Il nucleo di Erbonne ospita un piccolo museo del contrabbando e un breve percorso didattico, mentre l’ex-scuola è ora un’osteria (E. Stampanoni)

Erbonne, così vicino e così lontano

by Claudia

È autunno inoltrato. I colori tipici della stagione caratterizzano il paesaggio, che offre splendidi scorci alle pendici del Monte Generoso. Siamo in Valle di Muggio, in cima o quasi. I due piccoli villaggi di Roncapiano e Scudellate, oggi frazioni di Breggia, sono lì, incastrati a meraviglia nella montagna, circondati da ripidissimi prati, falciati con abilità dagli agricoltori o anche pascolati da un gregge pecore.

Poco più in là c’è invece Erbonne, un nucleo di case già in territorio italiano, ma che con la Svizzera e la Valle di Muggio ha avuto e ha tuttora un legame particolare. Fino al 1954, come altresì riportato in una tavola informativa a Scudellate, il borgo non aveva infatti un accesso carrabile con San Fedele Intelvi e, anche per questo, la popolazione locale faceva capo alla vicina Svizzera per alcuni servizi, «come per l’istruzione, l’applicazione delle disposizioni medico-sanitarie o le funzioni religiose».

Il legame tra la Valle di Muggio e il piccolo villaggio nella provincia di Como, oggi frazione di Centro Valle Intelvi, non si limita però a questi aspetti. Diverse sono state le traversie e intenso è stato il periodo del contrabbando, che si può rivivere a Erbonne, visitando la piccola esposizione dedicata a questo «mestiere», da cui parte anche un breve percorso didattico che in cinque tappe conduce i visitatori lungo Erbonne e le sue peculiarità. L’avvio è proprio nei pressi del piccolo museo, sistemato nel 2002 in quella che una volta fu la caserma della Guardia di Finanza, allestita nel 1947 per far fronte ai frequenti passaggi e poi chiusa nel 1977. Al suo interno sono raccolti oggetti, vestiti, scarpe, fotografie, bricolle e documenti di un’epoca caratterizzata da un’attività di grande importanza economica e sociale. Fino agli anni 70 le merci che i sfrusaduu trasportavano di frodo (da qui il nome) dalla Svizzera all’Italia erano per lo più sigarette, caffè, zucchero e sale, mentre il tragitto inverso interessava soprattutto il riso del vercellese e del pavese.

Il percorso prosegue verso il nucleo del paese, un piccolo agglomerato costituito da una cinquantina di edifici raggruppati e oggi abitato in modo permanente da una manciata di persone, come ci conferma il sindaco di Centro Valle Intelvi Mario Pozzi: «Attualmente sono cinque gli abitanti fissi, ma nei fine settimana e soprattutto in estate il borgo si popola, in quanto quasi tutte le cascine sono state sistemate e trasformate in abitazioni secondarie». Il paese non mostra segni d’abbandono e passeggiando tra le strette vie si può apprezzare una grande tranquillità. Il villaggio, seppur ammodernato, ha infatti mantenuto le sue caratteristiche, con il sasso e il legno tuttora dominanti nelle costruzioni, attorniate da prati, boschi e montagne. Ad emergere sono ancora due elementi essenziali della vita quotidiana di un tempo: il lavatoio, restaurato nel 2004, e la fontana, costruita in granito e a una sola vasca, com’è tipico della Valle d’Intelvi, permettendo così anche l’abbeveraggio del bestiame. La struttura, con l’acqua captata dalla sorgente Erada attraverso una condotta di oltre mille metri, è stata la prima opera costruita dal comune nel lontano 1835 ed è stata in seguito, in tempi recenti, oggetto di un recupero architettonico che ha coinvolto anche il selciato e la pavimentazione del borgo. A Erbonne c’erano inoltre anche una nevera (ossia una di quelle costruzioni per conservare al fresco gli alimenti), e un locale del latte con casera, a testimonianza dell’importanza dell’allevamento e dell’attività casearia.

È invece in parte diventata un’osteria quella che fu la scuola di Erbonne: se fino agli ultimi anni dell’Ottocento gli alunni si recavano ancora a Scudellate, dal 1915 si pensò (per una maggior comodità e per degli attriti con l’allora comune di Muggio) a una sede locale in alcune abitazioni del borgo, che si rivelarono però inadatte. Solo nel 1958 Erbonne ebbe il suo edificio scolastico, che però chiuse già nel 1969, per mancanza di alunni, conseguenza del calo costante della popolazione, che negli anni precedenti era arrivata fino a 150 abitanti.

L’ex-scuola è ora al centro di un progetto di rivalorizzazione, come spiega Matteo Augustoni, presidente di Valle Intelvi Turismo: «Il progetto PNRR Bando Borghi, attualmente in atto tra i comuni di Centro Valle Intelvi, Cerano e Schignano, si prefigge come obiettivo il recupero delle aule sopra la trattoria allo scopo di creare dei posti letto e, tra un paio di anni al massimo, concretizzare degli alloggi per i visitatori».

Il legame italo-svizzero va però ben oltre il contrabbando, la scuola e, più tardi, il turismo, dato che anche altre vicende o attività hanno unito e diviso i due villaggi. Un esempio è il cimitero, costruito a Erbonne solo nel 1916, mentre in precedenza le inumazioni erano eseguite in quello di Scudellate, ai tempi frazione di Muggio, poi aggregatosi nel 2009 con Bruzella, Cabbio, Caneggio, Morbio Superiore e Sagno per formare il nuovo comune di Breggia. Risale invece al 1929 la chiesa, affacciata sui prati ai piedi del villaggio.

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