La Sala dei matrimoni di Palazzo civico è stata affrescata dalla pittrice Rosetta Leins e arredata con mobili dell’architetto e artista Mario Chiattone.

Un patrimonio conservato «con cura»

by Claudia

Quando si cammina nella propria città, monumenti, fontane e altre opere simboliche rischiano di essere presenze abituali sulle quali ci si sofferma poco e di cui spesso si ignora il significato pur essendo parte integrante del locale patrimonio culturale. Il loro restauro è un’occasione per riscoprirli soprattutto se accompagnato da un piccolo volume ricco di immagini che ne riassume la storia e il valore artistico. A Lugano ciò è possibile grazie alla collana divulgativa «Con cura», il cui titolo accentua volutamente l’impegno nei confronti del patrimonio del passato per tramandarlo alle generazioni future. Avviato tre anni orsono, il progetto si inserisce nel contesto di una visione innovativa dei compiti della Divisione cultura, come spiega ad «Azione» il direttore Luigi Maria Di Corato. La storica Manuela Maffongelli, responsabile della collana, ci illustra i primi quattro volumi dedicati nell’ordine al Tempietto di Washington, al Monumento Reali, al Monumento Indipendenza e alla Sala dei matrimoni di Palazzo Civico.

Questo breve elenco già indica come alcune opere siano sempre visibili, mentre altre solo in occasioni speciali. La collana «Con cura», disponibile gratuitamente presso l’Ufficio del Patrimonio culturale (per la richiesta dei volumi scrivere a patrimonio@cultura.ch), permette quindi di avvicinare tutti gli interessati anche a spazi non accessibili come lo è la Sala dei matrimoni, aperta solo nelle occasioni di rito. Restaurata la scorsa primavera assieme a quella di Palazzo Tosetti Riva a Castagnola, la Sala dei matrimoni di Palazzo Civico è ricca di opere pregiate. Spiega Manuela Maffongelli: «Realizzata nel 1943 a seguito di un concorso di decorazione pittorica per sostenere gli artisti in anni difficili, la Sala è stata affrescata dalla pittrice ticinese Rosetta Leins e arredata con mobili disegnati dall’architetto e artista Mario Chiattone. A causa del tempo trascorso e di altri agenti come il fumo, la Sala necessitava di un restauro, reso più complesso dalla sua funzione pubblica».

Un lavoro multidisciplinare che toglie il velo dell’oblio

Il lavoro dell’Ufficio del Patrimonio culturale a livello di conservazione parte sempre dalla necessità di preservare un’opera in stato di degrado. Precisa al riguardo l’esperta: «Il team composto da professionisti di più discipline – storia, storia dell’arte, restauro – si confronta sulla base della mappatura del patrimonio collettivo diffuso. La priorità viene data ai beni che versano nello stato di conservazione peggiore, programmando ogni anno diversi interventi di restauro realizzati. Solo ai restauri più significativi si dedica un volume che racchiude l’intero percorso volto a “restituire” l’opera ai cittadini. L’obiettivo dei contributi dei rispettivi specialisti (quello sul restauro evidenziato da pagine colorate) è di spiegare con un lessico di facile comprensione il contesto storico nel quale l’opera è stata realizzata, il suo valore artistico, i protagonisti ad essa legati e gli interventi effettuati per garantirne la conservazione».

Se il restauro toglie al monumento la patina del tempo, il volume gli leva il velo di oblio, messaggio trasmesso anche dalla copertina in carta velina. «Con cura» non è infatti solo il titolo della collana, riflesso dell’attitudine nei confronti del patrimonio culturale, ma pure il metodo con cui la Divisione cultura lavora sui tre assi di sua competenza, come ricorda il direttore Luigi Maria Di Corato. «Sosteniamo lo sviluppo culturale attraverso il supporto ad artisti, operatori e volontari; favoriamo la collaborazione degli istituti culturali (fondati o partecipati dalla Città) con le istituzioni e i cittadini; valorizziamo e promuoviamo il patrimonio storico e artistico di Lugano, dalla cultura immateriale alle opere monumentali, gestendo pure l’Archivio storico e il Museo Wilhelm Schmid. All’obiettivo divulgativo contribuisce anche il sito www.luganocultura.ch».

«Al centro del nostro operato – prosegue il direttore – c’è il cittadino, proprietario delle opere, fruitore delle proposte culturali, finanziatore delle nostre attività tramite il prelievo fiscale e non da ultimo produttore di contenuti di alcune di esse nell’ambito di un percorso di cittadinanza attiva. Un vasto progetto basato su tale principio concerne le Mappe di comunità che stiamo allestendo nei diversi quartieri in collaborazione con la popolazione. Quest’ultima è invitata a partecipare agli incontri fornendo testimonianze orali, fotografie, oggetti e documenti relativi ai beni presenti sul territorio nel quale vive. Il progetto si arricchirà di un ulteriore tassello con la stampa della versione cartacea delle Mappe». Per il nostro interlocutore i due mezzi di comunicazione – cartaceo e digitale – svolgono un ruolo complementare e vanno utilizzati entrambi in base alle rispettive funzioni.

Il prossimo volume dedicato agli abiti

Tornando alla collana «Con cura» e alle opere che fa riscoprire, Luigi Maria Di Corato si sofferma sul Monumento Indipendenza, fra i simboli della storia di Lugano, restaurato nel 2023. «Quest’opera è un esempio del ruolo svolto dai cittadini che l’hanno voluta per ricordare nel 1898 il centenario dell’indipendenza dell’attuale Cantone Ticino. Grazie alle ricerche storiche e artistiche effettuate prima del restauro, il monumento si arricchisce di contenuti rimessi in circolo attraverso il volume». Valore e bellezza sono ugualmente racchiusi nelle pagine dei due volumi dedicati al Tempietto di Washington e al Monumento Reali. Manuela Maffongelli: «Il primo, situato sul lungolago e caratterizzato dal busto del primo presidente degli Stati Uniti d’America, ha inaugurato la collana nel 2021, mentre l’anno scorso è stato pubblicato il volume dedicato al monumento Reali presente nel cimitero monumentale della Città. È stata l’occasione per riscoprire la storia di una famiglia che ha donato a Lugano la sede del Museo d’arte e a Cadro quella che oggi ospita l’Ideatorio. Stiamo ora lavorando al prossimo numero che avrà nuovamente lo scopo di “restituire” alla popolazione un patrimonio non visibile. Si tratta di oltre cento abiti risalenti al Settecento e all’Ottocento provenienti dall’ex Museo storico della Città. Sono stati restaurati, ma risultano troppo fragili per essere esposti. Sono pertanto custoditi nei depositi come le altre collezioni dell’istituto museale chiuso nel 1963. Per quanto riguarda i monumenti del centro cittadino, è previsto a breve il restauro della Fontana Antonio Bossi in Piazza Rezzonico».

Stasera appuntamento con le «Pagine storiche luganesi»

L’iniziativa divulgativa dell’Ufficio del Patrimonio culturale si affianca alla collaudata collana di carattere scientifico «Pagine storiche luganesi» di cui viene presentato proprio oggi l’ultimo volume: Il libro della fibbia. Storia del convento di Santa Maria degli Angeli. L’appuntamento – alle 18 nell’omonima chiesa – inaugura una serie di eventi dedicati alla vita quotidiana a Lugano nel periodo di passaggio fra la dominazione milanese e l’arrivo dei Confederati. Un’esposizione temporanea è liberamente visitabile presso il Giardino Belvedere fino al 14 febbraio 2025.

I modi per valorizzare i beni storici e artistici, permettendo al pubblico di riscoprirli anche a favore della propria identità culturale, sono molteplici. Lo dimostrano le numerose iniziative della Divisione cultura della Città di Lugano, attenta, come ricorda in conclusione il direttore Luigi Maria Di Corato, «a gestire con la stessa cura le forme di espressione artistica di ieri e di oggi. Dobbiamo essere consapevoli che l’arte è un linguaggio, un flusso che diventa cultura e soprattutto una componente essenziale del benessere dei cittadini».

You may also like

ABBONAMENTI INSERZIONI PUBBLICITARIE REDAZIONE
IMPRESSUM
UGC
INFORMAZIONI LEGALI

MIGROS TICINO MIGROS
SCUOLA CLUB PERCENTO CULTURALE MIGROS TICINO ACTIV FITNESS TICINO