Potrebbe sembrare un vistoso paradosso il fatto che il Canton Ticino possa dotarsi di una legge fiscale meno penalizzante (soprattutto per i redditi più alti), mentre sta votando un preventivo con oltre un centinaio di milioni di franchi di disavanzo. È del resto questo uno dei motivi per cui, contro la modifica votata lo scorso dicembre dal Gran Consiglio, è stato lanciato un referendum. Quindi il carico fiscale in Ticino potrebbe aumentare, già con il coefficiente cantonale che passerà dall’attuale 97% al 100%, mentre non verrebbero corrette nemmeno le distorsioni dell’attuale regolamentazione sulle donazioni e successioni (in particolare per le aziende), sul prelievo di capitale della previdenza professionale e sui redditi più elevati. Situazione per cui il Ticino si trova negli ultimi posti della classifica dei Cantoni in campo fiscale.
Come avviene già da qualche anno, il professor Pascal Hinny, esperto fiscale di Zurigo e docente all’Università di Friburgo, ha anticipato i dati ufficiali sulla fiscalità in Svizzera. L’esame si è concentrato sulle imposte cantonali, sul reddito e la sostanza, e comunali nel Comune del capoluogo cantonale, da pagare dalle persone fisiche, nonché le imposte sugli utili a carico delle persone giuridiche nel 2024. Le cosiddette imposte dirette coprono in Svizzera il 60% delle entrate fiscali di Confederazione, Cantoni e Comuni. Dallo studio risulta che la media delle aliquote d’imposta più elevate nei capoluoghi cantonali è attualmente del 33,3%. Rispetto all’anno precedente questa media è scesa dello 0,3%. I Cantoni che hanno diminuito le imposte sono Grigioni, Lucerna, Neuchâtel, Vaud e Zurigo. Le hanno invece leggermente aumentate i Cantoni di Nidvaldo, Obvaldo e Zugo.
Tra i Cantoni che hanno aliquote d’imposta inferiori si possono vedere grandi divergenze. Per le aliquote di punta si costata per esempio il 20% a Freienbach, nel canton Svitto, e il 46% in vari Comuni del Canton Ginevra. Le statistiche mostrano che il «turismo fiscale» si può vedere già a partire da redditi di alcune centinaia di migliaia di franchi. La riduzione dell’onere fiscale sui redditi più alti viene comunque in parte compensata soprattutto da due fattori: il maggior costo dell’abitazione e i contributi all’AVS. Circa quest’ultimo punto si deve considerare che il contributo all’AVS, a causa del livello massimo consentito per la rendita, a partire da un reddito di 100’000 franchi diventa in pratica un’imposta. L’imposta effettiva da pagare potrebbe perciò aumentare di circa il 10% per i salari interessati. Bisogna inoltre tener conto che sulla sostanza più alta, l’imposta può variare dallo 0,1 allo 0,7%, a cui si aggiunge l’imposta sul reddito della sostanza stessa. Da quest’anno si deve anche tener conto dell’imposta massima del 15% per la tassazione dei redditi dei grandi gruppi di aziende. Finora 18 Cantoni su 26 chiedevano un’imposta inferiore, per cui devono applicare un aumento d’imposta sugli utili di aziende con una cifra d’affari superiore ai 750 milioni di franchi.
Questo particolare onere fiscale era già, in media, del 14,6%. L’eventuale aumento del gettito resta acquisito al Cantone se fatto di propria iniziativa. Se invece è conseguente all’applicazione dell’accordo internazionale, un quarto del gettito va alla Confederazione. Nei confronti intercantonali il Ticino (compresi alcuni Comuni) è già al 19,16%. Se però si dovesse aumentare il moltiplicatore cantonale, l’aliquota salirebbe ancora. Per il momento il Comune più favorevole è Castel San Pietro con il 17,12%, mentre più «cari» per le aziende potrebbero essere vari Comuni che chiedono il 17,52% sugli utili. Il capoluogo del Cantone più favorevole è sempre Zugo, che applica ancora un tasso dell’11,88%, seguito da vicino da Nidvaldo (11,97%) e da Lucerna con il 12,9% (media cantonale). Tra le imposte per le persone fisiche, troviamo in testa Zugo (22,2%), con il comune più favorevole in tutta la Svizzera, e cioè Muheim, che però applica il 23% in totale, seguito da Appenzello Interno (23,8%), Obvaldo (24,5%), Svitto (25%), Nidvaldo e Uri (25,3%). Come già accennato, il Cantone più «caro» è Ginevra (46%) con il Comune più caro della Svizzera che è Genthod. Il Ticino è al quartultimo posto con una media cantonale del 40,1% e vari Comuni più «cari» con il 41,2%. Anche queste cifre dimostrano che la concorrenza fiscale fra Cantoni è sempre d’attualità e che l’aliquota unica per le grandi aziende non cambia molto la situazione. Anzi ha accentuato lo spostamento della tassazione delle aziende verso la tassazione delle persone fisiche, dei redditi individuali.
Negli ultimi tempi tanti Cantoni si sono mossi nella direzione di una diminuzione della pressione fiscale sul reddito. Il Canton Grigioni ha ridotto le imposte del 5%, Vaud del 3,5%, mentre il Ticino propone una riduzione dal 15% al 12% dell’aliquota più alta e una riduzione dell’1,66% per gli altri contribuenti. Per le aziende con cifra d’affari inferiore a 750 milioni, molti Cantoni si danno da fare per attirare anche piccole e medie aziende. Perfino Zurigo vuole ridurre l’aliquota dal 7 al 6%. Da notare che oggi in Ticino il 26,6% dei cittadini non paga imposte, mentre lo 0,5% dei contribuenti con reddito oltre i 500’000 franchi paga il 20% delle imposte e il 26% con oltre 200’000 franchi di reddito paga il 35,7% delle imposte. Il Consiglio di Stato ha rilevato che tra il 2016 e il 2022 ben 395 grandi contribuenti hanno lasciato il Cantone, mentre ne sono arrivati 190, per cui il Ticino ha perso 10 milioni all’anno di entrate fiscali. Dato che in tutti i Cantoni le prestazioni a favore dei cittadini e altri fattori di attrattività si equivalgono, il fattore fiscale diventa più importante nella concorrenza fra Cantoni.