Famiglia ◆ Il sonno è fondamentale per i più piccoli, favorisce la crescita e la serenità, come spiegano le psicologheGiordana Ercolani e Lorenza Isola in un nuovo manuale
Cercando sui motori di ricerca online si trovano diversi aforismi sul sonno dei bambini. Alcuni sono estrapolati dai classici della letteratura, altri arrivano dritti dai social network. Il mio preferito è questo: «Un bimbo che dorme è una poesia senza parole». Non è possibile risalire all’autrice (o all’autore) di questa massima che sicuramente risuona nei cuori e nelle menti di tutti i genitori. Un bambino addormentato, infatti, rappresenta la grande tregua, alla fine di una giornata (iniziata probabilmente troppo presto), lo spartiacque tra il caos e la quiete.
Non sempre, però, il sonno arriva. Ci sono bimbi che cercano di restare svegli il più possibile o che si ridestano all’improvviso e con regolarità, trascinando madri e padri in uno stato di prostrazione e occhiaie perenni.
Sono numerosi i manuali pubblicati nel corso degli anni che hanno promesso miracoli o semplicemente espresso solidarietà a chi è costretto alle notti in bianco. Il più divertente è stato senza dubbio il libro della buonanotte per adulti con i versi di Adam Mansbach e le illustrazioni di Ricardo Cortés dal titolo irripetibile (Go the F**k to Sleep). Diventato un caso nel mondo anglosassone una decina di anni fa – definito dal «New York Times» «una bibbia per genitori stanchi» e dal «Washington Post» «Uno zeitgeist genitoriale» – catturava perfettamente i patimenti, con una buona dose di ironia e cinismo, nel cercare di mettere a dormire il proprio «angioletto» insonne.
Nelle ultime settimane è stato dato alle stampe un piccolo manuale curato dalle psicologhe Giordana Ercolani e Lorenza Isola. Pubblicato da FrancoAngeli, si intitola Fai la ninna, fai la nanna. Esercizi per aiutare bambini e genitori a dormire bene e crescere in armonia. Il testo ci ricorda che nel mondo industrializzato il 25 per cento dei bambini sotto i cinque anni soffre di disturbi del sonno, mentre dopo i sei anni e fino all’adolescenza la percentuale si aggira intorno al 10-12 per cento. Come spiega Lorenza Isola ad «Azione», la letteratura scientifica ha delineato con precisione le caratteristiche principali di questi disturbi. «Tra i più comuni, in età evolutiva, ci sono l’insonnia di cui sembra soffrire il 20-30 per cento dei minori, seguita dalle parasonnie per il 25 per cento». In quest’ultima definizione rientrano diverse situazioni: il pavor nocturnus – il risveglio dal sonno profondo, in preda a uno stato di agitazione intensa; il sonnambulismo; l’enuresi notturna, cioè fare la pipì nel letto.
La buona notizia, comunque, ci dicono le psicologhe, è che si può imparare a dormire. Giordana Ercolani spiega: «Anche se il sonno è un processo così naturale ed essenziale per il benessere degli esseri umani, non è scontato che venga automatico. Per questo il ruolo dei genitori o di chi si prende cura del bambino è estremamente importante». È utile, perciò, informarsi e impostare delle corrette abitudini. Ad esempio, occorre fare attenzione al livello di stanchezza del bambino, mantenere delle routine prevedibili e coerenti, prepararsi alla nanna fin da svegli facendo attenzione a cosa si mangia e si beve. «A ciò si uniscono anche delle attenzioni di tipo emotivo – aggiunge Ercolani – come mostrarsi accoglienti ed empatici, ma anche fermi sulle regole stabilite per il riposo. Così il bambino impara a gestire la frustrazione e a regolare le emozioni, soprattutto paura, ansia, rabbia e tristezza».
Il sonno è un elemento centrale nella costruzione e nel mantenimento di una buona qualità della vita. Racconta Lorenza Isola: «Nel corso della crescita di un bambino si osserva che durante il sonno hanno luogo processi fondamentali e necessari. Avviene, ad esempio, il consolidamento della memoria, la rielaborazione di quanto vissuto da svegli, la secrezione di ormoni che favoriscono la crescita, il rafforzamento dei sistemi di apprendimento così come delle competenze di risolvere problemi e molto altro. La ricerca ci informa anche che una quantità di sonno insufficiente aumenta, oltre ovviamente i livelli di stanchezza, anche il rischio di incidenti, infortuni, ipertensione, obesità, diabete e depressione e negli adolescenti è associato anche ad un aumentato pericolo di autolesionismo e a situazioni più gravi».
Secondo le psicologhe, quindi, pur considerando che ogni caso è a sé e che nelle fasi di crescita le situazioni cambiano, se ci si trova di fronte a un bambino che fatica spesso ad addormentarsi oppure a mantenere il sonno (e questa situazione interferisce con la serenità del piccolo), è utile chiedere aiuto al proprio pediatra e ad altri professionisti come il neuropsichiatra infantile e lo psicologo-psicoterapeuta. Ci sono diversi tipi di interventi possibili, per raggiungere tutti quanti serate e nottate di pace e serenità.