Fiammiferi e cowboy

by Claudia

Editoria: un viaggio tra ricordi d’infanzia e curiosità letterarie nel nuovo libro di Matteo Terzaghi

C’è un legame molto stretto e affascinante fra l’infanzia e la conoscenza, fatto di curiosità, di un instancabile stupore che si rinnova giornalmente, di un mondo ancora immerso in un’atmosfera magica in cui immaginazione e realtà si intrecciano. Molti di noi da bambini abbiamo avuto per le mani il Manuale delle giovani marmotte, che per molti versi rimanda all’idea dell’infanzia come età della sperimentazione. Il manuale, lo dice la definizione, è un libro che espone in modo esauriente una miriade di informazioni attorno a un tema.

Nel caso de il Manuale delle giovani marmotte, non è tanto il tema a definirne il carattere, quanto i suoi destinatari (un’immaginaria organizzazione scout), ma la sostanza cambia poco: per chi lo sa usare, è una preziosa miniera di informazioni per conoscere e sperimentare il mondo. Se un libro racchiude un mondo dentro le sue pagine, averlo per le mani, sfogliarlo, o magari anche solo desiderarlo, rappresentano già una promessa di scoprire dei segreti, delle chiavi che introducono nel mondo del sapere. Come dire: se il manuale esiste, allora il mondo è a portata di mano.

La loro vocazione conoscitiva e specialistica ci porta poi a un’altra osservazione: di manuali ne esistono di ogni tipo e per ogni esigenza. E nel libro di Matteo Terzaghi, Il manuale del fosforo e dei fiammiferi (Quodlibet, 2024), ne incontriamo parecchi. L’autore ne è affascinato, ma il suo libro non è un manuale, né tanto meno un trattato sui manuali, quanto piuttosto una raccolta di brevi storie che alla leggerezza dello stile sanno unire l’estrema originalità dei contenuti. E allora i manuali diventano degli specchi che riflettono luce, e ci conducono altrove: spesso è il luogo della memoria che si ravviva, ma anche un ritorno all’infanzia, un’età in cui, confessa l’autore, «raccogliamo e accumuliamo una gran quantità di domande. Sono come fiammiferi che si aggiungono ad altri fiammiferi e scatole di fiammiferi che si aggiungono ad altre scatole di fiammiferi. Ogni nuovo incontro, ogni nuova parola, ogni nuova sfumatura delle emozioni e dei sentimenti, ogni premonizione, ogni nuovo scherzo della percezione o della memoria schiude nuovi scenari e porta con sé un certo numero di interrogativi».

Fiammiferi, fiamme, stupore, premonizioni, sentimenti ed emozioni: e una storia di ragazzini che giocando ai cowboy cercano di accendere i fiammiferi usando il tacco degli stivali, come i cowboy di Hollywood. E in mezzo a tutto questo, un vero e proprio manuale dei fiammiferi, convocato a proposito per illuminare il presente attraverso il passato e il passato attraverso il presente.

Muovendosi sul confine fra l’aneddoto pittoresco, la biografia, e istruttivi riferimenti a manuali di oggi e di ieri, quello di Matteo Terzaghi è un libro curioso nel senso buono del termine, che sa essere al tempo stesso divagatorio ed estremamente raccolto. Difficile da classificare, ma in compenso molto piacevole da leggere.

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