Si chiama Salix «Tortuosa», ed è l’albero dalle forme sinuose che in giardino incanta per la sua bellezza naturalee la sua versatilità
Sei anni or sono mi sono lasciata incuriosire da un salice, più esattamente da un Salix babylonica var. pekinensis «Tortuosa». Impressionata dal lungo nome, prima l’ho ordinato e poi l’ho aspettato con una certa smania, e quando è giunto sotto i miei occhi, mi sono ritrovata davanti un simpatico alberello dai rami e dalle foglie contorte.
La corteccia del fusto principale era marrone-grigiastra, rugosa, mentre quella dei rametti più giovani marrone lucido, quasi tendente al rossiccio. Le foglie, oltre a essere accartocciate, avevano la forma lanceolata, lunghe sei-sette centimetri e di un bel verde brillante. Come farsi sfuggire una pianta così decorativa? Impossibile!
Dove posizionarla è stata la scelta più facile: all’inizio del laghetto, essendo i salici piante amanti delle zone umide. Dopo tre anni era già alta tre metri, con una bella chioma folta, e un’amicizia speciale, quella di mia figlia Celeste, all’epoca sette anni e tanta voglia di nuove scoperte, che l’ha fatta diventare la sua pianta preferita.
Appartenente alla famiglia delle Salicaceae, è parente stretta del salice piangente (Salix babylonica), ma al contrario di questo, ha dimensioni molto più contenute, fermandosi tra gli otto e i dieci metri. Si adatta però senza problemi alle potature di contenimento, inoltre la sua crescita è rapida nei primi anni, per poi proseguire lenta in fase di maturità.
Le foglie, caduche, appaiono a fine aprile e sono precedute dalla comparsa dei fiori.
Poco appariscenti, i fiori dei salici hanno un fascino tutto particolare: si tratta di amenti, chiamate «gattine pelose» da molti bambini e utilizzati dalle insegnanti di scienze delle scuole elementari per illustrare la formazione delle gemme da fiore e da foglie.
Chiamato anche salice di Pechino, ha origine asiatica, sebbene la varietà «Tortuosa» sia una cultivar creata all’inizio del 1900 e spesso commercializzata con il nome di Salix matsudana «Tortuosa». Resiste senza alcun problema al freddo, anzi, spesso è proprio nelle giornate invernali che dà il meglio di sé: i rami contorti, a volte prostrati, rossastri e nudi, sono molto decorativi nelle giornate con la neve.
Il mio esemplare cresce solitario, poiché mi piace vederne il tronco, ma è molto bello accostare questa varietà di salice ad altre piante amanti di suoli umidi, come ortensie, Viburnum opulus, iris, Symphoricarpos, Euonymus, Cornus, Astilbe, felci ornamentali, Hoste e Ligularia.
Non da ultimo, basta prelevare un apice di quindici centimetri, lasciare solo 3-4 foglie, interrarlo in un vasetto con substrato soffice e umido, per avere in poco più di un mese una nuova piantina.