Temere le azioni
Secondo uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), solo il 13% delle economie domestiche svizzere investe i propri soldi in borsa. Molti considerano le azioni troppo rischiose e preferiscono «parcheggiare» il loro denaro sul conto di risparmio. L’esperienza insegna tuttavia che, a lungo termine, le azioni fruttano rendimenti più elevati, a prescindere da perdite di corso a breve termine. Quindi, per proteggere i risparmi dall’inflazione e costituire un patrimonio, è consigliabile investirne una parte in azioni. Più è lungo l’orizzonte temporale, maggiore è il potenziale di rendimento.
Attendere il momento migliore
Il mercato azionario è ciclico, proprio come l’economia: alle flessioni del mercato seguono solitamente fasi di ripresa. Il momento migliore per acquistare azioni è quando queste hanno raggiunto il minimo e sono più convenienti, ma è difficile prevederlo. La durata dell’investimento è più importante del momento in cui si comincia: ecco perché conviene iniziare a investire il prima possibile e continuare il più a lungo possibile. Più lunga è la durata degli investimenti, tanto più il patrimonio potrà crescere.
Cedere all’effetto emulazione
In borsa regna un clima di euforia, le quotazioni salgono costantemente e i media gonfiano ulteriormente le aspettative: «Comprare subito azioni per assicurarsi la propria fetta di torta». Ma attenzione: chi cede all’impulso corre il rischio di restare indietro rispetto al mercato. Spesso infatti quando si crea l’entusiasmo, i titoli sono già costosi. In questo modo si riducono le possibilità di ottenere un buon rendimento, quantomeno a breve termine. Quando tutti gli altri investitori si entusiasmano per un’azione, prima di acquistare è consigliabile informarsi bene sull’azienda e sul mercato.
Sopravvalutare sé stessi
La ricerca di rendimenti rapidi induce a sopravvalutare le proprie capacità. Confidando sul proprio fiuto e su informazioni apparentemente affidabili, soprattutto i non addetti ai lavori si lasciano trascinare in rischiosi acquisti di azioni e puntano spesso su singoli titoli, da cui si aspettano una solida performance. Se quest’aspettativa viene disattesa, si rischiano perdite ingenti. È meglio distribuire il capitale su diverse classi di asset, regioni, settori e imprese, ad esempio con un fondo ampiamente diversificato, riducendo così al minimo il rischio di perdita.
Vendere in preda al panico
Se in borsa si verifica un crollo, il mercato può scendere del 20% o più, come è successo l’ultima volta durante la pandemia di Coronavirus. Tuttavia, anche in caso di correzione nella norma, i titoli possono subire flessioni dal 5 al 10%. In queste fasi molti investitori tendono a reagire impulsivamente e, per paura di ulteriori perdite, vendono i loro investimenti perdendo così somme ingenti. In realtà, dopo un crollo, i mercati si riprendono più rapidamente di quanto si pensi. Quindi è meglio mantenere il sangue freddo e continuare a puntare su azioni solide anche nei periodi difficili. Consiglio: con i fondi strategici o i mandati di gestione patrimoniale gestiti professionalmente si evitano decisioni sbagliate.
La tattica dello struzzo
La perdita viene percepita con maggior forza rispetto a un guadagno, di conseguenza si sviluppa l’abitudine di aggrapparsi a cose ormai andate perse da tempo, soprattutto se queste hanno richiesto molto tempo, energia o denaro. Per questo motivo gli investitori tengono troppo a lungo nel loro deposito un’azione in perdita, nell’illusoria speranza di un’inversione di tendenza. Se un titolo perde costantemente, ad esempio perché il modello operativo della società in questione non tiene il passo con il mercato, conviene venderlo, anche se ciò comporta una perdita.
Usare due pesi e due misure
Gli esperti in psicologia finanziaria hanno constatato che gli utili e le perdite di corso vengono elaborati in due conti mentali diversi: se un’azione sale, molti investitori convertono mentalmente gli utili nominali in profitti reali. Questo li spinge spesso a vendere anticipatamente per poter realizzare l’utile effettivo. Al contrario, se il valore di un’azione scende, la perdita nominale non viene automaticamente considerata una perdita reale, pertanto si tende a rimandare la vendita. Per evitare di trovarsi alla fine con un deposito composto solo da «titoli in perdita» è raccomandabile non vendere le azioni vincenti alla prima oscillazione al rialzo.
Temere l’alta quota
«Se i corsi di borsa salgono per un periodo di tempo prolungato, aumenta notevolmente la probabilità di una caduta». Questo errore di pensiero è molto diffuso e fa sì che, nel timore di un crollo, si tenda a vendere troppo rapidamente dei titoli di borsa anziché lasciarli fruttare. Se un’azienda raggiunge regolarmente nuovi massimi storici, questo indica spesso una forte posizione di mercato e stabilità economica.
Cosa consiglia l’esperto
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Sacha Marienberg
Responsabile Investment Office
presso la Banca Migros