Una tempesta inclusiva

L’undicesima edizione delle Giornate del Teatro svizzero che si è svolta recentemente al LAC ha avuto il pregio di proporre sulle scene di Lugano e di Bellinzona quanto di più rappresentativo e originale possa offrire il panorama nazionale. D’altronde è fra le sue finalità, accanto a quella di favorire un contatto fra le diverse regioni linguistiche con produzioni accuratamente selezionate, che quest’anno hanno privilegiato tematiche legate alla diversità e l’inclusione, all’identità e al ricambio generazionale.

Fra i sei spettacoli che la rassegna ha proposto, si è fatto decisamente notare Sturm di Michael Schröder, una libera interpretazione de La tempesta di Shakespeare a opera della compagnia mista del Theater St.Gallen con il Komiktheater, l’unico teatro professionale con persone disabili della Svizzera orientale. Proposto sul palco del Teatro Sociale, la burrasca è la prima cosa a occupare una scena ingombra di pedane e allungata su praticabili. È la memoria dell’ingegnosa macchineria strehleriana, fra il sibilo del vento, il rombo dei tuoni e vele issate sullo sfondo.

È solo l’inizio di un gioco delle parti, di un caos organizzato, un naufragio su un’isola dove Calibano è un re che nessuno ascolta, Ariel è uno spiritello che non ha molta voglia di usare le sue ali, Miranda è destinata a sposarsi fra i mugugni mentre Calibano è una variabile impazzita.

Lo spettacolo viene conquistato da una società anarchica, dove l’umorismo e l’autoironia governano le azioni trasformandole in un carosello di immagini, spunti che gli attori hanno tratto dall’opera del Bardo nelle sue componenti essenziali, travolte da un ensemble musicale libero dalle convenzioni dove la parola trova spazio in un crescendo di situazioni allusive, rivoluzionarie, dissacratorie. Gli attori tradizionali sembrano dover sparire per lasciare il posto alla straordinaria versatilità dei loro compagni di viaggio, dove la disabilità esce dai parametri buonisti di un processo inclusivo per diventare il motore di un sogno. Quello di un’isola che non c’è.

Un luogo dove vivere senza condizionamenti e divieti, al riparo della malattia e del male, senza oppressione, disuguaglianze, segregazione. Una dimensione utopica dove trionfano l’amore, la serenità, la scienza. Una società più giusta e dall’apparenza scoordinata da un allestimento che travolge la platea con la sua voglia di gioire e andare oltre.

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