Il Canton Ticino come il Liechtenstein

Quando si parla di problemi del mercato del lavoro non è facile trovare in Svizzera esempi con i quali comparare la situazione del nostro Cantone. L’economia ticinese è, da più di due decenni, un’economia che cresce solo perché cresce l’effettivo degli occupati. Nel medesimo tempo il numero degli occupati residenti nel Cantone è stagnante o tende a diminuire. In altre parole, la crescita dell’occupazione in Ticino è garantita unicamente dal continuo aumento dei lavoratori frontalieri. Attualmente i frontalieri rappresentano circa un terzo della manodopera occupata nel Cantone. Situazioni di questo tipo si ritrovano in Svizzera solo nel Canton Ginevra che ha una percentuale di frontalieri pari al 28,8%. Ginevra è però un grande Cantone urbano, più facilmente accessibile dalla Francia che il Ticino dall’Italia. Inoltre, a differenza del Ticino, un quinto dei frontalieri ginevrini sono svizzeri che hanno scelto di andare a vivere in Francia perché lì il costo della vita è più conveniente.

Più vicino al Ticino, come problemi del mercato del frontalierato, è invece il principato del Liechtenstein. Anzi, con la sua proporzione di frontalieri, attualmente superiore al 50% del totale degli occupati, il Liechtenstein indica dove il mercato del lavoro ticinese potrebbe trovarsi in un futuro non così lontano. Come in Ticino anche in Liechtenstein il quotidiano afflusso di frontalieri crea grossi problemi. Nelle ore di punta le strade di accesso al Principato sono intasate. Ma non per questo l’offerta di posti di lavoro nelle aziende del Principato ha cessato di crescere. Lo scorso anno l’occupazione è aumentata di nuovo dell’1,3%. Confrontato con la difficoltà di reperire nuove forze di lavoro, il Governo del Principato aveva incaricato un gruppo di lavoro di studiare possibili soluzioni. Le conclusioni del lavoro di questo gruppo sono state presentate di recente. Come il Ticino, il Liechtenstein prevede, per il prossimo futuro, grosse difficoltà di reclutamento perché le entrate sul mercato del lavoro non basteranno a compensare le uscite dovute ai pensionamenti. Il gruppo di lavoro crede poi che il gap che esiste tra offerta e domanda di lavoro continuerà ad aumentare nonostante i progressi nella digitalizzazione e i nuovi sviluppi della tecnologia.

Poiché, per diverse ragioni, un aumento del numero dei lavoratori immigrati in Liechtenstein è praticamente impossibile, il gruppo di lavoro si è orientato piuttosto verso la mobilizzazione di riserve di lavoro interne al Principato e misure nel campo della formazione e della formazione permanente. Nel suo rapporto ha proposto misure in tre distinti campi: il campo della formazione, il campo della mobilizzazione di riserve di popolazione attiva potenziale e il campo delle misure di promozione più strettamente legato alle politiche di reclutamento delle aziende e alle esigenze di mobilità dei lavoratori. Nel primo campo, quello della formazione professionale, si prevedono misure per migliorare la formazione e la formazione permanente. Nel secondo, quello della mobilizzazione di riserve lavorative interne, il gruppo di lavoro propone, con misure che facilitino lo svolgimento di un’attività lavorativa a persone che hanno figli a carico, anche misure che rendano più attrattivo continuare a lavorare anche dopo il pensionamento.

Un terzo gruppo di misure in questo campo dovrebbe permettere di lavorare a una quota maggiore di rifugiati con statuto di protezione s (come per esempio i rifugiati ucraini). Il terzo campo di intervento raccoglie misure che concernono più direttamente il reclutamento di manodopera. Con le stesse si intende soprattutto incrementare l’attrattiva delle aziende del Principato come datori di lavoro nonché l’accessibilità dello stesso per i lavoratori frontalieri. Che il gruppo di lavoro del Governo del Liechtenstein riservi un’attenzione speciale alle misure che possono migliorare l’attrattiva delle aziende del Principato come datori di lavoro è comprensibile.

A differenza del Ticino che, per i frontalieri italiani, è quasi sempre molto attrattivo in termini di salario, il Principato del Liechtenstein, che deve attrarre soprattutto frontalieri dalla Svizzera, si trova sul mercato del lavoro in una situazione di maggiore concorrenza perché non esistono praticamente differenze salariali tra i due Paesi. È difficile valutare se le misure promosse dal gruppo di lavoro consentiranno o meno al Liechtenstein in futuro di far fronte al crescente fabbisogno di lavoratori. Bisogna comunque riconoscere che chi lo governa si è reso conto di quanto acuto potrebbe diventare questo problema.

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