«Men’s health»: maschio curati!

«Adolescenza, età adulta ed età matura: tre fasi della vita in cui l’uomo ha il dovere di verificare la sua salute, anche quella sessuale, perché ogni età ha proprie peculiarità, in termini di desideri, esigenze, salute e prevenzione delle malattie legate alla sfera maschile». A parlare è l’urologo e andrologo Paolo Broggini che ribadisce fermamente l’importanza di mantenere un faro puntato anche sulla sessualità, la sfera solitamente più segreta della nostra vita. Un ambito nel quale, chiosa lo specialista: «Per quanto attiene all’uomo c’è quasi tutto da fare perché i fatti dimostrano come il maschio sia “geneticamente” poco incline alla prevenzione». A supporto di ciò, parla dello studio del profilo psicologico dell’uomo, la cui percentuale propensa a curarsi della propria salute sessuale è molto limitata: «Quasi assente nei giovani, nell’età adulta va ancora peggio perché l’uomo è tutto assorbito dalla propria carriera e non ha tempo “per queste cose”, mentre migliora finalmente nella terza età, complice il timore della malattia o della morte».

Un atteggiamento sostanzialmente da subito diverso da quello della donna: «Dalla prima mestruazione, per prevenzione e cure periodiche le ragazze sono in genere accompagnate dal ginecologo di famiglia da un genitore. Ma i ragazzi? Purtroppo no: basti pensare che i maschi effettuano visite di prevenzione cinque volte meno delle loro coetanee. Per non parlare di quanto sia poco nota a giovani e meno giovani la figura dell’andrologo (lo specialista della sessualità maschile, ndr.)». Eppure l’OMS ha da tempo sancito la centralità della salute sessuale nell’ottica di un benessere globale della persona, invitando all’impegno di sensibilizzazione (delle famiglie e dei ragazzi) verso l’alfabetizzazione della sfera inerente la salute maschile e le relazioni intime. Quindi non pensiamo solo a Movember, il «mese coi baffi» dedicato all’importanza della prevenzione nell’ambito delle patologie maschili, e non solo al tumore prostatico e altre malattie della sfera urogenitale maschile, la cui insorgenza può però manifestarsi anche in giovane età: «Bisogna chinarsi su ogni fase della vita maschile perché ciascuna presenta le proprie necessità e merita la giusta attenzione e la migliore cura. Questo, a partire dalla prevenzione perché “prevenire permette di curare meglio”. Pare un luogo comune, e invece pensiamo già solo a quanto può incidere positivamente mantenersi in salute (non solo per la presa a carico ma anche in termini di spesa sanitaria) o trovare una patologia a uno stadio precoce, rispetto al dover curare un tumore che si trova a uno stadio già avanzato».

Broggini invita a coltivare da subito quella che definisce «la spesso latitante etica della salute del maschio», la cui pratica induce verso una migliore qualità di vita, compresa quella della sfera sessuale.

Così invita ogni ragazzo, uomo adulto e uomo maturo, nel corso della propria vita, a sottoporsi a una semplice visita uro-andrologica come atto di semplice prevenzione in base alle fasce d’età che, ribadiamo, presentano necessità diverse. A cominciare da una semplice visita uro-andrologica verso i 14 anni: «È l’età pre-puberale in cui l’uomo raggiunge la maturità sessuale. L’apparato maschile, complesso e sofisticato organo multifunzionale, subisce una fase di maturazione proprio durante la pubertà (dai 9 ai 14 anni). Contemporaneamente, in questo periodo delicato della propria vita, il giovane ragazzo inizia a subire una serie di impulsi mediatici, sociali e relazionali che vanno a formare autostima e personalità». Sono le premesse con cui il medico invita a riflettere sugli impulsi dei media, «spesso corrotti da un messaggio foriero che sublima la soddisfazione del giovane con un ideale di sessualità vincente, esclusiva, superdotata». Ne nasce un senso di inadeguatezza non corrispondente a una sessualità «sana», che per il giovane può comportare numerose difficoltà nel relazionarsi con la propria sessualità e con la/il partner, sino a sfociare nella dismorfofobia: «Una situazione di disagio psichico derivante da un falso convincimento di avere genitali di piccole dimensioni». Broggini spiega come questo può essere colto, chiarito e smascherato da una semplice visita andrologica. E non solo: «A questa et la valutazione andrologica accerta tre aspetti fondamentali: raggiungimento della maturità sessuale, problematiche funzionali (ad esempio fimosi, testicoli ritenuti, varicocele), aspetti della sessualità (oltre a dismorfofobia, eiaculazione precoce e disfunzione erettile)». La prima visita andrologica è come un primo passo per evitare di generare problemi, falsi miti e pregiudizi insorgenti dalla mancanza di rassicurazione del ragazzo sulla sua raggiunta maturità sessuale e sulla sua «normalità».

E veniamo all’uomo adulto: «Spesso così stressato che, anche in questo ambito, pensa di non avere tempo da dedicare alla cura di sé. Allora, bisogna creare nella sua mentalità una sorta di “comfort zone” dove inculcare l’etica del dedicarsi alla propria salute, nel rispetto del proprio corpo e nella prevenzione», proprio come fa la donna. E sarebbe sufficiente una valutazione dallo specialista una volta all’anno: «Una visita urologica per individuare potenziali problematiche urologiche (prostata, calcolosi), e valutare la parte sessuologica (disfunzione erettile e calo della libido). Basti pensare che la calcolosi (non sempre sintomatica) colpisce il 30% delle persone e la colica renale rappresenta il primo accesso più frequente al Pronto soccorso urologico». Emerge l’importanza della prevenzione: «In questo caso, una semplice ecografia permette di capire se c’è questo deficit metabolico renale». Per quanto riguarda la prostata, la visita periodica aiuta a individuare i primi problemi già attorno ai 30 anni: «Infiammazioni croniche (pensiamo all’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili come, ad esempio, ureaplasma e chlamidia, HPV nel giovane di 25-30 anni); verso i 50-60 anni l’ipertrofia della prostata con relativi problemi di minzione frequente, e il cancro alla prostata che potrebbe insorgere nel 16 per cento degli uomini. Senza tralasciare altri ambiti tumorali dell’età adulta e matura». E arriviamo alla cosiddetta età matura evocata ogni anno a novembre, mese dedicato alla salute maschile. Pensiamo al tumore prostatico, il più comune negli uomini (rappresenta il 30 per cento dei tumori maschili) che in Svizzera è la terza causa di morte cancro-specifica maschile ed è responsabile di circa 1400 decessi all’anno, anche se fortunatamente oltre il 60 per cento dei pazienti riesce a sconfiggerlo definitivamente: «Servono però una diagnosi precoce e l’identificazione del rischio di insorgenza, come pure delle forme più aggressive». La visita uro-andrologica, a quest’età, contempla una presa a carico globale: «Un tempo nell’uomo in età decadevano libido e disfunzione erettile (fino al 50% degli over 70) mentre oggi, che la salute e la qualità di vita sono sensibilmente migliori rispetto al passato, grazie ai progressi della medicina l’uomo maturo rivendica a giusta ragione il diritto di mantenere pure un’attività sessuale soddisfacente per la coppia».

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