Un microcosmo da dove osservare gli accadimenti del pianeta e in cui riflettere su come poter creare una società più sostenibile per l’oggi e soprattutto per le generazioni future. Ad Airolo, immersa nella regione del San Gottardo, il 21 marzo sboccerà con la primavera la Casa della sostenibilità, una prima assoluta alle nostre latitudini.
Per scoprire i contenuti del progetto, realizzato dall’Università della Svizzera italiana e dal Comune di Airolo, che vede l’inaugurazione di un luogo di formazione e promozione della cultura dello sviluppo sostenibile – non solo per l’ateneo, ma anche per le scuole e il pubblico – abbiamo interpellato Cristina Morisoli-Gianella, coordinatrice operativa della Casa della sostenibilità. Sede dell’iniziativa sarà l’ex ufficio postale, un edificio su quattro piani, che al termine della sua ristrutturazione contemplerà 23 posti letto, un pianoterra in cui si svolgeranno i corsi, uno spazio seminariale, refettorio, cucina. E, ancora, uno spazio di dialogo per accogliere corsi improntati alla condivisione, alla discussione e alla riflessione. Come Galileo, i suoi ospiti potranno simbolicamente puntare il cannocchiale verso lo spazio alpino, scrutarne gli orizzonti e rivolgere la propria attenzione alle sfide odierne che sempre più richiedono rivoluzioni e innovazioni tecnologiche, ambientali, sociali ed economiche per una società ben funzionante.
Cristina Morisoli-Gianella, come è sorta l’iniziativa?
Il progetto di una Casa della sostenibilità è nato da un’idea dell’ex sindaco di Airolo, Franco Pedrini e dell’ex rettore dell’USI, Boas Erez. Avevano entrambi necessità che si sono incontrate: da un lato c’era l’esigenza per l’ateneo di approfondire il tema della sostenibilità – molti studi parlano della natura delle Alpi come un luogo privilegiato per osservare alcuni dei grandi temi concernenti lo sviluppo sostenibile – e dall’altro il Comune aveva uno stabile in disuso, dal momento che l’Ufficio postale si è trasferito di qualche metro, lasciando vuoto questo bell’edificio inserito nel centro del paese. Nel 2020 sono iniziati a concretizzarsi i primi scambi che hanno portato alla realizzazione di uno studio di fattibilità, grazie al sostegno dell’Ente regionale di sviluppo Bellinzonese e Valli, portato avanti da L’ideatorio USI e dallo Studio Gendotti SA per la parte architettonica. Centrale, per dare avvio al progetto, è poi stato il contributo da parte del Canton Ticino di 1 milione di franchi per la ristrutturazione dell’edificio, nel frattempo acquistato dal Comune. Ora ci apprestiamo all’inaugurazione che avrà luogo in due tappe: il 21 marzo per media, sponsor e partner che consentirà di far partire le attività della Casa della sostenibilità; e il 1° agosto giorno in cui si svolgeranno le porte aperte con un programma di proposte riservate alla popolazione.
Vi sarà pure un planetario astronomico, come quello presente a L’ideatorio di Cadro…
Sì, il planetario astronomico sarà presente come uno strumento didattico per comprendere in maniera concreta, attraverso anche l’esplorazione dei pianeti a noi vicini, che non esiste un pianeta B. Inoltre, vedere la nostra Terra da una prospettiva cosmica è di una bellezza disarmante, di fronte a ciò la necessità di tutelare e saper custodire il nostro pianeta si fa particolarmente concreta. Con i suoi 23 posti, il planetario potrà accogliere anche il pubblico e le scuole.
Oltre ai seminari alpini, la Casa della sostenibilità si aprirà quindi anche alle scuole e al pubblico?
Esatto. Le attività delle scuole saranno coordinate in collaborazione con L’ideatorio USI, che avrà così un’antenna alpina. Per le scuole, oltre alle proiezioni nel nuovo planetario, saranno sviluppati dei laboratori dall’autunno prossimo proprio sul tema della sostenibilità. Ne è un esempio un’iniziativa pilota a cui stiamo lavorando, che vedrà la luce ad aprile, con due classi del Liceo Lugano 1, all’interno di un loro progetto di istituto.
Come saranno programmate le attività ad Airolo?
Le attività per le scuole saranno su prenotazione. Per il pubblico avremo un programma di eventi che tenterà di esplorare il tema della sostenibilità facendo capo anche a linguaggi diversi, come il teatro o il cinema, che andranno ad aggiungersi a conferenze e incontri. Naturalmente, essendo circondati da uno spazio alpino prezioso, che ci permette di toccare con mano alcune delle grandi sfide con cui siamo confrontati, saranno previste anche uscite sul territorio. E lo stesso avverrà per il Seminario alpino riservato agli studenti dell’USI della durata di due giornate e mezzo che rientrerà nei loro programmi formativi con la possibilità di riflettere sulla sostenibilità, alla presenza di professori attivi in diversi ambiti. Airolo si manifesterà dunque come un’aula a cielo aperto.
Quali apporti potrà offrire la Casa della sostenibilità alla comunità scientifica?
Ad Airolo, per il momento almeno, non si svolgerà un’attività di ricerca – questa continuerà a tenersi all’USI. A mia conoscenza, tuttavia, l’interesse non manca. La Casa della sostenibilità di Airolo diventerà dunque un polo dedicato allo sviluppo sostenibile. Stanno giungendo già da qualche tempo richieste da parte di istituti di ricerca d’Oltralpe, dall’università di Zurigo, da associazioni ed enti che operano nel campo della sostenibilità, che vogliono far capo al nostro Centro come luogo di partenza per approfondire determinate tematiche: da architetti che intendono riflettere su un’urbanistica più sostenibile ad aziende che si stanno impegnando per una maggiore sostenibilità nel loro operato, fino a ricercatrici da tutt’Europa che intendono riflettere sulla sostenibilità in ambito informatico. L’interesse dimostrato è incoraggiante. Va inoltre evidenziato che una Commissione scientifica e didattica creata ad hoc segue le attività della Casa e ne stabilisce le priorità. Il centro non è da intendersi come una casa montana: chiunque passi dalla struttura di Airolo è chiamato a portare a casa una riflessione sulla sostenibilità. Il responsabile del centro è Giovanni Pellegri, che sarà pure docente dei corsi per gli studenti USI.