Viale dei ciliegi

by Claudia

Stefanie Höfler, Lucciole per lanterne, La Nuova Frontiera Junior (Da 11 anni)

Con un titolo ben scelto dalla traduttrice Anna Patrucco Becchi (in tedesco era Feuerwanzen lügen nicht, meno immediato per il lettore italiano), ecco il secondo romanzo di Stefanie Höfler pubblicato da La Nuova Frontiera. Anche qui, come nel precedente Il ballo della medusa, i protagonisti sono adolescenti, alle prese con l’immagine di sé rispetto al gruppo dei pari. Se in quello la «diversità» del protagonista era costituita dal suo essere in sovrappeso, in questo nuovo romanzo la «diversità» è di tipo sociale, ed è costituita dalla povertà. Mischa, il ragazzo dall’aspetto curato, con la camicia impeccabile e il ciuffo ordinato, bravissimo a scuola e premuroso fratello maggiore della piccola Amy, appartiene a una famiglia povera, che vive in un piccolo appartamento disadorno e che prende i pasti alla mensa solidale. Può suonare insolito in una storia ambientata ai giorni nostri in Germania, eppure, come ben sappiamo, la povertà esiste anche nel nostro scintillante mondo occidentale. E non c’è da vergognarsi: questa – se proprio si vuole trovare un messaggio – è una delle cose che l’autrice ci vuole dire. Mischa invece se ne vergogna, persino di fronte al suo migliore amico Nits, il quale, nonostante condivida le giornate con lui sin da piccolo, non ne è a conoscenza, e lo scoprirà pian piano, con il lettore, nel corso della storia. Anche altri segreti (o bugie) verranno alla luce pian piano, e Nits, che è l’io narrante della storia, si renderà conto di non aver mai compreso appieno la realtà di Mischa: da qui il titolo del romanzo. Ancora una volta la Höfler parla di temi delicati (l’immagine di sé, ma anche la fragilità familiare, perché la famiglia di Mischa è composta solo dalla sorellina e da un padre istrionico e inaffidabile, anche se affettuoso, così come nel Ballo della medusa il protagonista era affidato alla nonna) e di emarginazione, ma lo fa con uno sguardo alleggerito dallo humour e dall’empatia, che rende più viva e coinvolgente la storia. La Giuria dei Ragazzi ha reso questo romanzo finalista allo scorso Deutscher Jugendliteraturpreis.

Andrea Kuhrmann-Nadine Reitz, Buona giornata, coniglietto!, Il Castoro (Da 2 anni)

Un libro semplice, con piccole storie di quotidianità, eppure un libro necessario, perché così non ce ne sono molti nell’editoria per l’infanzia. Abbiamo albi illustrati, anche di grande qualità, a volte fin troppo raffinati o introspettivi per i bambini piccoli, o abbiamo cartonati per le prime letture, che tuttavia si esauriscono in un’unica storia. Questo invece è un libro destinato a restare a lungo tra le mani dei bimbi (e dei loro genitori, in quanto presuppone e viene valorizzato da una lettura condivisa). Le storie qui sono tante, sette per la precisione, e raccontano normalissimi momenti della giornata, ma il bello è proprio questo: magari a uno sguardo adulto potrà sembrare che non accada nulla, e invece gli sguardi dei piccoli noteranno con intensità emotiva (di divertimento, identificazione, minime apprensioni) ogni minimo sommovimento nello svolgersi, apparentemente così lineare, delle vicende quotidiane. Il coniglietto Tommi Codino (Lenni nell’originale tedesco, Lenni lungheorecchie, Langohr) si sveglia (anzi viene svegliato dalla mamma), va in cucina a fare colazione (anzi va in cucina sulle spalle della mamma), intorno al tavolo ci sono quattro sedie (per la mamma, il papà, la sorellina e per Tommi), ma la sua all’inizio resta libera perché è bello stare un po’ in braccio, poi però Tommi «sale» sulla sua sedia (delizioso questo «sale», non «si siede»), inizia a mangiare la sua fetta di pane con il miele, ma la fa cadere sul pigiama, il pigiama diventa appiccicoso, allora lo si mette a lavare, poi bisogna lavarsi, vestirsi, «cosa vedi nell’armadio di Tommi» viene chiesto al piccolo lettore, così il libro diventa anche un gioco di nominazione, finalmente Tommi è pronto per andare all’asilo, la mamma lo sta già aspettando in auto, «ciao papà» dice Tommi. Questa è solo la prima storia, le altre si svolgono in altri contesti, il parco, la lezione di musica, il giardino, il parco giochi, lo stare con il nonno, il momento della nanna. Ognuna si conclude con un saluto, non solo a esseri animati ma, com’è tipico dell’infanzia, anche a oggetti («ciao tamburo!»), un altro trait d’union è la carotina di peluche che accompagna Tommi in ogni avventura. Perché di questo si tratta, di tenere importanti avventure di crescita, raccontate con profonda conoscenza del mondo infantile da autrice e illustratrice.

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