L’elegante sperone dell’aquilegia

Compaiono da fine marzo quasi all’improvviso, con una rosetta di foglie verde smeraldo a tre lobi incisi e pavoneggiandosi, subito dopo, con lunghi steli variopinti. Stiamo parlando dell’aquilegia, un’erbacea perenne che, allo stato naturale, cresce spontanea sui versanti di praterie, boschi e montagne anche alle nostre latitudini, dove possiamo trovare le due specie: A. vulgaris e A. alpina.

Della famiglia delle Ranuncolacee, le aquilegie prediligono posizioni di luce filtrata nelle ore più calde della giornata, come può essere quella che accarezza la terra sotto le fronde di arbusti e alberi.

I loro fiori, che compaiono tra la fine di aprile e il mese di maggio, incantano non solo per via dei colori, ma anche per la complicata struttura che li caratterizza: ben dieci sono gli elementi che formano la corolla, mentre i sepali (ciò di cui è composto il calice del fiore) si fondono insieme estroflettendosi fino a formare uno sperone ricurvo che ricorda molto lo sperone sulle zampe delle aquile, da cui probabilmente l’assonanza tra i due nomi.

I fiori sono coloratissimi, come in A. caerulea x «Red Hobbit», alta tra i 50 e i 60 cm, con speroni rosso carminio e petali bianco ghiaccio, bellissima sia da sola sia accompagnata a un’altra varietà, come potrebbe essere A. vulgaris «Ruby Port» dai fiori più piccoli, a forma di pompon rosso rubino simili a preziose pietre.

Che dire poi della gialla A. chrysantha «Yellow Queen» alta ben un metro che assomiglia a un canarino cinguettante, oppure l’elegante «Spring Magic Blue-White» con un nome che la descrive perfettamente? Impossibile elencarle e descriverle tutte, ma è possibile coltivarne parecchie in giardino e scoprire ogni anno colori nuovi grazie alla loro capacità di ibridazione e di autodisseminazione.

Perenni e rustiche, sono in grado di sopportare senza problemi gelate invernali anche molto intense, e di fatto amano posizioni fresche, quindi, come detto, a mezz’ombra, con una costante umidità del terreno. Si possono seminare a marzo o a ottobre in contenitori riempiti di torba soffice e sabbia fine. La superficie deve essere vaporizzata quotidianamente e dopo una quindicina di giorni avrete le prime piantine da poter trapiantare in piena terra l’autunno successivo.

Si possono anche acquistare piante già in fiore, pronte per essere spostate in contenitori più grandi o in aiuole, con uno strato di stallatico maturo per una concimazione naturale o con un concime a lento rilascio. Alla base della buca che ospiterà la vostra aquilegia, vi consiglio di collocare del materiale drenante, come ghiaia o argilla espansa, per evitare dannosi ristagni. Le piante vanno bagnate abbondantemente subito dopo la messa a dimora, intervenendo successivamente una volta alla settimana per tutta l’estate.

Piantando varietà diverse, queste produrranno moltissimi semi che si diffonderanno spontaneamente. Il che produrrà un effetto multicolore: le nuove piante assumeranno infatti colorazioni sempre nuove, imprevedibili e originali. Se invece vi siete innamorati di una specifica varietà e non volete perderla, sarà necessario raccogliere tutte le capsule fruttifere e seminarle dopo la fioritura, oppure potrete moltiplicare la vostra pianta mediante la divisione dei cespi del vecchio esemplare.

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