(Wikimedia)

Il grifone, un volatile fra mito e realtà

by Claudia

«Nella mitologia il grifone era un animale fantastico con corpo di leone e testa d’aquila». La veterinaria Elena Ghelfi collabora con la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano e si occupa di animali non convenzionali: piccoli mammiferi, rettili e, per l’appunto, uccelli come il Gyps fulfus: «È il nome scientifico del grifone, un volatile possente e affascinante che ha l’aspetto e appartiene alla stessa famiglia degli avvoltoi, quella degli accipitridi, come sparvieri, astori, aquile, poiane, bianconi, albanelle e nibbi». La veterinaria ne sottolinea l’appartenenza mitologica spiegando che, nella storia, ha lasciato tracce di dubbi sulla sua reale esistenza: «Nell’antica Grecia fu associato al dio Apollo e si credeva vivesse nella parte più settentrionale dell’Europa, dove i leggendari animali mitologici conservavano grandi quantità di oro». Al grifone si attribuiva saggezza e capacità di proteggere la conoscenza del dio delle arti, ma anche i tesori: «Simbolo di forza, vigilanza, incarnazione della prova da superare per raggiungere un grande obiettivo, nell’Impero Romano divenne pure simbolo di potere e forza; fu poi associato a Giove, dio del cielo e dei fulmini».

Questo rapace pare dunque incarnare un simbolo solare e positivo: «Difensore delle terre conquistate dall’Impero, nei secoli a venire le casate nobiliari lo facevano rappresentare negli stemmi e negli affreschi». Evidentemente, questa creatura fantastica stimolava la fantasia degli artisti dai tempi dei tempi: «Sono noti i grifoni che decorano le pareti della sala del trono del palazzo di Cnosso a Creta (1700 a.C.), ma anche il famoso grifone di Pisa, mentre l’origine della sua immagine si fa risalire alle civiltà assire, babilonesi e persiane». Non è quindi retorico chiedersi della reale esistenza del grifone: «In natura questo volatile è un uccello rapace e non è certo l’ibrido, tanto leggendario quanto fantasioso, descritto dalla mitologia». Infatti, secondo le indicazioni di Vogelwarte, in Svizzera la presenza di grifoni erratici è documentata fin dal Medioevo, mentre nel corso del XIX secolo era stato tuttavia sterminato in gran parte dell’Europa: «In particolare, gli fu fatale l’uso di esche avvelenate contro i grandi carnivori, mentre nel 1981 è stato avviato un progetto di reinsediamento nel massiccio Centrale francese e oggi in tutta la Francia nidificano di nuovo più di tremila coppie. Questo, a partire dal 2012, ha portato anche ad un aumento delle osservazioni in Svizzera dove i grifoni passano senza nidificare: sono uccelli erratici che non si riproducono qui, e che si spostano per distanze molto lunghe».

Ogni estate da noi ne soggiornano diverse centinaia: «Si tratta di “ospiti alimentari” che non nidificano, la cui presenza è perciò limitata principalmente al periodo che va da aprile a ottobre». Secondo Vogelwarte, pare pure improbabile che in futuro in Svizzera il grifone diventi un uccello nidificante: «Nelle aree di riproduzione dell’Europa meridionale la deposizione delle uova inizia già tra dicembre e marzo; ci si potrà dunque aspettare eventuali covate solo quando grifoni sessualmente maturi inizieranno a soggiornare in Svizzera tutto l’anno». Un’eventualità che per alcuni comporta una certa inquietudine a causa delle leggende che lo accompagnano e che lo vedono un divoratore di animali vivi oltre che di carcasse: «In realtà, esso è uno spazzino che si nutre principalmente di carcasse di grandi ungulati come stambecchi, camosci, cervi e caprioli: un perfetto riciclatore di carcasse in grado di percorrere anche grandi distanze in cerca di cibo, dato che luogo e ora in cui le carcasse saranno disponibili non sono prevedibili. Allora, una volta che il grifone ne trova una, mangia il più possibile perché non sa quando scoprirà la prossima». E poiché si nutre principalmente di carogne, pare ovvio associare la sua presenza a quella del lupo: «A causa delle elevate popolazioni di animali selvatici e di morti naturali, in Svizzera il grifone trova cibo a sufficienza anche senza lupi. Naturalmente, potrebbe pure beneficiare delle predazioni dei lupi comparendo molto rapidamente presso un animale predato, tanto che il suo rapido consumo di una carcassa di animale da reddito predata può rendere difficile il rilevamento di una predazione da lupo da parte delle autorità cantonali e nazionali».

In buona sostanza, il grifone non può essere definito come un puro spazzino, e nemmeno come un vero cacciatore, ma è un perfetto opportunista che si porta appresso il timore di un’errata interpretazione del suo comportamento secondo cui potrebbe attaccare anche animali da reddito o mangiarne di vivi: «Un’idea sbagliata, rafforzata da una copertura mediatica tendenziosa, e da video che circolano sui social media che mostrano presunti attacchi ad animali da reddito». Qui Vogelwarte invita alla prudenza e a non incappare in conclusioni tanto affrettate quanto sbagliate: «Alcune immagini sono davvero brutte, ma quasi mai mostrano l’inizio o la fine dell’interazione fra avvoltoi e bestiame. Quindi, di solito non è chiaro cosa sia successo esattamente e in quali condizioni fosse l’animale quando essi sono apparsi». Secondo il sodalizio, questi video non costituiscono una prova della pericolosità dei grifoni per il bestiame sano: «Sebbene praticamente non esistano prove che i grifoni attacchino bestiame sano, ognuna di queste segnalazioni dovrebbe essere esaminata in modo dettagliato: l’intero attacco è documentato dall’inizio alla fine? In che condizioni era l’animale colpito? Era malato o ferito?». Solo se si può rispondere a queste domande, ribadiscono gli esperti, si potrà discutere in modo pragmatico e senza polemiche sul grifone, sul suo comportamento e su eventuali misure da intraprendere.

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