Contrordine, è un paese per vecchi

by Claudia

Simposio ◆ Il 25 marzo si svolgerà all’USI il Lugano Longevity Summit per riflettere sul tema dell’invecchiamento. La città sul Ceresio sarà la prima svizzera a entrare nella piattaforma internazionale City of Longevity

L’eterna giovinezza da sempre affascina l’uomo. Fin dai miti greci, passando da Dorian Gray per arrivare al cinema odierno il sogno, o meglio, l’aspirazione di intervenire sul fluire del tempo e sulla decadenza del corpo stuzzica la nostra mente influenzata oggi da un allungamento dell’aspettativa di vita mai conosciuto in precedenza. Ma la vecchiaia è una malattia? Si può prevenire e curare? È possibile ed etico impegnarsi nella ricerca dell’eterna giovinezza e nell’allungamento dell’aspettativa di vita? Il tema è di grande attualità anche per le sue ricadute economiche, etiche, socio-assistenziali e culturali. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel modo in cui ci avviciniamo all’invecchiamento che merita una riflessione a tutto tondo.

Per questi motivi, l’associazione BrainCircle Lugano, con il patrocinio della Città di Lugano, in collaborazione con le principali Istituzioni scientifiche della Svizzera italiana, l’USI con la Facoltà di biomedicina e la SUPSI con il Centro competenza anziani del DEASS (Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale), entrambi partner scientifici dell’evento, ha deciso di organizzare per il 25 marzo 2024 il Lugano Longevity Summit, un evento aperto al grande pubblico, sostenuto da Percento culturale Migros Ticino, rivolto anche a studiosi, amministratori, medici e operatori sanitari.

Affermati ricercatori e ospiti di livello internazionale affronteranno il tema della longevity e dell’healthy aging, fra questi ci saranno vere e proprie star come David Sinclair, professore di genetica alla Harvard Medical School e co-direttore del Paul F. Glenn Center for Biology of Aging Research, e Nir Barzilai, professore di medicina e genetica, direttore dell’Institute for Aging research del Nathan Shock Center of Excellence in the Basic Biology of Ageing e del Paul F. Glenn Center for the Biology of Human Ageing Research presso l’Albert Einstein College of Medicine. E poi Nic Palmarini, direttore del National Innovation Center for Ageing (NICA) e ideatore del network City of Longevity, piattaforma che favorisce lo scambio tra città di idee e policies sulla longevity, affronterà il tema di come le città possano essere portatrici di benessere e soluzioni innovative per una delle grandi sfide del futuro, l’invecchiamento della popolazione.

Oggi, il tema dell’invecchiamento e della cure anti-aging è molto discusso, anche in modo controverso. C’è chi, come il «guru» delle ricerche anti-aging David Sinclair, autore di bestsellers e nominato dalla rivista «Time» una delle 50 persone più autorevoli nel campo dell’assistenza sanitaria, parla della vecchiaia come di una malattia, suggerendo nuovi paradigmi che dovrebbero portarci a vivere bene e più a lungo. Perché il punto è proprio questo: come possiamo prolungare la sopravvivenza sana, la cosiddetta «healthy lifespan», che dovrebbe essere un dovere per qualsiasi società moderna e responsabile? Man mano che invecchiamo, cresce la nostra fragilità, ed è sufficiente un banale trauma o una malattia per condurci alla morte. Il cambiamento di prospettiva suggerito da scienziati come Sinclair è quello di vedere l’invecchiamento come una malattia e come tale curabile, fino a rendere possibile il sogno di rallentare il processo di invecchiamento e magari… di non invecchiare.

Un primato europeo

Il Canton Ticino, con una vita media di 85,7 anni, è la regione più longeva d’Europa (dati aggiornati in aprile 2023 prendono in considerazione il 2021 – Ufficio europeo di statistica Eurostat) e la Svizzera italiana con le sue istituzioni scientifiche sta diventando un polo di riflessione e ricerca intorno al tema della longevity e dell’aging, temi complessi, spesso affrontati con pregiudizio e poca conoscenza. Lugano, in particolare, è una delle città europee con la popolazione più anziana, merito sicuramente della qualità del suo ambiente e dei suoi servizi, ma questo dato impone anche una riflessione profonda su vari aspetti. Negli anni, Lugano è diventata un riferimento non solo regionale e cantonale per la cosiddetta silver economy, il settore delle attività economiche operanti nella cura degli anziani, con progetti e attività mirati proprio all’inclusione e all’interscambio fra i residenti di tutte le età. Tutto ciò, insieme al consolidamento internazionale delle sue università, agli investimenti per i nuovi campus, alla nascita di una Facoltà di biomedicina, alla crescita dei suoi Istituti di ricerca biomedica, fa di Lugano la candidata ideale per diventare città della longevità e per una riflessione intorno al tema della Longevity.

A questo proposito, in occasione del Summit del 25 marzo, sarà annunciata, con la consegna simbolica di un attestato, l’adesione della Città di Lugano, prima città in Svizzera, alla piattaforma internazionale City of longevity (https://cityoflongevity.uknica.co.uk/). La procedura è stata portata avanti dalla Divisione Socialità della Città di Lugano, che fin da subito ha sostenuto e creduto in questa iniziativa; così, da oggi Lugano sarà al fianco di città come Londra, Lisbona, Tel Aviv, per vivere da protagonista una delle sfide più importanti del prossimo futuro. Essere Città della longevità richiede cambiamenti sostanziali nei comportamenti dei suoi cittadini e nelle norme sociali, lungo tutto l’arco della vita, a partire dalla giovinezza – qui sta il segreto – per ritardare gli effetti negativi dell’invecchiamento. Le politiche intergenerazionali sono uno dei cardini del progetto City of longevity, così come la riduzione delle disuguaglianze sanitarie e una politica coordinata fra i vari dipartimenti della Città. Come si legge nella presentazione del progetto, «una società della longevità rappresenta una nuova fase per noi esseri umani e richiede la messa in discussione di nozioni radicate sull’età e sull’invecchiamento».

Entro il 2050, le città ospiteranno più di due terzi della popolazione mondiale e oltre due miliardi di persone avranno più di 60 anni. È una fetta della popolazione che già oggi esercita il potere economico maggiore, che ha accesso a capacità tecnologiche più avanzate che mai. Ma, allo stesso tempo, le città stanno affrontando grandi sfide, nei sistemi di governance, a livello di trasporti, di risorse energetiche e comunicazioni, di servizi sociali e assistenza sanitaria, in uno scenario economico e ambientale incerto. Le città sono i luoghi che possono progettare il futuro, e non rispondere solo all’emergenza, diventando promotori di benessere e salute. Tutto questo lo si può fare sfruttando la quantità enorme di dati che generiamo con i nostri dispositivi digitali, trasformando i dati in conoscenza, sviluppando politiche strutturate e strategie di prevenzione misurabili, attraverso sistemi interconnessi e intelligenti.

Dopo tre anni di incubazione presso il National Innovation Centre for Ageing (NICA) del Regno Unito, il progetto City of longevity è stato lanciato ufficialmente il 6 luglio 2023 alla presenza delle delegazioni delle città di Buenos Aires, Lisbona, Tel Aviv, Barcellona, Coimbra, Bergamo, Madeira, Cremona, Sunderland, Belfast, Newcastle e Charlton. Oggi Lugano entra a far parte di questo gruppo di città: condividerà problemi, soluzioni e strumenti per diventare una città capace di stimolare e offrire comportamenti più sani a residenti, visitatori e turisti.

Rafforzare la ricerca

L’adesione di Lugano al progetto s’inserisce in un quadro più ampio che vede il Canton Ticino luogo ideale non solo per vivere bene e a lungo, ma anche per fare ricerca intorno al tema della Longevity e dell’invecchiamento. Come dichiara il prof. Andrea Alimonti, direttore dell’Institute of Oncology Research (IOR) di Bellinzona: «Una delle aree strategiche dello IOR, condivisa anche con BIOS (Bellinzona Institutes of Science), l’associazione mantello di cui fa parte anche l’IRB (Istituto di ricerca in biomedicina), è quella di rafforzare la ricerca nel settore dell’aging in modo da comprendere, nel nostro caso, come e perché la maggior parte dei tumori si verifica in età avanzata». A tale riguardo lo IOR insieme ad altri Istituti di ricerca del Cantone ha intrapreso una serie di iniziative per ricevere il riconoscimento come Centro Nazionale di Competenza per la Ricerca (NCCR) sulla Longevity, ma il cammino è ancora lungo. Oggi in Ticino si fa ricerca biomedica e oncologica di alto livello e l’intera regione con la sua popolazione ha caratteristiche tali che la rendono un luogo ottimale per studiare i processi di invecchiamento. «Ci saranno altre iniziative – continua Alimonti – nel 2025, per esempio, organizzeremo un’importante conferenza con l’European Association for Cancer Research (EACR) proprio su cancro e invecchiamento. Per noi la ricerca sull’invecchiamento è e sarà prioritaria. Sono due i fattori che rendono strategico questo asse di ricerca: da una parte gli abitanti del Canton Ticino sono fra i più longevi d’Europa e dall’altra la ricerca biomedica nel nostro Cantone che, in diversi ambiti, è sempre più all’avanguardia».

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