Ogni nascita porta con sé la propria storia. Bambine e bambini vengono alla luce al termine di percorsi che possono essere molto diversi fra loro. Uno di questi riguarda i bambini nati da un’ovodonazione ai quali è ora possibile spiegare le loro origini con il supporto di Volevamo te, un innovativo libro illustrato. Pubblicato in quattro lingue (tedesco, italiano, francese e inglese), il volume ripercorre il processo di donazione sia dal punto di vista medico, utilizzando termini corretti, sia da quello emotivo. Quest’ultimo aspetto riguarda da un lato il desiderio dei genitori di dar vita a una famiglia e dall’altro il gesto della donatrice di ovociti. Promotrici e autrici del volume sono la dottoressa Anna Raggi, ginecologa specializzata in medicina della riproduzione, e la psicologa Sandra Cesna, diventata madre di due figli grazie all’ovodonazione. Entrambe sono attive a Basilea. Con Anna Raggi, cresciuta in Ticino e pure madre di due figli, abbiamo approfondito contenuti e intenti di «una pubblicazione volta ad aiutare e non a convincere».
Va precisato che in Svizzera la donazione di ovociti è vietata dalla Legge sulla medicina della procreazione, Legge che ammette invece quella di spermatozoi. Entrata in vigore nel 2001, la Legge è attualmente in fase di revisione. Sulla donazione di ovociti nel 2022 si sono espresse a favore di una legalizzazione entrambe le Camere del Parlamento federale. Ora spetta al Consiglio federale dar seguito a tali decisioni. Anna Raggi, cofondatrice del centro per il trattamento dell’infertilità Fertisuisse con sede a Olten e a Basilea, è responsabile del gruppo di lavoro della Società svizzera della medicina della riproduzione (SGRM) sulla futura legalizzazione del dono di ovociti in Svizzera. Al momento i bambini che nel nostro Paese nascono da questo processo hanno quindi origine da una donazione che avviene all’estero. Né la futura madre, né il medico che segue poi la gravidanza in Svizzera (in genere accompagnando la coppia fin dall’inizio del percorso) incorrono in sanzioni, ma devono tenere in considerazione questo quadro giuridico.
Riguardo al numero di casi, «non esistono statistiche ufficiali – spiega Anna Raggi – ma si può stimare che in Svizzera circa 500 donne all’anno ricorrano al dono di ovociti. La maggior parte ha oltre 40 anni e arriva in consultazione dopo diversi tentativi di FIV (Fecondazione In Vitro) falliti, mentre per le donne giovani il problema è sovente legato a una menopausa precoce». Il tasso di riuscita di una gravidanza con ovodonazione è elevato, pertanto i bambini la cui storia inizia in questo modo sono numerosi. Consapevoli degli aspetti non solo clinici, ma pure etici e morali di un simile percorso, gli specialisti in medicina della riproduzione accompagnano la coppia con particolare cura, preparandola ed evidenziando anche i bisogni e i diritti del nascituro. Precisa la nostra interlocutrice: «I futuri genitori devono essere consapevoli che si tratta di un percorso composto da più fasi che richiede un certo lasso di tempo. Per essere in grado di decidere come vogliono procedere, è necessario che siano bene informati sugli aspetti medici come pure sulle implicazioni emotive, compresi i rischi clinici legati a questo processo. Riguardo al nascituro, pur volendolo rendere partecipe delle sue origini, sovente la coppia tende a identificare questo momento con la maggiore età o più in generale con “quando sarà grande”. È invece importante, come dimostrano diversi studi, che il bambino conosca le sue origini sin dall’inizio». Le autrici consigliano quindi di rispondere con sincerità alle prime domande del bambino, utilizzando vocaboli adeguati all’età ma corrispondenti alla realtà del suo concepimento.
Volevamo te è un titolo che intenzionalmente sottolinea l’unicità del figlio o della figlia a lungo desiderato/a. La storia, arricchita dai disegni di Nadja Baltensweiler, specializzata nell’illustrazione scientifica e medica, inizia con il messaggio positivo di un desiderio divenuto realtà. Il libro colma una lacuna nelle pubblicazioni dedicate a questo tema, soprattutto per quanto riguarda l’approccio e la disponibilità linguistica. «Esistono solo pochi libri di questo genere in lingua tedesca e nel resto del mondo – svela la dottoressa Raggi – per cui abbiamo voluto elaborare una proposta in quattro lingue che affrontasse la nascita da ovodonazione partendo da uno stato d’animo sereno e sottolineandone gli aspetti emozionali. In questo modo il bambino o la bambina può confrontasi in modo armonioso con la sua storia. Il libro è adatto già a partire dai 3-4 anni grazie a disegni colorati raffiguranti molti animali accompagnati da un testo chiaro ed essenziale. Determinate spiegazioni e immagini, riguardanti ad esempio l’ecografia, sono utili per rispondere in maniera più esaustiva alle richieste di bambini più grandi. Non da ultimo Volevamo te è dal nostro punto di vista uno strumento valido anche per i futuri genitori che si sentono tranquillizzati vedendo come potranno raccontare al loro bambino la sua storia».
È infatti meglio per tutti i membri della famiglia parlare apertamente di come è avvenuto il concepimento. La nostra interlocutrice, grazie all’esperienza maturata in molti anni di accompagnamento di coppie che ricorrono con successo all’ovodonazione, evidenzia l’importanza di questo comportamento. «Il segreto tenderebbe invece a pesare nell’ambito familiare, potrebbe essere fonte di stress nel rapporto fra madre e figlio/a, o ancora rischierebbe di emergere in momenti inopportuni, come quando a scuola viene affrontato il tema dei gruppi sanguigni».
Paure e dubbi da parte della coppia fanno parte del percorso che la porta a diventare una famiglia. Sarò capace di amare questo bambino in quanto madre biologica ma non genetica? Come e quando dovrò raccontargli come è stato concepito? Sono alcuni interrogativi ricorrenti ai quali la dottoressa Raggi risponde con chiarezza, aggiungendo la possibilità di confrontarsi con chi ha già vissuto questa esperienza attraverso il gruppo di auto-aiuto fondato dalla psicologa Sandra Cesna. Destinato a genitori e persone interessate al tema dell’ovodonazione, il gruppo è attivo nel canton Argovia, dove ha sede anche l’Associazione Ovodonazione Svizzera di cui la psicologa è fondatrice e presidente. Prosegue Anna Raggi: «Fra i bisogni particolari della coppia durante il percorso che conduce all’ovodonazione, oltre all’indispensabile elaborazione del lutto dei precedenti tentativi di gravidanza, emerge l’esigenza di essere rassicurati. A questo stadio il confronto con l’esperienza altrui è sempre un valido aiuto. Finora nessuna coppia che ho seguito si è mai pentita di aver optato per l’ovodonazione, ma è importante ribadire che si tratta sempre di una libera scelta della coppia». Non va inoltre dimenticato il ruolo della donatrice. Anche da questo punto di vista il libro è all’avanguardia, poiché include l’aspetto emotivo legato a questo atto. «Ci è sembrato giusto – conclude al proposito l’intervistata – dare spazio al tema del dono, ritenendo che la donatrice vada considerata e meglio ancora onorata per il suo gesto. D’altronde potrebbe capitare che un talento particolare del figlio o della figlia discenda proprio da lei».
Wir wollten Dich è il nome originale in tedesco non solo del libro, ma anche dell’organizzazione no-profit che lo sostiene. Il volume rappresenta infatti un primo contributo «a favore del lavoro educativo, scientifico e politico sul tema della donazione di ovociti e spermatozoi, nonché su altri temi relativi alla medicina della riproduzione». Con cura, precisione e sensibilità Anna Raggi e Sandra Cesna mettono al servizio della comunità le loro conoscenze professionali arricchite dalle rispettive esperienze di vita, affinché sia più semplice raccontare a un pubblico di età differenti la storia di una nascita che vuole solo essere una fra quelle possibili.