Sbrigate le pratiche, la buralista postale mi chiede se al conto delle cedole mensili voglio aggiungere anche uno scudo per il nuovo distintivo del primo agosto. Stavo dicendo di no, ma guardando l’offerta esposta ho trovato originale, simpatica anche, la proposta di Pro Patria per il 2024. Subito me lo sono appuntato su una sorta di gilet estivo che con le sue mille tasche mi consente di evitare le giacche. Il distintivo di quest’anno riproduce in miniatura uno dei millanta cartelli che vediamo nei boschi e sui monti per segnalare sentieri e mete di escursioni. Il motto per ricordare il Natale della patria è infatti «Escursionismo, lo sport popolare». Mi soffermo poi sulle quattro località indicate e noto che hanno un riferimento orario. Subito la cortese buralista risponde al solito azzeccagarbugli che sono io e mi spiega che quelli indicati sono i tempi di percorrenza (ovviamente a piedi e in ore, trattandosi di escursionismo), cioè le ore di cammino necessarie a chi, partendo dalla sede centrale di Pro Patria a Zurigo, vuol toccare quattro luoghi «culturalmente significativi» della Confederazione. Distintivo patriottico al 100 per cento insomma. Che una volta appuntato sul gilet mi causa un effetto inatteso: camminando si muove e «chiama» continuamente la coda dell’occhio. Mi trovo così a rimuginare pensieri su Pro Patria e alla fine anche sulle destinazioni indicate: Rütli raggiungibile in 19 ore; San Gottardo 23 ore; Gruyères 41 ore e Val Mustair 56 ore. Come si legge sul sito di Pro Patria, l’ente utilizza i fondi raccolti per la promozione di progetti di tipo culturale e sociale in tutta la Svizzera «al fine di mantenere vivo il ricordo della nascita della Confederazione e (…) s’impegna a favore di una Svizzera che, con la sua diversità, offre un luogo d’accoglienza per tutti». La fondazione, nel concreto, promuove progetti in ambito culturale che creino opportunità di incontro e di scambio per la popolazione, sostenendo la varietà culturale del Paese.
Pensieri belli insomma, che Pro Patria rinnova ogni anno per lanciare il primo agosto il suo ormai più che centenario messaggio di unione delle quattro parti che compongono la Svizzera. Così anche il distintivo 2024 (in omaggio al 90esimo anniversario della creazione dei sentieri escursionistici) indica quattro mete: il praticello del Rütli (inevitabile) per gli svizzero-tedeschi, la regione della Gruyère per la Romandia e la valle Monastero per il romancio, mentre per il sud e per l’italiano figura il San Gottardo. Strano, tanto più che nella pubblicazione che accompagna il lancio di questo distintivo come meta per il Ticino figura l’escursione per visitare il nucleo di Curzútt e il ponte tibetano sopra Sementina. Perché allora il San Gottardo, come punto più «sudista» e non, tanto per dire, il Malcantone o il sentiero del Penz? A questo punto risulta più patriottica l’offerta dello chef di un ristorante stellato di Paradiso (vista su golfo e fuochi d’artificio) che per la sera del primo agosto propone un Benvenuto con cannoncino di bratwurst, Bigné raclette, Tartelletta zincarlin e lamponi, Baslermehlsuppe, Salmerino in carpione; Rösti con salmone affumicato ed erbe fini; Ravioli di fonduta e consommé di pane bigio; Puntine al barbecue con mais, crème fraîche e misticanze; Torta zurighese (ovvio, il federalismo culturale legato alla gastronomia costa molto più del distintivo dei sentieri).
Rimuginando sull’astruso poker di Pro Patria, alla fine mi torna in mente anche la storia già raccontata di un’esercitazione in grigioverde di mezzo secolo fa a Friborgo, con un drappello di giornalisti ticinesi guidati dall’ex procuratore pubblico Gabriello Patocchi. Alla fine resoconto e critica, di fronte allo Stato maggiore dello Stato maggiore dell’esercito, con l’avv. Patocchi impegnato in una forbita arringa (in equilibrio tra il magistrale e il surreale più tra il serio e il faceto) per denunciare l’esercizio strategico come chiara dimostrazione di quanto il Ticino conti poco per Berna, visto che prevedeva una linea di difesa solo a partire da Biasca, sacrificando al nemico che attaccava da sud tutto quanto c’è a meridione! Vuoi vedere che ora la linea è al San Gottardo?