La leggerezza di un dramma

Una giovane donna, interpretata dalla talentuosa Jenna Hasse, ha appena scoperto di essere incinta. Da quel momento, il suo quotidiano e le persone attorno a lei diventano solo un contorno sfumato, lasciando la protagonista sola con la sua responsabilità. È questa la trama del cortometraggio La Gravidité, realizzato dalla regista zurighese Jela Hasler e premiato come miglior cortometraggio nel 2024.

Il film cerca di cogliere il sentimento della paura di perdere la propria libertà in città, una Zurigo fredda e piena di rumori e dettagli insignificanti, ma molto importanti per l’autrice, dato che servono a evocare quella leggerezza, a cui Hasler è molto legata e che non vuole mettere da parte neppure in situazioni drammatiche, dove la meschinità dell’uomo sembra essere la normalità.

L’inadeguatezza è sempre presente, nascosta dietro la finzione. Laurianne, la protagonista, vuole il controllo su quello che non reputa giusto nelle persone a lei vicine. Diventa il motore di una ruota che vuole far girare a proprio favore. Si delinea così il ritratto di una donna alla ricerca di un proprio spazio, anche quello di recitazione e improvvisazione.

Jela Hasler, con il suo cinema, porta lo spettatore a ricordare che viviamo in una società piena di ostacoli, e che è difficile non seguire il flusso della città per andare controcorrente. A volte ci si abitua, si possono migliorare le cose, ma sembra che non si possa immaginare altro. Tuttavia, la regista vuole dimostrare che esiste ancora una speranza, quella incarnata dai suoi personaggi che si trasformano in eroine contemporanee. Nella forma semplice ed essenziale del film, nel volto e negli occhi di queste figure, si alza una voce di resistenza.

Per la regista, il formato del cortometraggio è un mezzo per catturare in immagini un momento istantaneo della vita ordinaria, per raccontare piccole lotte personali contro il maschilismo solo all’apparenza nascosto. Vuole giocare con l’inaspettato, con il fuori campo o con ciò che non vediamo, creando un vuoto intorno alla protagonista. Nel momento conclusivo di quiete e solitudine del film, tutto scompare, anche la rivelazione della sua decisione.

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