L’Associazione Svizzera Feldenkrais è molto attenta anche alla formazione continua degli insegnanti (feldenkraisticino.ch)

La consapevolezza del movimento

by Claudia

«La mia passione è capire i nostri modi di funzionare, così da poter imparare a rendere la nostra vita più facile e piacevole», scriveva Moshé Feldenkrais a proposito del Metodo che porta il suo nome e che si basa sull’idea che è possibile migliorare la qualità della propria vita diventando più consapevoli dei movimenti che si compiono. Il modo in cui ci si muove – ma pure si percepiscono, riconoscono e cambiano i propri schemi – ha infatti un’influenza diretta sul benessere. E il Metodo Feldenkrais, considerando la capacità dell’individuo di apprendere e cambiare nel corso della propria vita (neuroplasticità), si occupa proprio di avviare, accompagnare e supportare questi processi, nell’ambito dei quali l’immagine di sé si amplia e si affina e la flessibilità mentale aumenta.

«Siamo consapevoli che si tratta di un metodo che non tutti conoscono, ma che comunque si pratica un po’ ovunque nel mondo ed è noto soprattutto in ambito artistico. Nel resto della Svizzera è più diffuso che in Ticino, dove il territorio è piccolo e le persone un po’ meno aperte verso questo tipo di discipline», afferma Laura Cambi, che insegna questo sistema di apprendimento somatico in Ticino (dove sono attivi poco meno di una decina di insegnanti, sparsi sul territorio).

A livello nazionale, l’Associazione Svizzera Feldenkrais si impegna per la diffusione del Metodo e, in qualità di associazione professionale, promuove e tutela gli interessi degli oltre 400 membri, la maggior parte dei quali lavora nel proprio studio o in istituzioni pubbliche e private come ospedali, case di riposo, centri di riabilitazione, accademie d’arte e centri educativi. Quest’anno l’associazione ha un duplice motivo per festeggiare; sono infatti trascorsi 40 anni dalla sua nascita, come pure dalla scomparsa del suo fondatore. Un anniversario celebrato su tutto il territorio con una serie di eventi e proposte che hanno preso avvio nel mese di aprile, proseguendo per l’intero anno successivo. «Con il gruppo Feldenkrais Ticino, a fine settembre abbiamo organizzato due giornate di porte aperte a Sorengo e Losone; una bella occasione per sperimentare questo particolare metodo e scoprire le numerose possibilità che offre», commenta Laura Cambi.

Come abbiamo accennato, il Metodo Feldenkrais sviluppa il concetto di «apprendimento organico», vale a dire un imparare che nasce dall’esperienza corporea individuale. «Attraverso il movimento, esprimiamo pensieri, sensazioni ed emozioni, che il movimento stesso ci aiuta a conoscere, consentendoci così di percepirci in modo più profondo – commenta l’insegnante – e il fatto di spingersi sempre più in là, a cercare nuove cose, che sono di volta in volta delle sorprese, è proprio una degli aspetti che mi piacciono di più; di fatto, quando faccio lezione al mio gruppo, vado automaticamente avanti a lavorare anche su me stessa». In questa «ricerca» che passa attraverso il movimento – aspetto fondamentale tanto che una delle definizioni di questa disciplina è proprio di «apprendimento attraverso il movimento» – un posto importante lo occupano anche le abitudini, le quali, se per certi versi sono utili, limitano anche le capacità del singolo. Per questo con il Metodo Feldenkrais si creano le condizioni necessarie per prendere coscienza delle abitudini, esplorare delle alternative, sperimentare le possibilità di cambiamento, con conseguente graduale espansione del proprio spazio di manovra e dell’immagine che si ha di sé.

«Quanto detto ci fa capire come nel Feldenkrais non ci sia giusto o sbagliato; non si tratta infatti né di una ginnastica né di una terapia (seppur è corrisposto da molte assicurazioni complementari delle casse malati), quanto proprio di un approccio alla globalità della persona, per comprendere ciò che a lei fa bene», spiega l’operatrice del Metodo.

Il Feldenkrais si pratica in sessioni individuali e di gruppo. In entrambi i casi, gli schemi di movimento e di tensione vengono resi consapevoli e vengono esplorate e sperimentate nuove possibilità di movimento e percezione. Caratteristico è l’utilizzo di movimenti lenti e piacevoli che coinvolgono l’intera persona per stimolare il sistema nervoso a rilasciare le tensioni in eccesso e favorire l’apprendimento di una migliore e più funzionale organizzazione. «Si resta sempre nel comodo; quando si ha dolore vuol dire che si sta già facendo troppo e, in tal caso, il movimento può anche essere immaginato», aggiunge insegnante.

Tutto ciò porta a una riduzione del dolore – quando c’è – e più in generale ad un aumento del benessere, che si traduce in un uso più efficace della forza, in maggiori mobilità, stabilità e creatività, migliori coordinazione e percezione di sé e una respirazione più libera. «Una volta raggiunta una certa dimestichezza, nei momenti in cui non si sta bene, fisicamente o psicologicamente, basta, in un certo senso, “chiedere” al proprio sistema nervoso di rintracciare una nuova via e le cose possono evolversi», commenta Laura Cambi, che del Metodo Feldenkrais apprezza anche la versatilità: «L’ho utilizzato, per esempio, sul mio cane, che aveva un difetto alle zampe posteriori, oppure lavoro sul mio nipotino, semplicemente nel gioco. Apprezzo infatti che – al di là delle lezioni – lo posso applicare in qualsiasi momento, in qualsiasi posizione, anche in emergenza per due o tre minuti se ho un dolore particolare. Proprio questo mi piace, l’infinito delle sue applicazioni, oltre che delle possibilità di ricerca».

Il Feldenkrais è infatti adatto a tutti, dai neonati agli anziani, alle persone sane e a quelle malate. Esso può occupare un posto nella vita quotidiana – sia al lavoro che nel tempo libero – ed essere applicato, per esempio, nella rieducazione motoria, nella gerontologia, in caso di malattie con un’influenza sul sistema muscolo-scheletrico e malattie neurologiche, nei problemi di mobilità e altre limitazioni dell’apparato muscolo-scheletrico, nei problemi posturali, in caso di difficoltà di natura psicologica e ancora nell’ambito delle discipline artistiche e sportive. A proposito di queste ultime, il «Blick» ha rivelato come anche lo sciatore Marco Odermatt si alleni con il Feldenkrais, grazie a Kurt Kothbauer, fino a poco tempo fa allenatore di fitness dello sportivo. Migliorando la percezione di sé e l’organizzazione del movimento, il Metodo viene pure utilizzato con l’obiettivo di sviluppare personalità e prestazioni, per esempio migliorando la capacità di concentrazione e apprendimento, riducendo lo stress, sviluppando il potenziale artistico.

Il percorso per diventare insegnante Feldenkrais prevede una formazione di base di quattro anni, che si conclude con un diploma riconosciuto a livello internazionale, ottenibile anche in Svizzera. Chi in seguito vuole essere certificato dall’Associazione Svizzera Feldenkrais deve dimostrare ogni due anni, oltre all’esercizio regolare della professione, 40 ore di formazione continua. «Io ho fatto la formazione a Milano, con Mara Della Pergola, la quale è stata l’unica allieva italiana diretta di Moshé Feldenkrais», afferma Laura Cambi, che di base è massaggiatrice medicale con attestato federale, «dopo la formazione di base, ho seguito una post-formazione per bambini con bisogni speciali e poi una master class sull’utilizzo dell’arte per osservare noi stessi».

Chi fosse interessato a questo affascinante mondo, sul sito dell’Associazione Svizzera Feldenkrais troverà 5 audio (anche in italiano) per un assaggio di altrettante piccole lezioni.

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