Il 7 luglio 2024 è una data fondamentale per il mondo dell’automotive. Entreranno infatti in vigore le nuove prescrizioni del Regolamento europeo 2019/2144 sugli Adas obbligatori nelle auto di nuova immatricolazione. Per i non addetti ai lavori, gli Adas (Advanced Driver Assistance Systems) aiutano l’automobilista durante la guida quotidiana.
I primi sistemi di «assistenza» erano primitivi rispetto a quelli attuali. Spesso si trattava di optional costosi a cui molti rinunciavano e quasi sempre erano destinati alle ammiraglie; d’altronde, come disse Joachim Schmidt, storico capo ricerca e sviluppo del Gruppo Mercedes-Benz: «Il lusso è uno stimolo all’innovazione». Ed ecco allora che in anteprima mondiale nel 1998 proprio sulla Classe S, ammiraglia della Casa tedesca, debutta il Tempomat con regolazione della distanza. Avvalendosi di un radar, il sistema monitora costantemente il traffico rilevando sia la distanza rispetto al veicolo che precede sia la relativa velocità. Sulla base di questi dati elabora una serie di comandi di guida al fine di mantenere sempre la giusta distanza di sicurezza rispetto al mezzo che lo precede. Rallenta intervenendo su motore, freno e cambio automatico. E se inizialmente operava in un range di velocità compreso tra 40 e 160 chilometri orari, oggi arriva ad arrestare completamente l’auto.
Mercedes non era certo nuova a soluzioni che avrebbero reso e rendono ancora oggi più sicuri i viaggi in auto, considerando che nel 1995 adottò per prima l’Electronic Stability Program (ESP). E precedentemente, nel 1978, in collaborazione con Bosch lanciò l’ABS. Ovvero il sistema pensato per evitare il bloccaggio delle ruote in frenata. Insomma delle pietre miliari nella storia dell’industria automobilistica. La Casa della stella a tre punte a oggi ha circa 100mila brevetti dei quali molti dedicati proprio alla sicurezza.
Torniamo ai giorni nostri, al 7 luglio 2024. Sul sito dell’Automobile Club Svizzero (www.acs.ch) si può leggere che l’introduzione si applica ai nuovi veicoli e che nessuna messa a norma è prevista per quelli già esistenti. L’ ACS «sostiene lo sviluppo di nuove tecnologie, in quanto promuovono un uso più efficiente e sicuro delle infrastrutture e aumentano la sostenibilità della mobilità individuale. Allo stesso modo, i sistemi intelligenti di assistenza alla guida contribuiscono ad aumentare la sicurezza stradale e riducono tanto il rischio di incidenti quanto le loro conseguenze».
È un dato di fatto: della tecnologia oggi ci si può fidare, lo facciamo tutti i giorni nella vita quotidiana. L’errore, certo, è possibile, è tuttavia dimostrato che è più probabile che un essere umano freni in ritardo e vada a tamponare il veicolo che lo precede piuttosto che faccia lo stesso un computer. In ogni caso non stiamo ancora parlando di guida autonoma totale, ma di un prezioso ausilio alla sicurezza in cui è comunque richiesta una costante vigilanza da parte dell’automobilista. Un po’ come su alcuni aerei che sono in grado di procedere autonomamente alle manovre di atterraggio seppur sempre e solo in presenza attenta del Comandante pronto a intervenire.
Ma entriamo nel dettaglio dei sistemi di bordo che saranno obbligatori dal prossimo 7 luglio. Tra questi la predisposizione per il montaggio di un sistema Alcolock con interfaccia e cablaggio per agevolare la successiva installazione di un dispositivo che impedisca al conducente in stato di ebbrezza di avviare il veicolo. Poi sarà obbligatorio il montaggio all’origine di una Blackbox ovvero una scatola nera come quella degli aerei in grado di rilevare velocità, decelerazione, accelerazione, ribaltamento e l’attivarsi di diversi dispositivi (airbag, fari, indicatori di direzione eccetera) prima durante e dopo un incidente. La registrazione verrà conservata nel veicolo a partire da cinque secondi prima dell’evento sino al termine dello stesso.
Non mancherà il sistema di adattamento intelligente della velocità che la limita in funzione della segnaletica stradale. A questo si aggiunge un sistema di avviso di disattenzione e stanchezza del conducente che analizza il comportamento dello stesso monitorando i segnali di diminuzione della concentrazione, emettendo un segnale acustico e visivo che invita a fare una pausa. Prezioso inoltre il «sistema di rilevamento in retromarcia» che frena automaticamente se nota la presenza di oggetti dietro il mezzo. Infine, non si può non menzionarlo, con tutta questa elettronica diventa indispensabile il software che protegge il veicolo da attacchi informatici degli hacker.
E infatti dal prossimo 7 luglio questo e altro saranno di serie. E meno male…