Chuebodensee (© Ely Riva)

Ely Riva, fotografo delle montagne

by Claudia

Non lontano dal laghetto di Origlio, della cui fauna e flora è un fine conoscitore tanto da avergli dedicato un notevole libro, abita il fotografo Ely Riva. Spirito libero, vivace e curioso, gli piace comunicare e condividere con altri le sue conoscenze. Ed è proprio questo uno degli aspetti che più caratterizza il suo fare fotografico. Oltre che per un proprio piacere personale, infatti, Ely identifica la funzione della fotografia – nelle dovute forme – col comunicare ad altri la realtà per come è, nel suo spontaneo presentarsi e divenire.

Si è detto «nelle dovute forme» in quanto compito del fotografo è di saper cogliere «questa realtà» facendo in modo che l’immagine prodotta abbia presa sull’osservatore. Così non fosse, sarebbe un’immagine sprovvista d’interesse: «È quello che devi saper fare, perché se una fotografia non dice, non ti parla, non serve a niente, la si butta nel cestino».

Del buon andamento di questo processo creativo, tanto importante è la qualità dello sguardo del fotografo quanto la conoscenza che ha della realtà – di cui lo sguardo, in ultima analisi, è il prodotto. E a Ely queste peculiarità non mancano. D’istinto, il suo è uno sguardo capace d’inquadrare in modo incisivo, talvolta anche nel brevissimo tempo disponibile per lo scatto. Come giustamente lui stesso riconosce, quello che ha è un dono ricevuto: «L’importante è questo, comunicare agli altri. Io ho ricevuto un dono, questo dono non lo devo tenere lì, lo devo fare vedere agli altri, devo sfruttarlo per gli altri, per rendere felici gli altri». Insomma, per far conoscere il mondo, la sua bellezza, la sua diversità, la sua storia, attraverso le innumerevoli immagini che realizza.

Sono oltre settecento (cioè tutte, tranne una) le vette conquistate da Ely Riva in tanti anni di escursioni lungo i pendii e i crinali delle nostre montagne

Oltre al dono dell’intelligenza dello sguardo, Ely ha quello della curiosità, del voler cogliere e approfondire la complessità del reale. Che sia – per fare un paio d’esempi – imparando a riconoscere gli uccelli distinguendone il canto («quando conosci i primi quaranta, dopo è facile distinguere tutti gli altri. Però, conosci i primi quaranta versi degli uccelli…»), oppure approfondendo la nostra storia attraverso la ricerca, la lettura e la traduzione – dal latino, lingua di cui è appassionato – di antiche pergamene scovate frequentando archivi locali. Anche in questo modo svela la realtà che incontra e fotografa: «Nei documenti, nelle pergamene, che cerco per riuscire a capire, trovo quasi sempre una risposta alla domanda che mi sono posto».

Tanto studio e letture: la sua sete di sapere è viva, vasta e sempre pronta ad accettare nuove sfide. Questa sua curiosità, ci dice, è innanzitutto frutto degli insegnamenti ricevuti dai genitori. Che, fin da piccolo, lo educano alla conoscenza della natura, delle tante forme di vita presenti nell’ambiente in cui cresce – piante, erbe, funghi, tutto quello che si trovava nella campagna del Guasto di Montagnola in cui vivevano – rendendolo sensibile alle dinamiche che reggono la natura e al rispetto che a questa dobbiamo portare. Accendendo nel contempo, attraverso questa educazione d’ordine sentimentale nei confronti della natura, il suo gusto estetico, la capacità di guardare al mondo attraverso le categorie della bellezza.

Già da ragazzo sviluppa le sue due grandi passioni, quelle della fotografia e della montagna, che farà poi sempre convivere: «Ho ancora delle fotografie fatte a 17 anni, quando sono stato per la prima volta sul Basodino, da solo […] Quando avevo 19 anni ero già salito una ventina di volte sul Monte Rosa da tutte le sue parti». Tantissime saranno negli anni le escursioni realizzate lungo i pendii e i crinali delle nostre montagne – riuscendo a conquistarne tutte le cime, oltre settecento!, a parte una – in compagnia della sua immancabile attrezzatura fotografica. E molteplici i libri e gli articoli che di queste esplorazioni diverranno racconto scritto e visivo (visitate il suo sito www.elyriva.ch per averne uno spaccato, o per una delle tante e varie serie di fotografie).

Nel corso delle sue camminate, nella molteplicità delle luci più o meno favorevoli che l’accompagnano, fotografa paesaggi, piante, animali, i segni dell’uomo lasciati lungo i secoli negli spazi che attraversa. Tra questi, ad esempio, le coppelle che s’incontrano, sparse nel territorio, scavate nelle rocce. O i muretti a secco trovati in luoghi inattesi. Sono cacce che richiedono acume, furbizia, prontezza e talvolta pure tanta pazienza, lunghi e solitari appostamenti in ricoveri sistemati alla bell’e meglio in attesa della giusta luce e del giusto momento. Ma anche una certa dose di fortuna. Innumerevoli, nel corso dell’intervista, sono gli aneddoti e i trucchi adottati che ci narra per descrivere come sia riuscito a catturare certe immagini. In questo spazio limitato non avrebbe senso provare a riassumerli. Sarebbe bello, invece, che di questi un giorno ne facesse un libro. Affaire à suivre

Ma Ely non solo scatta, nel suo muoversi incontra anche gli spunti da cui nascono nuove piste da seguire e approfondire, sulle quali riflettere studiando, costruendo così il suo percorso fotografico, di occhio e pensiero in azione. Certo, la sua attività professionale di fotografo – del tutto autodidatta! – non si riassume solo nell’amata osservazione della natura, che da sé probabilmente non sarebbe bastata per sovvenire ai bisogni che la vita comporta. Molteplici sono i campi in cui Ely ha esercitato il suo estro fotografico. Foto d’arte, di reportage, giornalistica, finanche matrimoniale – settecento i matrimoni fotografati nel corso della sua carriera: niente pose, grazie! Solo l’evento nel suo estemporaneo e imprevedibile divenire, perché la fotografia è verità, da non sfalsare arrestando il flusso della vita con delle pose. Sono tutti ambiti che ha frequentato sempre con amore, mai per obbligo, mai col sentimento di esser soggetto a un lavoro. Ma solo alla passione.

Se vogliamo, è proprio la passione – per la magia dello sguardo, per la potenza della luce e per la bellezza del mondo che in essa si bagna – la chiave con cui riuscire a leggere la mole di lavoro che Ely Riva negli anni ha realizzato. Passione per la realtà. E per la fotografia, che ce la racconta.

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