Dal 5 settembre scorso risparmiare è tornato ad essere un tema di attualità. Quel giorno, infatti, un gruppo di esperti incaricato dal Consiglio federale di suggerire possibilità di risparmio nel budget della Confederazione ha presentato i risultati del suo lavoro. Si tratta di 60 misure che dovrebbero permettere di ridurre, entro il 2030, la spesa della Confederazione di 5 miliardi. Fossero accettate, queste misure consentirebbero non solo di evitare futuri deficit, ma anche di recuperare un certo margine di manovra per future nuove spese. Le proposte del gruppo di esperti hanno trovato solo l’appoggio del Consiglio federale. I partiti hanno invece pubblicato prese di posizione critiche. A destra si pensa che gli esperti non siano andati abbastanza avanti, mentre a sinistra si protesta per l’eccesso di rigore nelle loro proposte. Non c’è dubbio quindi che ci sarà battaglia, se nei prossimi mesi le misure di risparmio diventassero proposte concrete. In casi come questo il se è di rigore. Non si può infatti escludere che il demandare l’onere di proporre i tagli a un gruppo di esperti possa essere anche una manovra tattica per procrastinare qualsiasi decisione. Fino all’altro ieri infatti nel Parlamento nazionale la preoccupazione maggiore era quella di trovare nuove risorse per finanziare aumenti della spesa, non di risparmiare.
L’aspetto più interessante di questo esercizio è che gli esperti hanno passato al pettine tutte le poste di spesa della Confederazione seguendo quindi il principio dello Zero-based budgeting (un metodo di budgeting in cui tutte le spese devono essere giustificate per ogni nuovo periodo) che faceva furore negli anni Ottanta quando, per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale, gli enti pubblici cominciarono a elaborare programmi di risparmio. Osserviamo ancora che il gruppo di lavoro ha avanzato le sue proposte senza tener conto se per la loro realizzazione siano necessarie modifiche di legge o mutamenti negli articoli della Costituzione federale. Cosa più che probabile… Esse dovranno passare quindi davanti al Parlamento e, se necessario, dovranno essere sottoposte al giudizio dell’elettorato. Ora, nel rapporto degli esperti l’effetto delle misure di risparmio è calcolato per gli anni 2027 e 2030. È tuttavia probabile che entro queste date il lavoro di modifica legislativa necessario per mettere in vigore queste misure non sarà terminato. È vero che la politica è l’arte di rendere possibile quello che è necessario. Ma in una Nazione come la nostra, con diritto di referendum, è impossibile stimare quanto lunghi potranno essere i tempi di questa trasformazione. Indipendentemente da tutto, resta interessante gettare uno sguardo sulle proposte del gruppo di esperti. I risparmi maggiori, ovviamente, si potrebbero conseguire nel campo delle spese per l’amministrazione frenando sia l’evoluzione dei salari, sia la crescita dell’effettivo degli impiegati. Da quando i programmi di risparmio sono diventati comuni anche negli enti pubblici, i tagli più importanti hanno sempre riguardato le spese per il personale. Questo perché, da un lato, questa posta di spesa è sempre la più importante nelle amministrazioni pubbliche e, dall’altro, per più motivi, non ha un costo politico elevato.
L’altro gruppo di proposte di risparmio concerne i sussidi federali. Nel suo rapporto il gruppo di lavoro elenca riduzioni e soppressioni in quasi tutti i campi della politica federale: dalla politica climatica, ai trasporti pubblici, dalla politica dell’asilo agli aiuti per le famiglie con figli negli asili nido. Il gruppo di lavoro pensa poi che dovrebbe essere possibile contenere l’evoluzione futura dei premi delle casse malati (e quindi dei contributi della Confederazione alle stesse) e delle spese per la politica sociale. Anche i contributi per la cooperazione e lo sviluppo e quelli al Fondo nazionale per la ricerca scientifica dovrebbero essere ridotti. E se, nonostante tutto, i risparmi non dovessero bastare? Tenendo conto di questa possibilità il gruppo di esperti ha formulato proposte anche per aumentare le entrate della Confederazione senza che per questo sia necessario introdurre aumenti di imposta. In questo campo la loro formula è: eliminazione dei privilegi e riduzione delle deduzioni fiscali. E per completare il catalogo delle misure gli esperti hanno pensato anche di aumentare le tasse di iscrizione alle Scuole politecniche federali.