Bridget, la strega di Salem

Difficile fare una valutazione certa: alcune fonti parlano addirittura di centomila casi di accuse di stregoneria portate all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Un calcolo più realistico recente (2017) sostiene che almeno 16’000 persone siano morte giustiziate o in detenzione nella sola Europa. Donne e uomini sono distribuiti equamente fra le fonti di accusa, con una maggioranza di donne – proporzionalmente prevalenti quelle di classe medio-bassa – fra gli accusati.

Come reiterato più di una volta dall’Altropologo in questa rubrica, la caccia alle streghe è un fenomeno dell’Età Moderna, e non un rigurgito del Medioevo, come comunemente s’intende. Nel 643 il Re Longobardo Rotari sanciva la messa a morte di coloro che avessero accusato «una donna di condizione servile» (aldia) poiché – scriveva nel suo codice di leggi – «è ripugnante ad una mente cristiana pensare che una donna possa rendere impotente un uomo con mezzi magici»: e qui, se vogliamo, sta l’intero nocciolo della stregoneria. Costoro erano rei di causare panico e disordini sociali presso una popolazione prona a credere nelle attività diaboliche condotte per mezzo della stregoneria, ma per lunghi secoli la Chiesa aveva condannato tali credenze – e pratiche – come risibili superstizioni «da vecchiette» (vetulae): così, fra tanti, il grande Burcardo di Worms. Le cose cambiarono radicalmente nel contesto e come conseguenza di medio-lungo periodo delle crociate contro i Catari (1209-1229). A partire dalla Riforma inizia un’escalation culminata nei primi decenni del 1600 (6000 casi) per poi velocemente ridimensionarsi (3000 casi nel 1640). Ci avrebbe pensato stavolta il Nuovo Mondo a rimpinguare le statistiche. Come sempre da quelle parti le cose si fecero in grande. Nel 1692, mentre in Europa pian piano ci si preparava allo scetticismo Illuminista, a Salem, nella colonia del Massachusetts, duecento persone furono accusate e giudicate in tribunale con l’accusa di pratiche stregonesche. Esemplare, in quello che alcuni storici hanno visto tanto come la fine della Teocrazia dei Padri Pellegrini del Mayflower, quanto, al contrario la radicalizzazione di un certo estremismo settario/religioso che ancora caratterizza il Paese più Libero del Mondo, il caso di Bridget Bishop, la prima persona a essere giustiziata per impiccagione nei Processi di Salem.

Bridget Bishop era stata sposata tre o forse anche quattro volte e aveva quattro figli. Era di condizione agiata, così come agiati e rispettabili erano (stati) i suoi mariti. Gestiva due taverne ed era nota per il vestire elegante e i modi disinvolti. Era già stata accusata di aver stregato a morte il suo secondo marito, Thomas Oliver, ma era stata assolta. La seconda volta andò peggio: nell’interrogatorio del 19 aprile l’accusa la voleva stavolta colpevole di aver stregato ben cinque giovani donne. Molte e bizzarre le testimonianze accusatorie: da chi, come il suo stesso marito, sosteneva che cantasse le lodi del Diavolo, a chi testimoniò che la sua «ombra» (shape) appariva di notte e lo scaraventava giù dal letto, a coloro che affermarono che possedesse bambole stregate usate per malefici, a chi ancora la accusò di avergli stregato il gatto alla fine di un alterco… Testimoni presenti al processo sostennero che, ogni volta che Bridget guardasse ai suoi accusatori, questi cadevano in una sorta di trance. Un’ispezione corporale – standard per rivelare «marchi del diavolo» – certificò che l’accusata avesse tre capezzoli, «segno» poi smentito da una seconda verifica. Cotton Mather, che scrisse un dettagliato resoconto molti anni dopo, nel 1862, sostenne che Bridget fu condannata non tanto per le attività stregonesche, che non furono provate, ma per il fatto che avesse «mentito» alla giuria. Cosa ciò abbia significato nel clima di panico collettivo di una Salem avvelenata dal settarismo religioso, nel tumulto infettivo di un clima sociale di virulenti cambiamenti e conflitti sociali rafforzati dal terrore della minaccia indiana, è ancora materia di discussione fra storici e antropologi.

Bridget, sempre dichiaratasi innocente, fu condannata a morte dopo otto giorni di processo. Il 10 giugno 1692 fu impiccata a Gallows Hill, Salem. La prima donna messa a morte della Colonia e la prima di altri diciannove giustiziati. Nel 1868, in quello che divenne noto come Il Secondo Processo per Stregoneria di Salem, un affiliato della setta Christian Science accusò un confratello, Daniel Spofford, di stregarlo coi suoi poteri ipnotici. Il giudice archiviò il caso ricorrendo a un cavillo tecnico rimasto famoso negli annali legali. Il diavolo, dunque, suona sempre due volte: alla terza chiamata pure l’Altropologo al numero verde 800…

Related posts

Si può essere allergici ai funghi?

«Nostro nipote non ci aiuta, siamo disorientati»

Trent’anni di solitudine