In Svizzera, ogni anno quasi 21mila animali selvatici di medie e grandi dimensioni muoiono a causa di un incidente stradale; tra questi vi sono oltre ottomila cervi. Sono i dati forniti dall’associazione dei docenti di scuola guida L-Drive Svizzera che, per quanto attiene alla selvaggina cosiddetta «cacciabile» come cervo, capriolo, cinghiale, volpe, tasso e martora, sottolinea: «Durante la stagione della caccia, in autunno, gli animali possono attraversare le strade al volo, mentre in inverno i cervi e altri animali selvatici leccano il sale sparso sul fondo stradale». E questo vale anche per le specie animali protette come lince, lupo e rapaci. Inoltre, poiché le giornate sono più corte, aumenta il rischio di incontrare animali crepuscolari e notturni. «Anche il guidatore più attento può incappare in un incidente di questo genere». A chi dovesse malauguratamente trovarsi in questa situazione, si ricorda che la legge impone di avvisare immediatamente la polizia: «La mancata notifica alla polizia è perseguibile penalmente».
In linea di massima, le statistiche delle compagnie assicurative sulle probabilità di collisione con un animale selvatico convergono, ma non sono uguali in tutte le regioni svizzere. AXA, ad esempio, riferisce che «gli automobilisti devono prestare particolare attenzione nei cantoni di Giura, Friburgo, Grigioni, Turgovia e Vaud, dove il rischio è fino a sette volte più elevato che in altre zone del Paese». Per quanto riguarda il nostro Cantone, nel 2023 la statistica della Polizia Cantonale riporta: «Nell’ultimo decennio sono circa 430 all’anno gli incidenti che coinvolgono animali selvatici; di questi, dai 4 ai 10 casi sfociano in ferimenti, mentre gli altri comportano solo danni materiali». Fortunatamente pare che il fenomeno non sia in aumento, probabilmente anche per il fatto che, oltre alla consueta segnaletica a indicare le zone di passaggio degli animali selvatici, il Cantone è intervenuto con alcune misure preventive. Come l’installazione di un sistema di segnaletica luminosa in alcune tratte di strada cantonale «critiche», ad esempio nei comuni di Serravalle e Claro. Inoltre, alcuni accorgimenti da parte degli automobilisti permettono di evitare questo tipo di incidente. Ad esempio, suggerisce sempre AXA: «Prendere sul serio i cartelli stradali di pericolo di attraversamento di animali; guidare con cautela su strade di campagna e vicino ai boschi; se possibile, accendere gli abbaglianti per individuare tempestivamente eventuali animali sulla carreggiata». E se si avvista un animale sul ciglio della strada: «Frenare, abbassare i fari e, se non si allontanasse, suonare il clacson».
A proposito di avvertimenti acustici, molto originale e interessante un’iniziativa che viene dall’Umbria, dove i cacciatori hanno messo a punto e stanno installando in prossimità delle strade una serie di dissuasori sonori atti a prevenire le collisioni dei selvatici con le automobili: si tratta di spari rumorosi che non uccidono nessuno, ma il cui rumore ha lo scopo di far scappare cinghiali e caprioli, evitando loro di essere travolti. È quanto riportato da un articolo pubblicato a settembre sulla rivista «Petme.it» che elogia l’esempio virtuoso di Città della Pieve, in provincia di Perugia, dove si è installato l’ottavo dissuasore lungo la strada denominata «Fondovalle», sulla quale cinghiali e caprioli rappresentano un pericolo costante per gli automobilisti e per sé stessi. I dispositivi in questione sono quelli previsti dal progetto Life Strade: «Attraverso avvisi sonori simili a battitori di una battuta di caccia o ai richiami del lupo, il dissuasore favorisce lo spostamento degli animali dalla carreggiata; nello stesso tempo, un segnale luminoso allerta gli automobilisti del pericolo». L’emissione di segnali luminosi e sonori si attiva individuando l’arrivo dei veicoli fino a 500 metri di distanza ed è in grado di stabilirne la velocità . «Inoltre, il sistema è dotato di sensori termici che marcano la presenza di animali a bordo strada, in seguito a cui si attiva una segnalazione luminosa che avvisa l’auto in transito». Se l’automobilista non riduce la velocità «entra in funzione un sistema di dissuasione acustica che fa allontanare l’animale, riproducendo il suono di una battuta di caccia al cinghiale».
Secondo il biologo Federico Tettamanti da noi interpellato, «in Ticino i passaggi faunistici risolvono egregiamente il problema, e non solo per gli ungulati, ma ne possono beneficiare tutti gli altri animali selvatici (ad esempio i pipistrelli e gli anfibi) che vi si incanalano restando in sicurezza». Egli parla del passaggio faunistico di Sigirino (in funzione da tempo), e ricorda che è in previsione la costruzione di uno analogo a San Vittore, in Mesolcina. «Se da un lato risolvono il problema, d’altro sono molto costosi. Ma ne vale la pena», chiosa Tettamanti che ne ribadisce l’efficacia, accennando a un futuro in cui, come in Giappone già avviene, «si potrebbero usare sostanze odorose per distanziare questi selvatici dalle strade». L’efficacia dell’uso di repellenti olfattivi è stata provata da un recente studio scientifico appena pubblicato su «Science Direct». La ricerca è basata su dati delle carcasse, con l’approccio Prima-Dopo-Controllo-Impatto. Incoraggianti le conclusioni: «I repellenti dovrebbero ridurre il numero di carcasse del 68 per cento; mentre un’efficienza ancora più elevata è stata riscontrata per le prime sette settimane dopo l’installazione (78%)».