In vacanza con il cane: porte aperte e cucce sempre più ospitali

by Claudia

Alcune tendenze del turismo avanzano trotterellando, quasi di nascosto: i cani per esempio. In Ticino una famiglia su dieci ha un cane registrato e il loro numero è aumentato parecchio durante la pandemia, sia per introdurre un elemento di novità in un periodo di isolamento, sia per avere maggiori opportunità di uscire di casa. Il lavoro a distanza ha poi permesso a uomini e animali di trascorrere insieme parecchio tempo, con un reciproco addestramento per così dire, stringendo legami sempre più forti.

Quando la pandemia è finita e abbiamo ricominciato a viaggiare, molti hanno sentito che non potevano separarsi dal loro cane. Con i gatti è diverso: possono essere lasciati a casa più facilmente e al tempo stesso è più complicato portarli con sé. I cani invece vorrebbero stare sempre coi loro padroni. Certo ci sono da tempo pensioni per animali e molti cani, dopo il trauma della prima volta, possono trovarle anche divertenti. Ma comunque sono lontani dalla nostra vista e non possiamo sapere veramente come saranno trattati.

E così gli operatori turistici si sono trovati alle prese con un nuovo e inaspettato problema (come se non bastassero quelli legati alla ripartenza dei viaggi dopo una lunga pausa). Le compagnie aeree, per esempio. Di regola già da qualche anno i cani di piccola taglia possono viaggiare in cabina con il loro proprietario, purché chiusi in un trasportino collocato sotto il sedile di fronte al passeggero. I cani di taglia media o grande invece finiscono nella stiva insieme ai bagagli, anche se in compartimenti speciali con temperatura e pressione controllati. Entrambe le possibilità però ‒ specie la stiva, dove il cane resta solo e spaventato ‒ sono sempre più sgradite.

Alcune compagnie stanno tentando soluzioni diverse e hanno scoperto che i padroni sono disposti a spendere cifre anche importanti pur di avere il proprio cane al fianco. Per esempio una Compagnia americana, Bark Air, offre voli charter tra New York e l’Europa con tariffe sino a 8mila dollari per cane e padrone. E Le Pet Express è un minibus per chi viaggia con animali domestici attraverso il tunnel della Manica fino al Regno Unito. Ma anche a un diverso livello di ricchezza, supplementi di 100 o 150 franchi per una più confortevole sistemazione dell’animale sono accolti senza fiatare.

Dal momento che volare col proprio cane resta comunque costoso e complicato, molti proprietari semplicemente danno la preferenza a lunghi viaggi in treno o in auto, quando non ci sono oceani di mezzo. La pressione si sposta così sugli alberghi, ai quali si chiede di poter condividere con il proprio cane la camera (e inevitabilmente alcuni spazi comuni). Per esperienza personale posso dire che la situazione sta cambiando molto rapidamente. Solo qualche anno fa pressoché tutti gli alberghi respingevano il mio cane, nonostante la taglia media e il buon carattere. In particolare durante un viaggio in Germania fui costretto a dormire con famiglia e bestia in una tenda di fortuna, che per caso avevamo nel baule della macchina (un’esperienza che, dopo l’iniziale disagio, si rivelò molto divertente peraltro).

Oggi la mia cagna è ben accolta quasi ovunque, a volte anche con piccoli regali (una coperta, un fazzoletto da collo, un gioco, una ciotola per l’acqua eccetera). Anche nel caso degli hotel eventuali richieste di quote aggiuntive non sono un problema, anche perché i proprietari risparmiano comunque sul costo della pensione per animali. Sonesta International Hotels, una catena particolarmente ben disposta in questo campo, ha visto crescere di quattro volte nell’ultimo anno le prenotazioni di questo tipo. E nove dei 24 marchi Hilton sono già pet-friendly. Qualcuno propone anche offerte speciali VIP (Very Important Pet), quali un servizio fotografico dedicato a cane e padrone. Del resto gli alberghi hanno molte ragioni per darsi da fare; già ora un quarto delle residenze disponibili su Airbnb accoglie animali domestici.

Vengono poi musei e gallerie d’arte. Se i cani non sono ammessi (è il caso più frequente) spesso i padroni sostituiscono l’esperienza culturale con una passeggiata nella natura o un bagno in laghi e fiumi. Insomma il cane non è più solo una sorta di bagaglio vivente, ma un compagno di viaggio a tutti gli effetti, che influenza scelte, itinerari, esperienze. Gli operatori sono avvisati.

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