Le Edizioni San Giorgio pubblicano il meglio della fortunata rubrica del Corriere del Ticino Pensieri dal battellino
Diavolo di un Bruno Costantini. Il navigato giornalista, già vicedirettore del «Corriere del Ticino», cronista parlamentare al fu «Giornale del Popolo», redattore della prima ora al Mastino (ops!) «Mattino della Domenica», con un’ampia parentesi lavorativa al Dipartimento delle finanze e dell’economia a Bellinzona, ha dato alle stampe per le Edizioni San Giorgio il distillato del proprio sapere politico-cronachistico e della propria ironia, nell’agile volumetto Pensieri dal battellino. Cronache reali da un mondo irreale.
Chi conosce l’omonima rubrica settimanale del «Corriere del Ticino» sa di cosa stiamo parlando: di un mondo tra il reale e l’immaginario, un teatrino galleggiante, nel quale l’autore – grazie alla spalla comica di Asia, microinfluencer del lago – irride vizi e virtù della repubblica dell’iperbole cantonticinese. Il libro raccoglie un’ampia selezione di quegli articoli, pubblicati tra il 2019 e il 2024, proponendo il meglio della rubrica.
Nel Muppet Show costantiniano, il battellino immaginario un tempo trasportava i turisti da una parte all’altra del Ceresio e oggi carica e scarica casse di un vino molto particolare, come indica la dicitura: «Barbera fatto con il mulo». «È un bel passo avanti – scrive l’autore – l’immagine è già più naturale. E nessuno potrà venirci a dire che son capaci tutti di bere “green” col mulo degli altri».
Il capitano di vascello Bruno e la sua compagna d’avventure Asia navigano sul Ceresio e commentano le onde anomale, le acque mosse e i periodi di bonaccia sociale e politica che movimentano o addormentano il golfo di Lugano, il Ticino, la Svizzera e il Mondo.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento di queste acque scrisse mirabilmente Antonio Fogazzaro nei suoi romanzi Piccolo mondo antico e Piccolo mondo moderno. Oltre un secolo più tardi, quello di Bruno Costantini è un piccolo mondo antico di regole e certezze che si confronta col piccolo mondo moderno di Asia, sempre in fregola per i nuovi trend, pronta a inforcare la bici elettrica rosa per correre dal parrucchiere, pardon, dall’hair stylist, o a indossare il trikini (bikini più mascherina in tinta) in tempi di pandemia.
Il Battellino è quindi un meccanismo perfetto d’analisi paradossale della realtà, basato su quello che potremmo definire «l’effetto Blues Brothers», che si verifica quando una persona dal contegno controllato e serio quale Costantini è, si presta a ragionamenti terre-à-terre che assomigliano molto a quelli dell’uomo di strada. Il contrasto tra il lessico ricercato e i pensieri che esprime è spesso esilarante.
Un esempio? «Più che dai bastoni – scrive Costantini parlando di due municipali luganesi – dovrebbero stare in guardia dai proiettili di gomma del Comandante della polizia comunale, il quale, parlando dell’intervento alla festa abusiva a Villa Saroli, ha assicurato che “non abbiamo mirato ad altezza d’uomo, ma alle parti basse”. Sarà che un tempo, quando si parlava di precise parti del corpo umano, con pudicizia dialettale si diceva “giò in bass” per identificare quelli che sarebbero stati definiti “gioielli di famiglia”, ma la spiegazione del Comandante lascia un po’ interdetti per la mirata crudeltà».
Funziona così il Battellino, a raffiche di ironie piene di buon senso. L’autore auspica ad esempio una giornata mondiale dei babbei, visto che ci sono già quelle «del cane in ufficio, dei blogger, della pace interiore, della Nutella, degli UFO, della fatina dei denti, del bacio, della vedovanza, del gabinetto, del dialogo tra religioni e omosessualità, degli uccelli migratori e dell’orgasmo. Non ci starebbero allora anche i babbei?».
Imperdibili alcune decorticazioni di personaggi noti locali o internazionali, come Matteo Salvini: «Per fortuna vi è ancora chi cerca risposte nella dimensione mistica, sopra le miserie umane, come il capopopolo della Lega Matteo Salvini che riceve messaggi dalla Madonna di Medjugorjie e che ha dalla sua parte gente che scende in strada con il rosario in mano a pregare per lui. Ci ricorda Pino Casagrande, presunto veggente Vercellese che diceva di avere le stigmate da Padre Pio…».
Caustico, ma a suo modo affettuoso, lo sguardo sulle magagne locali: «Abbiamo pensato di organizzare sul battellino una grande serata di gala dedicata ai candidati che a vario titolo non hanno avuto soddisfazione dalle elezioni federali, una crociera dei trombati con vino e gazzosa per tutti». Ogni tanto emerge l’intrinseca conoscenza della macchina cantonale: in Gran Consiglio «… hanno iniziato a parlare alle 14 e hanno finito che erano passate le 23.30. Anche perché c’erano pure le risposte del Governo alle interpellanze sul coronavirus, ben 33 delle quali, una buona metà, inoltrate dall’MPS del giustiziere fumantino Pronzini che, prevedibilmente, ha preteso la risposta immediata non curante dei colleghi sfiancati che chiedevano pietà».
In un Cantone ad alto tasso di permalosità di vip e sotto vip locali, c’è da chiedersi come sia riuscito Costantini a tenere in piedi il suo circo di nani e ballerine senza essere sbranato dai personaggi che ha irriso. Azzardo due ipotesi. La prima è che affianca sempre l’ironia all’autoironia, come quando si fa definire da Asia «un cetomedista del menga». La seconda è che Bruno graffia sì, ma senza la ferocia partigiana che si riserva ai nemici di bandiera o di partito. Lo scrive lui stesso: «Noi non siamo pirati delatori o naufraghi in cerca di vendetta, bensì tranquilli navigatori che dal battellino osservano divertiti il teatrino transnazionale». Insomma, diverte e si diverte. Una formula apparentemente semplice, a saperla fare. /