In attesa dell’arrivo in campo politico nazionale dell’iniziativa contro la «penalizzazione del matrimonio», e probabilmente anche di quella per una revisione delle rendite AVS per le coppie sposate, il problema del trattamento sfavorevole di questo tipo di vita in comune torna quasi regolarmente d’attualità. Ciononostante la gente continua a sposarsi. Ma, soprattutto tra i giovani che affrontano la nuova vita con gioia ed entusiasmo, comincia a serpeggiare un certo malcontento, in particolare al momento di compilare la prima dichiarazione d’imposta.
Magari chi ha vissuto una fase di cambiamento si accorge di aver perso i vantaggi della vita precedente il suo matrimonio. Prima ognuno viene considerato persona singola anche se vive in concubinato, reddito e sostanza restano appannaggio del singolo individuo, mentre con il matrimonio si crea una comunità di vita. Da qui in avanti le decisioni vengono prese in comune, ma possono già nascere controversie quando una delle parti decide per conto suo. Ma al di là di tutte le questioni giuridiche che possono sorgere, il fisco gioca un ruolo importante, dal momento che non considera più il singolo individuo, ma la «comunità» che è nata. La conseguenza è che i redditi e la sostanza dei due coniugi vengono sommati e provocano generalmente un aumento delle imposte. Solo quando uno solo dei coniugi produce un reddito, o il reddito dell’altro coniuge è molto basso, la coppia può avere qualche vantaggio. Gli specialisti hanno calcolato che due coniugi con un reddito tra i 75’000 e i 125’000 franchi ognuno pagano più imposte di quelle delle persone singole sommate. Come accennato all’inizio, c’è un ennesimo tentativo di eliminare questa disparità, ma la proposta di «tassazione individuale» del Consiglio federale non incontra molti favori (vedi «Azione» dell’8.1.2024 e del 4.3.2024). Tuttavia anche coloro che accettano questa disparità si trovano di nuovo svantaggiati al momento del pensionamento. Infatti, anche se entrambi i coniugi hanno pagato i contributi AVS, la loro rendita non sarà doppia, ma solo una volta e mezzo la rendita singola. I concubini ricevono ognuno la propria rendita tra il minimo e il massimo (cioè oggi tra 1225 franchi mensili e 2450 franchi) che sommati significano tra i 2450 e i 4900 franchi mensili. Le coppie sposate riceveranno invece una rendita mensile fra i 1633 e i 3675 franchi mensili.
Se poi si considerano le singole spese per la vita di coppie sposate, già lo stesso matrimonio costa tra i 20’000 e i 100’000 franchi, secondo i calcoli dell’Associazione svizzera pianificatori di matrimoni indipendenti. Per non parlare poi di un’eventuale separazione o divorzio (e si tratta del 50% circa dei matrimoni conclusi ogni anno). I più costosi sono gli avvocati che – a seconda dei Cantoni – calcolano il loro onorario fra i 200 e i 600 franchi l’ora. Costa meno se, con il matrimonio, si è concluso anche un contratto matrimoniale con separazione dei beni. Se no la sostanza accumulata dopo il matrimonio viene divisa per due. Anche in caso di debiti fatti dopo il matrimonio, per i concubini, di regola, non ci sono problemi. Per gli sposati, invece, i coniugi rispondono ognuno con la propria sostanza. In regime di separazione dei beni, i debiti aziendali possono essere esclusi dalla procedura. Come si può scegliere il regime dei beni da adottare con il contratto di matrimonio, così si può fare anche in caso di concubinato. L’esperienza dimostra comunque che la maggior parte dei coniugi adotta il sistema tradizionale della comunione dei beni. Del resto la maggior parte delle famiglie in Ticino è ancora regolata da un accordo che vede il marito procurare più reddito e la moglie occuparsi di casa e figli (spesso oltre al lavoro part-time). Però il matrimonio si basa su un contratto. In caso di scioglimento dello stesso la moglie rischia di essere sfavorita, poiché le varie leggi non garantiscono il livello del reddito precedente. Tuttavia la Costituzione federale, con la revisione del 1981, entrata però in vigore soltanto nel 2000, pone marito e moglie sullo stesso piano anche per la decisione di sciogliere il matrimonio.
Se però il matrimonio funziona, la scelta di sposarsi ha ancora qualche vantaggio. Nel concubinato le persone restano singole e, a parte il vantaggio fiscale, non godono di protezioni sociali o giuridiche particolari per i superstiti. Il caso peggiore è dato dal decesso di uno dei due. Il sopravvissuto non ha diritto a prestazioni dell’AVS o dell’assicurazione e, nella maggior parte dei casi, nemmeno della cassa pensione. È possibile porre rimedio, ma la cassa pensione può rifiutarlo. È anche possibile indicare nel testamento il beneficiario del lascito, fatte salve le «legittime» dovute ai figli o a parenti, mentre nel matrimonio si applicano le leggi. Non solo: un’eredità da concubinato viene tassata mentre di regola il superstite di un matrimonio è esente da imposte. In sintesi: un matrimonio in casi estremi protegge meglio di un concubinato. Anche uno studio dell’Università di Lucerna giunge a conclusioni analoghe, dopo aver analizzato svantaggi ma anche vantaggi del matrimonio. Per esempio un’aliquota d’imposta di favore applicata da alcuni Cantoni (Ticino compreso). Per l’imposta federale diretta (IFD) ciò avveniva prima del 2018. Ma – secondo lo studio – dopo il 2018 la situazione è cambiata e il matrimonio viene penalizzato, come conferma anche un’indagine dell’Amministrazione federale delle finanze (AFC). Lo studio di Lucerna ha però cercato di essere più preciso di quello dell’AFC basandosi sui dati concreti di 10’000 famiglie con doppi redditi. La conclusione è che il 29% delle coppie concubine verrebbero penalizzate, mentre il 46% delle coppie sposate verrebbero fiscalmente favorite, senza però sapere di quanto, con qualche riserva nei casi singoli. Resta assodato che una tassazione individuale favorisce l’accesso a un lavoro rimunerato da parte di entrambi i coniugi, anche quando uno dei due si vede aumentare le imposte.