Guida dilettevole per il passeggiatore digitale – 5: l’idea di Diderot e D’Alembert dell’Encyclopédie è sopravvissuta fino a noi, la sua ultima manifestazione si chiama Wikipedia ed è nata nel 2001
Cara passeggiatrice, caro passeggiatore, giunti al termine di questa piccola guida virtuale e contemplativa ai luoghi più ascosi e incantevoli del web, permettimi di lasciarti con un invito all’azione. Seguirai così la via scelta da Ilario Valdelli, informatico (con una seconda laurea in Scienze umanistiche) che dal 2005 è precipitato, come novella Alice (https://it.wikisource.org/wiki/Alice_nel_Paese_delle_meraviglie), in un paese delle meraviglie del sapere: Wikipedia.
«Prima o poi, gli uomini che pensano e scrivono governano l’opinione; e l’opinione, come sapete, governa il mondo», scriveva D’Alembert, che con il suo collega Diderot, nel 1751 pubblicava il primo tomo dell’Encyclopédie (puoi leggerla qui: https://gallica.bnf.fr/essentiels/diderot/encyclopedie). Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, così come di byte nei nostri cavi ethernet e nelle nostre antenne WiFi. Eppure l’idea di creare un deposito di tutto il sapere umano è sopravvissuta: la sua ultima manifestazione nasce nel 2001, quando Jimmy Wales e Larry Sanger danno vita all’enciclopedia online che tutti conosciamo e utilizziamo (anche se a volte non lo ammettiamo). Wikipedia affonda le sue radici nel tecno-ottimismo che ha caratterizzato Internet alla fine del XX secolo, quando si pensava che la gente comune avrebbe potuto usare gli strumenti informatici come mezzo di liberazione, educazione e illuminazione. E – nonostante i tempi bui nei quali viviamo – sopravvive: a fine dicembre 2020, Wikipedia in italiano era composta 1’662’190 voci, ciò che corrisponde a circa 645 volumi dell’Enciclopedia Britannica. Ilario Valdelli, che dalla Mesolcina in cui risiede continua da più di 20 anni a lavorare come volontario, è uno dei tanti che compongono la comunità di Wikipedia in italiano, con ben 2’564’774 utenti registrati, dei quali 7079 hanno contribuito con almeno una modifica a una voce nell’ultimo mese.
Perché l’enciclopedia online ha una caratteristica unica: è prima di tutto – e lo rivendica – un progetto di sapere collettivo, al centro del quale c’è il bottone «modifica» che si trova su ogni sua pagina e che permette a chiunque di mettere mano a una voce, di correggerla, di inserire nuove fonti o nuove informazioni.
«La prima volta che ho voluto modificare una voce su Wikipedia, per curiosità, il giorno dopo questo contenuto era stato cancellato per violazione di copyright. Mi sono detto che allora dietro questi milioni di voci enciclopediche c’era veramente qualcuno», racconta l’informatico. La voce in questione era quella relativa al paese di provenienza di suo padre, Dugenta (https://it.wikipedia.org/wiki/Dugenta), in Campania. Da allora Ilario Valdelli ha continuato il suo lavoro di volontario, dedicandosi in particolare alla scrittura di voci relative alla Svizzera Italiana e alla sua cultura. Come quelle su Mario Agliati (it.wikipedia.org/wiki/Mario_Agliati), Giovanni Bianconi (it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Bianconi_(poeta)) e Valerio Abbondio (it.wikipedia.org/wiki/Valerio_Abbondio). È stato uno dei fondatori di Wikimedia Italia e Svizzera, due dei tanti capitoli nazionali della Wikimedia Foundation, organizzazione senza fini di lucro nata negli USA che ha lo scopo di incoraggiare progetti di diffusione della conoscenza libera, tra cui c’è naturalmente anche Wikipedia. E oggi lavora in qualità di responsabile per l’innovazione di Wikimedia Svizzera, della quale è stato primo presidente. Attualmente sta contribuendo su Wikisource (biblioteca digitale multilingue, che accoglie testi e libri in pubblico dominio o con licenze libere) al Compendio storico della Valle Mesolcina del 1838 di Giovanni Antonio a Marca (it.wikisource.org/wiki/Compendio_storico_della_Valle_Mesolcina).
Scansionato e poi caricato in originale su Wikimedia Commons, un enorme archivio di immagini digitali, suoni ed altri file multimediali con licenza libera, il compendio aveva però bisogno di essere trascritto (eccolo: https://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Compendio_storico_della_Valle_Mesolcina.djvu).
Ilario Valdelli cura anche il progetto Wiki Science Competition, un concorso fotografico biennale dedicato alla fotografia scientifica, aperto a tutti, anche a chi non è uno scienziato (qui i finalisti 2023: commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Wiki_Science_Competition_2023/Winners/Switzerland).
«Fare questo lavoro sulla Mesolcina mi sta aiutando a conoscere meglio la valle», racconta Ilario Valdelli, che ricorda di avere avuto un sussulto dopo aver letto un particolare passaggio del Compendio. «Dopo una debole pioggia d’alcuni giorni, caduta nell’anno 562, le alte piramidi che in quei tempi erano rinomate e rimarchevoli per la loro costruzione, chiamate unitamente Vedrua, si staccarono improvvisamente, e sotterrarono il paese di Drenola con tutti i suoi abitanti in numero di circa cento persone». I sopravvissuti, si narra nel volume, «andarono poi ad abitare a Sartens, luogo sulla sinistra della Moesa, che compongono presentemente quel piccol paese detto Sorte». Sorte, l’epicentro del terribile nubifragio che ha colpito, 1462 anni dopo, la Mesolcina.
Ma un’enciclopedia fatta dai suoi utenti in modo partecipativo non è priva di rischi, come numerose controversie – debitamente raccolte in una pagina Wikipedia (it.wikipedia.org/wiki/Controversie_legate_a_Wikipedia) – nel corso degli anni hanno mostrato. «Paradossalmente – spiega Ilario Valdelli – l’arrivo di intelligenze artificiali come quella dietro a ChatGPT, le cui fonti non sono trasparenti, mostrano tutta la forza e l’attualità di un progetto come quello di Wikipedia, dove ogni modifica a una voce può essere visualizzata e discussa».
E allora, cari passeggiatori, vi lascio con questo invito: cliccate il bottone magico con la scritta «modifica», per diventare artefici del vostro destino da internauti. Perché – parafrasando il Dodo di Alice nel Paese delle meraviglie – il miglior modo di spiegare una cosa è farla.