Se c’è una cosa che fa parte del DNA del Migros Museum für Gegenwartskunst, i cui spazi espositivi (situati nell’ex birrificio Lowenbräu a Zurigo) già valgono una visita, è la capacità di stupire. Attraverso forme d’arte che sfidano le convenzioni, di lettura non sempre immediata, si viene stimolate/i alla riflessione, a rimettere sul tavolo delle discussioni tutto quanto abbia a che fare con l’arte.
Non poteva scostarsi da questa «filosofia espositiva» nemmeno la mostra attuale, suddivisa in due sezioni, la prima dedicata alla materia, la seconda all’artista e poeta francese Tarek Lakhrissi.
E così, se al piano terra ci si può confrontare in modo franco e senza dubbio ironico con opere legate alla materia e al concetto della creazione fisica (e per l’occasione il museo si è appoggiato alla sua ricca collezione), al primo piano, grazie a un percorso che si snoda attraverso elementi sognanti suddivisi in tre atti, avvolti da una patina quasi chic, si viene chiamate/i a confrontarsi con la diversità, sia essa di genere, di classe o di appartenenza identitaria. I colori, l’ambientazione delle opere invitano all’indugio in «momenti sognanti in mezzo al caos».