Troppi funzionari pubblici, che fare?

by Claudia

Canton Ticino, ridurre gli effettivi dell’Amministrazione è davvero molto difficile

Al Canton Ticino fu concessa l’indipendenza nel 1803. Alla fine di quell’anno, la sua amministrazione contava quattro funzionari. L’anno seguente, 1804, per la nomina di un paio di vice e di un pario di uscieri, l’effettivo dell’Amministrazione ticinese era già raddoppiato. Ce lo ricorda la storica Jessica Beffa. Nel Parlamento cominciarono allora a sorgere critiche contro la dimensione dell’Amministrazione e inviti a ridurne la dimensione per non compromettere le finanze del Cantone. I lettori non lo crederanno, ma questa è verità storica. In Ticino, quindi, l’Amministrazione pubblica è sempre stata troppo grande. Dal 1804 a oggi, non si contano gli interventi per ridurla.

Qualcuno, un giorno, ne farà l’elenco. Per il momento quello che si può dire è che nessuno è riuscito, fino ad oggi, a fermare la progressione dei numeri dell’Amministrazione pubblica. E possiamo aggiungere che non ci riusciranno nemmeno i promotori della recente iniziativa con la quale si vuole che l’effettivo dei funzionari del Cantone (esclusi il settore dell’educazione e della salute) non superi l’1,3% della popolazione residente, ossia le 4500-4600 unità. Se l’iniziativa riesce, sarà possibile frenare per qualche anno la progressione degli effettivi, ma poi la loro crescita riprenderà. Questo perché, da almeno 200 anni, con le dovute differenze da una Nazione all’altra e da una regione all’altra, l’Amministrazione pubblica si espande dappertutto più rapidamente non solo della popolazione, ma anche del Prodotto interno lordo. Non ci riusciranno, tra l’altro, anche perché in uno stato a struttura federalista come il nostro, i Cantoni debbono avere un’Amministrazione in primo luogo efficace e solo in secondo luogo efficiente.

Gli specialisti offrono più di una spiegazione per cercare di far luce sulla crescita permanente degli effettivi dell’Amministrazione pubblica. La più antica e la più conosciuta è la legge di Wagner stando alla quale l’espansione dell’Amministrazione e dei budget pubblici (la quota dello Stato nel Prodotto interno lordo) è una conseguenza inevitabile dello sviluppo socio-economico. Wagner pensava che le prestazioni dello Stato avevano una elasticità di reddito elevata. Di conseguenza la loro domanda aumentava più rapidamente del Prodotto interno lordo. A questa prima spiegazione, che risale alla seconda metà del XIX secolo, ne sono seguite molte altre. I manuali di pubblica Amministrazione distinguono oggi per comodità tra due gruppi: le spiegazioni che, come quella di Wagner, si fondano su fattori della domanda e quelle invece che mettono in rilievo fattori dell’offerta. Non staremo a presentarle perché sono troppo numerose. Ci limiteremo a ricordare che mentre le spiegazioni che si appoggiano su fattori della domanda tendono in generale a considerare l’espansione permanente dell’Amministrazione come inevitabile, in un’economia che cresce, quelle che sottolineano il ruolo dell’offerta sono convinte che la crescita dell’Amministrazione sia un fenomeno negativo, quindi da scansare. I tentativi concreti di contenere lo sviluppo degli effettivi delle Amministrazioni pubbliche sono stati numerosi, in particolare a partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo. Il bilancio di queste esperienze non è molto positivo. Le ragioni di queste difficoltà sono in generale due. Dapprima è accertato che interventi di drastica ristrutturazione delle Amministrazioni pubbliche possono determinare un peggioramento considerevole delle prestazioni dello Stato e le reazioni critiche degli utenti che potrebbero essere colpiti da questi provvedimenti.

La seconda ragione è che queste misure di contenimento, possono essere aggirate. Come si è visto nel passato, anche nei Cantoni svizzeri, le misure in questione sono state aggirate con una serie di stratagemmi che consentivano di mantenere le prestazioni, e spesso anche il livello qualitativo delle stesse, con incarichi a persone le cui remunerazioni non erano contabilizzate nel conto di funzionamento dello Stato. Così, molto spesso le misure di ristrutturazione della pubblica Amministrazione hanno generato un aumento del precariato nel settore pubblico e degli effettivi del parastato, un’accelerazione della crescita dei sussidi, o/e un ampliamento dei mandati di prestazione a organizzazioni e aziende private. In conclusione, se il Cantone continuasse a progredire anche l’Amministrazione dello Stato continuerà ad espandersi. Con o senza iniziativa!

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