«È il 4 aprile 1981 quando durante una mite giornata primaverile, viene inaugurato il nuovo Olimpia. Un locale dallo stile sobrio e al tempo stesso elegante, con arredi che richiamano quelli tipici milanesi». Inizia così l’avventura di Guido Sassi al ristorante per antonomasia dei luganesi che lui stesso definisce «la mia università della strada» nel suo libro appena pubblicato dalle Edizioni San Giorgio e intitolato Come su un palcoscenico. La mia Lugano da Piazza Riforma. Ed è davvero un punto di osservazione privilegiato l’Olimpia dal quale per quarant’anni Sassi guarda la città passargli sotto gli occhi, non foss’altro perché il locale è all’interno di Palazzo Civico. Fu il sindaco Ferruccio Pelli, racconta Sassi, che fin dall’inizio ricordò all’allora giovane gerente «che quello non era un locale qualunque, mi disse: “Durante il giorno sopra ci siamo noi, alla sera sulla piazza ci sei tu”».
Molti gli aneddoti, i ricordi, le personalità, gli eventi e i progetti che Sassi descrive e ripercorre nel suo breve libro arricchito da molte fotografie che a parecchi luganesi stuzzicheranno la nostalgia, una su tutte quella del mercato in Piazza Riforma datata 1976. Ma quella di Sassi non è una pura e semplice «operazione nostalgia», né un amarcord che piagniucola sui bei tempi andati (certo, c’è anche la Lugano del bel viif!), nelle intenzioni dell’autore si coglie invece una forte tensione verso il futuro, una volontà propositiva e positiva che vorrebbe vedere i luganesi più attivi, che elabora idee, che sprona alla laboriosità e alla creatività perché «animare la città è un mestiere difficile». Anche se Sassi si rende conto della complessità dei problemi odierni ammette in tutta sincerità: «Ho difficoltà a contenere la mia veemenza quando parlo di Lugano, forse perché la amo troppo».
Il libro è un flusso di ricordi e di emozioni che accomunano molti luganesi e che svelano a chi a Lugano non è nato uno scorcio di vita cittadina. Il ricavato della sua vendita sarà a favore del progetto di restauro dell’Oratorio di San Giorgio sulla collina tra Magliaso e Agno, un’antica chiesetta costruita attorno al 1650 – 1700 oggi in grave stato di degrado.