Nel vivaio dove lavoro vi è una pianta che in autunno tinge le sue foglie di rosso, arancione e viola. Si tratta di un bel esemplare di Liquidambar styraciflua, un albero di grandi dimensioni, che può raggiungere fino i 20-25 metri di altezza e si accompagna bene a un’altra interessante pianta ad alto fusto che vanta un’interessante colorazione autunnale, vale a dire il Liriodendron tulipifera.
Proprio come proposto su moltissimi testi di architettura del paesaggio, in vivaio queste due piante sono state piantate l’una accanto all’altra per permettere che si avveri la magia autunnale grazie all’unione delle tinte delle loro foglie: quelle del Liriodendron diventano giallo intenso, e cadono al suolo da ottobre in avanti mescolandosi a quelle dalla forma stellata del Liquidambar.
Deciduo e dalle ampie dimensioni, il Liquidambar, che in italiano viene chiamato storace, è originario del Nord America, Asia Minore e Asia orientale. Il suo genere comprende quattro specie di alberi, con caratteristiche simili, sebbene sia L.styraciflua (di origine americana) ad essere quello più noto e coltivato nei giardini e nei parchi storici. Capostipite di quasi sessanta varietà, ha la corteccia grigia, fessurata in lunghe placche verticali con vistose ali suberose sui rametti più giovani.
Le foglie risultano essere a forma di mano: divise in lobi triangolari allungati, color verde intenso e lucide nella pagina superiore, sono invece più chiare in quella inferiore, e raggiungono i quindici centimetri di lunghezza escluso il lungo picciolo. Le infruttescenze, molto caratteristiche e facilmente riconoscibili, sono prima verdi per poi diventare brune. Sono sferiche e formate da tante piccole capsule. Queste ultime sono saldate tra loro e contengono solitamente solo due semi.
In ottobre le foglie da verdi assumono tutti i colori caldi dell’autunno, dall’arancione al giallo con pennellate rosse, viola e a volte persino rigate di nero, grazie agli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte dei giorni di settembre e ottobre. Attenzione però alla pioggia insistente: i pigmenti colorati all’interno delle foglie di Liquidambar sono idrosolubili e si dilavano se la pianta assorbe molta acqua.
Una particolarità che pochi conoscono di questa pianta è legata all’intenso profumo emesso da foglie, rami e gemme se strofinate.
Tra le tante varietà in commercio vi è Liquidambar styraciflua «Variegata» con foglie primaverili tutte verdi che con lo scorrere delle settimane assumono striature giallo oro, oppure L. s. «Festival» che si colora da metà ottobre di un rosso-bordeaux molto intenso.
Rustiche e sensibili alla siccità, amano zone in pieno sole con terreno poco calcareo. Raggiungendo un’altezza di tutto riguardo, è bene usare un palo tutore subito dopo l’impianto, come ad esempio un palo di castagno legato a più punti del tronco, avendo cura di non stringere per non provocare strozzature. Particolare cura, durante quest’operazione, andrà dedicata all’apice della pianta, per garantirle una crescita diritta.
A mio avviso i Liquidambar non andrebbero mai potati, ma lasciati liberi di esprimersi nella loro piena crescita, ripulendo semmai solo i rami secchi a fine inverno; per questo, ovvero tenendo in considerazione il loro forte sviluppo, è utile scegliere una zona ampia del giardino da dedicare solo a questa pianta, oppure scegliere varietà e ibridi con sviluppo più contenuto.