanti stimoli nel contribuire a rispondere ai bisogni manifestati dalla società. Alcuni spunti sono mirati come la costruzione dei bandi di concorso e la relativa presenza femminile, altri riguardano la valorizzazione del patrimonio verde e la visione paesaggistica d’insieme, al di là dei confini comunali. In generale è emersa la necessità di un maggior coinvolgimento delle donne nelle politiche urbane a tutti i livelli, dalle figure professionali nei settori della costruzione alle cittadine attive in altri ambiti, alle donne di ogni età impegnate in associazioni per la promozione sociale e culturale». I prossimi appuntamenti con le conferenze territoriali sono fissati in primavera a Bellinzona e in autunno a Lugano con a seguire Mendrisio-Chiasso. Al riguardo la responsabile Valentina Donnini precisa che «la scelta dei quattro centri urbani per l’avvio di questo progetto non significa voler escludere il resto del cantone. In un secondo tempo intendiamo infatti occuparci anche delle Valli e della loro realtà territoriale e sociale».

Nei prossimi mesi partirà anche un altro progetto che sta a cuore alla rappresentante di Rete Donna e SIA. Spiega Valentina Donnini: «Abbiamo previsto una serie di incontri con gli studenti della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) per facilitare l’inserimento delle giovani generazioni nel mondo del lavoro attraverso il confronto con l’esperienza professionale e umana maturata sul campo dalle nostre affiliate. La scelta di coinvolgere in primo luogo la SUPSI è in sintonia con l’eterogeneità dei suoi percorsi formativi. Gli incontri sono infatti aperti a tutti gli studenti. Per noi si tratta anche di capire quali siano le aspettative e i valori del mondo giovanile rispetto ai temi di cui ci occupiamo come le pari opportunità e la ricerca di un equilibrio fra vita professionale e famiglia. Il fil rouge di questi primi quattro incontri sarà il rapporto con la committenza, quindi un aspetto concreto legato all’esperienza professionale più che alla formazione. A seguito di questa esperienza pilota abbiamo intenzione di coinvolgere anche altre realtà formative». Consapevole che questa iniziativa si rivolge ai giovani con la scelta formativa già compiuta, la Rete desidera avvicinarsi in futuro anche alle fasce di età antecedenti per fungere da stimolo nella direzione delle carriere tecniche.

Entrambe titolari di uno studio di architettura, Valentina Donnini e Katia Accossato, così come altri membri, rivolgono lo sguardo anche al resto della Svizzera e oltre il confine, cercando di attivare la SIA International ed esplorare le dinamiche del territorio di frontiera.

Per costruire i luoghi di vita del futuro, la concezione e la partecipazione femminili sono essenziali, poiché riflettono la pluralità di visioni presenti nella società. Con le sue molteplici iniziative, alcune mirate, altre rivolte alla popolazione nel suo insieme, la Rete Donna e SIA affronta le questioni legate al territorio e alla cultura della costruzione privilegiando questo approccio senza mai perdere di vista la realtà, sia essa una visione d’insieme o un contesto locale.