Info Migros, il 24 novembre la Svizzera si esprimerà sul potenziamento di sei tratti autostradali. Il Consigliere federale Albert Rösti spiega in un luogo particolare perché si batte a favore di questo tema
È raro vedere un Consigliere federale con un outfit del genere: Albert Rösti, 57 anni, indossa una tuta arancione acceso, un casco e stivali di gomma. Il capo del Dipartimento dei trasporti visita il cantiere al centro del tunnel del Gubrist, attualmente in fase di ampliamento per un costo di 1,6 miliardi di franchi. I lavori si concluderanno alla fine del 2027, quando si potrà finalmente dire addio agli ingorghi quotidiani.
Signor consigliere federale, cosa ha imparato dalla sua visita al tunnel del Gubrist?
Il modello è ingegnoso: si costruisce prima un tubo nuovo per poi risanare in successione i due tubi vecchi di 40 anni. Senza questo nuovo traforo, il traffico a Zurigo sarebbe collassato. Quando tutto sarà finito ci saranno più corsie a disposizione, cosa di cui c’è urgente bisogno, visto l’aumento del traffico.
Il 24 novembre ci esprimeremo su sei progetti di potenziamento. Gli oppositori sostengono che più strade significano più traffico. Cosa risponde?
Che si sbagliano! Non stiamo costruendo strade di riserva, bensì corsie di cui già oggi abbiamo urgentemente bisogno. In Svizzera vivono 9 milioni di persone, un terzo in più rispetto agli anni 60, quando furono progettate le autostrade attuali. Ogni anno si registrano più di 48’000 ore di ingorghi stradali, e la tendenza è in aumento. Questo porta gli automobilisti a deviare attraverso i paesi, creando un grosso problema. Noi vogliamo riportare il traffico sull’autostrada. C’è un dato interessante: le autostrade rappresentano solo il 3% di tutta la rete stradale, ma gestiscono il 40% del traffico di auto e addirittura il 70% di quello di camion!
Quante persone passeranno dal treno all’auto se potranno viaggiare gratis?
Non capiterà mai. Anche perché non capita nemmeno il contrario: nonostante il traffico, gli automobilisti non prendono il treno. Molte persone non possono scegliere liberamente il proprio mezzo di trasporto.
Perché chi non è mai rimasto bloccato nel traffico dovrebbe votare a favore del potenziamento della rete autostradale?
Per sgravare i quartieri e i paesi dal traffico. Ciò significa più spazio e sicurezza per ciclisti, pedoni e bus dei trasporti pubblici, ma anche meno rumore e meno incidenti. Diciamolo: oggi regna il caos, e la situazione del traffico è diventata insostenibile. Se io come individuo sono bloccato in un ingorgo, arrivo in ritardo. Se i camion della Migros, che distribuiscono merci in tutta la Svizzera, rimangono bloccati nel traffico ogni mattina, generano costi enormi. Ed è inaccettabile che il trasporto di animali rimanga fermo sulle strade sotto un caldo cocente. Questo è un problema che riguarda tutti.
La Svizzera deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il Consiglio federale come pensa di salvare il clima se nel contempo costruisce nuove strade?
È più probabile che si riesca a salvare il clima costruendo nuove strade, perché in questo modo si previene il traffico e si riducono le emissioni di CO2. Gran parte del traffico stradale sarà decarbonizzato in un prossimo futuro, e la questione del CO2 sarà comunque risolta. Non dobbiamo dimenticare che stiamo investendo nettamente di più nella ferrovia che nel potenziamento della rete stradale, anche se il traffico individuale rappresenta il 70% e quello pubblico il 30%.
Un no sarebbe un rifiuto a tutti i futuri potenziamenti stradali?
Ora ci stiamo concentrando su sei progetti nelle regioni con maggior traffico. Un no renderebbe indubbiamente più difficili i potenziamenti futuri.
La Svizzera può permettersi di costruire nuove strade in tempi di ristrettezze finanziarie?
Attraverso l’imposta di circolazione, la vignetta autostradale e ogni litro di benzina, gli automobilisti fanno confluire denaro nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato. Questi soldi possono essere usati solo per la manutenzione delle strade e le nuove costruzioni. La cassa della Confederazione non viene toccata.
La popolazione è in crescita da decenni. Perché la Svizzera non è riuscita ad adeguare le proprie infrastrutture?
Non credo che la Svizzera abbia perso il treno. La popolazione però è cresciuta molto più in fretta del previsto. Quando nel 2017 si votò per la svolta energetica, l’ipotesi era che nel 2050 ci sarebbero stati nove milioni di abitanti in Svizzera. Ora siamo nel 2024 e questa cifra l’abbiamo già raggiunta.
Ciononostante, in qualsiasi altro Paese un’arteria principale come la A1 tra Berna e Zurigo sarebbe già da tempo a sei corsie.
I progetti stradali non hanno vita facile. Negli ultimi decenni è stata coltivata una certa resistenza nei confronti dell’automobile, che è diventata il capro espiatorio per il cambiamento climatico, l’inquinamento, le polveri sottili e via dicendo. Contro gli attuali progetti ferroviari non vi è alcun referendum, ma contro i progetti stradali sì.
Un giorno ci saranno vetture a guida autonoma. E questo aumenterà la capacità delle strade di circa un terzo. Gli investimenti attuali non serviranno a niente a lungo termine?
Assolutamente no! Costruiamo per risolvere i problemi di oggi. Ci vorranno anni prima di arrivare alla guida completamente automatizzata. Entro il 2050 la popolazione svizzera raggiungerà i 10 milioni circa. A preoccuparmi non è che si costruisca troppo, ma che non si riesca a stare al passo con le costruzioni.
Anche sua moglie lavora nel settore dei trasporti, essendo assistente di volo di Swiss. Quanto spesso l’accompagna?
Da studente andavo sovente con lei, era fantastico! Purtroppo ora mi manca spesso il tempo. Di recente l’ho accompagnata in un volo per Johannesburg.