Studio di registrazione ricavato in un’aula del palazzo principale dell’ateneo, entusiasmo e tanta voglia di comunicare. All’Università della Svizzera italiana è nata la prima radio creata dagli studenti. Si chiama L’Asterisco. A realizzarla, Francesco Culici, studente iscritto alla Facoltà di scienze economiche di Lugano, con la collaborazione di Francesco Quattrucci, Thomas Seveso e Marco Pagani.
Francesco Culici, come è sorta l’idea di creare un mezzo di comunicazione all’interno dell’istituto accademico?
L’Università della Svizzera italiana è un luogo molto interculturale che mi ha aperto la mente e ha messo sotto i miei piedi il terreno più fertile possibile per crescere. L’iniziativa nasce con lo scopo di promuovere l’innovazione all’interno dell’ateneo, contribuire a creare un’atmosfera più unita e abbattere il muro di formalità che spesso si erige tra studenti e professori.
Ma si tratta di una radio o di un podcast?
Di un podcast. La differenza con una radio? Il fatto che i contenuti saranno anche video. Alcuni di essi, come le interviste, saranno registrati e poi pubblicati, mentre la maggior parte delle rubriche sarà trasmessa in diretta, visibile in formato video, oltre che ascoltabile come radio. Un aspetto sul quale ci stiamo focalizzando è quello delle interviste ai professori, con lo scopo di conoscere il loro lato personale e rendere l’esperienza universitaria formativa il più completa possibile. Tutti gli studenti USI e SUPSI avranno la possibilità di partecipare, formando il loro gruppo di lavoro, e creando la loro rubrica. Ogni gruppo di lavoro avrà a disposizione uno spazio settimanale fisso nello studio in Università (aula 131) per registrare o mandare in diretta il proprio episodio. Ogni semestre (15-20 settimane) formerà una Stagione. Ci saranno 10 gruppi di studenti, che spazieranno sui loro temi: sport, musica, cultura, viaggi, vita universitaria, news, eventi, curiosità e molto altro. L’Asterisco andrà quindi in onda 2 volte al giorno, escluse le interviste tenute dal sottoscritto, che saranno trasmesse e pubblicate senza orari prestabiliti.
Come è avvenuta la scelta del nome?
Il nome originale avrebbe dovuto essere Radio USI, strada che abbiamo deciso di non percorrere per evitare che le opinioni e le decisioni trasmesse nel podcast potessero essere interpretate come comunicazione istituzionale. Ho deciso di chiamarlo L’Asterisco per sfruttare quel simbolo che tutti conoscono ma a cui nessuno attribuisce un concreto significato. Ora, un qualcosa di concreto attribuibile a questo nome esiste, il che lo renderà un pensiero ricorrente nella mente di chi conosce il podcast, ogni volta che si imbatte in un asterisco. Il simbolo indica proprio un «qualcosa in più», qualcosa che non sostituisce nulla di già esistente, ma serve a dare del valore aggiunto.
Sei iscritto a economia, eppure il progetto si cala decisamente nel campo della comunicazione. Appare una contraddizione…
Domanda molto interessante, alla quale rispondo riportando le parole che il professor Gianluca Colombo, ex Decano della facoltà di scienze economiche, ha utilizzato in un episodio de L’Asterisco che uscirà su YouTube nella prima settimana di aprile: «È fondamentale essere un pacchetto completo: bisogna individuare le hard skills sulle quali ci si vuole focalizzare (quale lavoro si vuole fare nella vita), e svilupparci intorno le soft skills adatte (comunicazione, leadership, gestione delle persone, ecc)». Ecco, l’economia, nello specifico il management, rappresentano le mie hard skills, mentre questo progetto è per me un’opportunità di sviluppare le soft skills. Il mio interesse per i mezzi di comunicazione nasce dalla passione per podcast e interviste che trovo formative, positive, che abbiano un messaggio da lasciarmi. Questo ha creato in me il desiderio di fare lo stesso, di lasciare il segno in modo positivo.
Avete una linea editoriale?
I programmi devono naturalmente essere approvati dal direttivo, che agisce coniugando gli interessi degli studenti e dell’Università. Tutti i partecipanti al progetto si interfacciano costantemente tra loro e con me, per assicurarsi di operare sempre sulla stessa lunghezza d’onda. I programmi saranno trasmessi in onda su YouTube e Twitch e dunque saranno accessibili anche a persone esterne all’Università. I primi episodi sono già online sul nostro canale YouTube: Asterisco Podcast Official.
Ci sono modelli in altre università svizzere o estere ai quali vi siete ispirati?
Esistono già Radio Studentesche Universitarie, in Svizzera, Italia, Europa e America, alle quali mi sono spirato. L’USI ha svolto un ruolo fondamentale nella realizzazione del podcast. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla nascita di questa iniziativa, il rettorato e il servizio di comunicazione istituzionale, che hanno da subito condiviso i valori del progetto e fornito il loro supporto, dapprima approvando l’associazione studentesca e poi mettendoci a disposizione uno spazio. Ho però sempre voluto sottolineare come si tratti interamente di un progetto studentesco e di come i contenuti dell’Asterisco non rispecchino opinioni e decisioni del servizio di comunicazione istituzionale. L’Asterisco è un progetto destinato a rimanere nell’USI anche dopo la fine del mio percorso.