Lo spirito del personaggio, la sua forza vitale espressa attraverso l’abilità creativa e l’intenso lavoro, senza dimenticare le gioie della vita. Sono questi i tratti che più colpiscono quando si incontra la figura di Elsa Barberis (1902-1991), stilista luganese affermatasi nell’alta moda a livello internazionale fra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso. Lo confermano tutte le persone incontrate nell’ambito del progetto Barberis, a cominciare dalla scrittrice e regista Claudia Quadri alla quale va il merito di aver riportato in vita attraverso il film Elsa Barberis, una pioniera dimenticata, una donna all’avanguardia e di successo. Oggi Elsa Barberis è anche fonte di ispirazione per le nuove generazioni che si affacciano alle professioni nel settore della moda. Il progetto Barberis, sempre per iniziativa della regista ticinese, ha infatti coinvolto la STA (Scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda) e il CSIA (Centro scolastico per le industrie artistiche), permettendo in primo luogo di riprodurre modelli originali di Elsa Barberis e campioni di tessuti da lei utilizzati. Studentesse e studenti sono inoltre stati incoraggiati a utilizzare gli originali al fine di reinterpretare lo stile Barberis in chiave contemporanea. Le docenti Valeria Gilardi (STA) e Sara Forzano (CSIA) spiegano il valore aggiunto dell’iniziativa in chiave scolastica.
Il progetto ha conosciuto un ulteriore risvolto pubblico al termine della proiezione del film di Claudia Quadri alla Lux Art House di Massagno lo scorso maggio. Alcune immagini d’epoca del film si sono infatti materializzate in una breve sfilata di moda accompagnata dalla presentazione dei campioni di tessuti. Per giungere a questi obiettivi è stato necessario un impegno su più anni, in particolare da parte della regista.
Quando cerca una figura femminile per il suo contributo al volume Projekt Schweiz (Unionsverlag , 2021) – 44 ritratti di personaggi che hanno caratterizzato la Svizzera – Claudia Quadri consulta gli Archivi Riuniti Donne Ticino e scopre Elsa Barberis. «Sono rimasta subito colpita dalla sua personalità – ricorda la regista – che ho trovato man mano sempre più interessante. Elsa Barberis ha lavorato sodo da autodidatta in tempi economicamente difficili. Sicura di sé ed estroversa, è diventata un’ottima ambasciatrice dei suoi abiti, ironizzando sui suoi difetti fisici. Il suo sorriso è invece un punto di forza che trasmette il suo amore per la vita».
Per il successo di Elsa Barberis nella haute couture nazionale risulta determinante la partecipazione alla Settimana Svizzera della Moda del 1943 a Zurigo. Città che assieme a Vulpera nei Grigioni la vede presentare le sue collezioni negli anni seguenti con apprezzamenti che giungono, oltre che da una clientela facoltosa, da attrici famose nel mondo intero come la statunitense Gloria Swanson. Il ritrovamento in un’agenda delle tracce di questa conoscenza rientra pertanto fra i momenti clou delle indagini di Claudia Quadri. Nel 1958 Elsa Barberis disegna pure una serie di modelli per la seconda edizione della SAFFA (Schweizerische Ausstellung für Frauenarbeit). «Uno dei modelli proposti alla SAFFA figura sulla copertina di una rivista ticinese che mi è stata consegnata dopo la proiezione del film a Massagno», prosegue la regista che sta ora lavorando per aggiungere un nuovo tassello al progetto Barberis sotto forma di mostra. Precisa al riguardo: «Speriamo di poter arricchire quanto emerso finora con nuovo materiale, anche perché gli abiti originali rimasti sono pochi. Ben venga quindi ogni nuovo contributo, frutto del ritrovamento di vestiti o di altri oggetti legati all’attività di Elsa Barberis. Sappiamo che ha commissionato gioielli e lavorato con partner sul territorio per quanto riguarda scarpe e cappelli. È stata una donna moderna dai molteplici talenti, da ricordare anche quale imprenditrice avendo dato lavoro a decine di collaboratrici. Attraverso i suoi abiti ha plasmato un certo gusto e incarnato una mentalità all’avanguardia».
La sua moda comoda ma raffinata riflette le esigenze di una donna moderna che guida, viaggia, pratica sport. I modelli ricreati dalla STA sono quindi interessanti anche per le tematiche che introducono. Valeria Gilardi, docente di design del prodotto, è affascinata da questa figura che attraverso le sue creazioni ha veicolato il messaggio di una donna libera, legata però anche alle tradizioni nella scelta dei materiali. «Questa collaborazione – precisa la docente, parte del team di insegnanti che ha condotto il progetto – ha rappresentato un unicum per la STA, scuola superiore il cui profilo di Tecnico diplomato SSS di tessile e dell’abbigliamento, moda e tecnologia (TTA) ha il compito di industrializzare i prodotti di abbigliamento. Lavoriamo quindi su progetti ma di origine aziendale. Nell’anno scolastico 2020-2021 abbiamo colto l’opportunità di collaborare con Claudia Quadri adattando la proposta al nostro percorso formativo. Abbiamo realizzato 8 total look storici composti da 14 pezzi e 21 total look contemporanei (32 modelli più gli accessori) ispirati ai codici stilistici Barberis». Gli studenti coinvolti sono stati dodici di cui la metà provenienti dalla Svizzera francese. Ancora Valeria Gilardi: «In Romandia non esiste una scuola che offra questa formazione, per cui diversi studenti si spostano in Ticino. Poter conoscere un’importante figura ticinese affermatasi nella moda ha costituito per loro un ulteriore arricchimento». Fra i capi simbolo di Elsa Barberis riprodotti nel 2021 Valeria Gilardi ne cita due: «la gonna a portafoglio, considerata un emblema dei movimenti femminili, e la giacca oversize ispirata al guardaroba maschile».
Per quanto riguarda i tessuti Elsa Barberis privilegiava le fibre naturali, come cotone, lino, canapa, juta e lana. Undici allievi e allieve della Sezione creatori di tessuti del CSIA durante due settimane di laboratorio tessile nella primavera del 2022 ne hanno riprodotti e poi reinterpretati alcuni. A guidarli un team di cinque docenti fra le quali Sara Forzano, responsabile della Sezione. Pure lei esprime il suo entusiasmo per questo progetto che ha permesso agli studenti di confrontarsi con la creatività di un personaggio carismatico quale è stata Elsa Barberis. «Il suo credo di passione e fiducia nel lavoro offre ai giovani una chiave di lettura per il loro futuro, nel proseguire gli studi o nell’iniziare un’attività professionale. Questa esperienza ha trasmesso molta energia che stimola a lavorare, a osare superando gli schemi, a perseguire un’idea di benessere nell’ambito del proprio lavoro». L’interesse degli allievi è stato immediato? «Bisogna ammettere – risponde Sara Forzano – che all’inizio entrambi i gruppi (del primo e del secondo anno) erano un po’ perplessi. Essendo adolescenti, il mondo di Elsa Barberis appariva lontano ed estraneo alla loro realtà. La presentazione di Claudia Quadri ha però messo in luce il carattere non conformista della stilista, personaggio curioso che ha catturato la loro attenzione». Aggiunge la docente: «Il gruppo del primo anno ha lavorato sui modelli originali della collezione dedicata ai villaggi ticinesi, mentre gli studenti del secondo anno su quelli relativi allo sport e al tempo libero. Il lavoro sul telaio per realizzare i campioni è stato preceduto da un’analisi del materiale di partenza per riconoscere le armature (gli intrecci), le fibre e i colori».
La collaborazione del progetto Barberis con il settore formativo potrebbe proseguire vista l’intenzione di organizzare un’esposizione che raccolga materiale originale come pure la produzione delle scuole. Fra gli auspici di Claudia Quadri anche la realizzazione dei modelli presentati alla SAFFA. Per la regista infatti Elsa Barberis rappresenta non da ultimo «una figura emblematica di un mondo femminile operoso che in quegli anni lavorava più che altro nell’ombra. Inoltre, pensando ai parallelismi fra la situazione di partenza di Elsa e la realtà odierna – pandemia, guerre, crisi economica – il suo coraggio e il suo impegno possono fungere da esempio per le giovani generazioni».
Mentre la formazione nell’ambito della moda in Ticino viene oggi sostenuta e potrà contare fra qualche anno sul nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile che sorgerà a Chiasso, il recupero di figure come quella di Elsa Barberis offre nuovi stimoli all’interno di diversi curricoli, favorendo il legame con il territorio e le sue tradizioni. L’entusiasmo contagioso suscitato dal progetto Barberis è significativo del valore della sua protagonista che ha conosciuto il successo attraverso una concezione progressita della moda pur partendo da una realtà provinciale. Se negli Sessanta ciò non è bastato a tramutare quel successo in una spinta per ulteriori sviluppi, ora le premesse sono diverse ed Elsa, come viene affettuosamente chiamata dalle intervistate chinatesi a fondo sul suo operato, è più attuale che mai, con il suo stile, il suo spirito, la sua visione.