Tutti al Grin!

by Claudia

Dal 5 al 7 luglio torna il festival mesolcinese

Nel dialetto della Val Mesolcina la parola «grin» significa grillo, ma inevitabilmente faeco al termine inglese «green», in voga oggi a causa delle problematiche ambientali che sempre più ci riguardano. Se ne sono accorti Nico Fibbioli, Domenico Tanese e Ursula Bucher, organizzatori del Grin Festival di Roveredo, evento annuale sostenuto dal Percento culturale Migros che da sette stagioni anima culturalmente l’estate del Grigioni italiano. E che vale la pena di sostenere a maggior ragione dopo i disastri del maltempo dei giorni scrosi.

Oltre a formule quali «sostenibilità ambientale» e «sensibilizzazione», fra le parole-chiave dell’iniziativa troviamo anche termini come «integrazione», «diversità» e «interculturalità» a sottolineare un progetto che si sviluppa all’insegna di quei valori sui quali bisognerebbe puntare per la realizzazione di un’armonica convivenza fra popoli.

L’associazione mira col proprio intervento a creare una solida base di lotta al razzismo e all’esclusione sociale sia attraverso una programmazione attenta alla scena locale ma estremamente aperta al mondo, sia con l’inserimento di figure con un passato migratorio recente nella parte organizzativa del festival. E questo affidando ai coinvolti ruoli e compiti di responsabilità, poiché è attraverso l’assegnazione di mansioni di rilievo che il pregiudizio nei confronti dello straniero va combattuto.

Anche quest’anno, quindi, l’appuntamento si ripete e, dal 5 al 7 luglio, per un intero fine settimana, il comune di Roveredo si convertirà in quella piccola Woodstock che fra campeggi, tendoni, palchi all’aperto e spazi di ristoro di edizione in edizione raduna attorno a sé una comunità sempre più entusiasta. Naturalmente, le cose da fare e vedere sono moltissime e spaziano dai concerti al teatro, dai workshops rivolti agli adulti alle attività destinate ai bambini, insomma, una carrellata di possibilità davvero ricca e invogliante.

Ci limitiamo qui a segnalare alcuni degli appuntamenti, invitando però chi ci legge a consultare al più presto il sito grinfestival.ch, così da lasciarsi catturare dall’attrattiva di una manifestazione pensata non come il solito luna-park culturale estivo, ma alla stregua di una vera e propria possibilità di incontro fra persone lontane e vicine, differenti ma accomunate dal più semplice dei bisogni umani: quello di stare insieme.

Si comincia venerdì 7 con un primo spettacolo pomeridiano del Duo Minuusch, Picknick, che vedrà le clowns Angèle Guérin e Marianaus Neyrinck battibeccare per una mela attraverso esibizioni di giocoleria, per poi passare, alle 20.00, alla performance musicale della cantante francese Mireille Ben, fondatrice del festival bellinzonese Slow Music e responsabile, in passato, del settore «musica popolare» presso la Fonoteca nazionale svizzera. Più tardi, dalle 21.30, sarà il turno del finlandese Antti Paalanen, noto per la creazione di un personale mondo sonoro di grande originalità, sospeso fra tradizione e nuova tecnologia.

Le giornate di sabato e domenica, che per densità possono essere considerate il cuore stesso del festival, sono una vera e propria girandola di appuntamenti sin dalla mattina. Ci saranno le peculiarissime Storie al telefono rodariane raccontate da Daniele Bianco e il trio polacco femminile Sutari, che fonde folk e modernità nella propria musica sperimentando suoni inusuali, appartenenti agli oggetti della quotidianità.

E poi ancora e soprattutto musica multietnica, con le melodie di gruppi provenienti da ogni dove: gli Assurd, i Danûk, i Buzz’ayaz, i Neckaranga, i Rüüt, e Io, te e Puccia. Insomma, fino all’ultima sera a, Roveredo, non mancheranno certo le possibilità di «rifarsi le orecchie». A buon intenditor, poche parole.