Da sempre l’uomo, per riflettere sul suo rapporto con il mondo che lo circonda e sulle ansie che questo rapporto genera in lui, si affida alla rappresentazione grafica (almeno dalle prime pitture rupestri nelle grotte) o più in generale artistica. Le varie forme dell’arte sono dunque il veicolo privilegiato per raccontare non solo le nostre paure e le nostre speranze, ma anche lo stato delle nostre conoscenze e le vie percorribili che queste ci suggeriscono. In questo senso il festival diffuso L’Uomo e il Clima, in corso a Lugano, si propone come un’occasione privilegiata per scandagliare lo sfaccettato rapporto tra l’umanità e il clima che cambia. Il mosaico offerto al pubblico dal festival che annovera già due mostre attualmente in corso, una al Musec e una all’Artphilein Library, si arricchisce ora con la rassegna cinematografica Cinema e Clima, al LUX art house di Massagno, per quattro mercoledì dal 15 gennaio al 5 febbraio.
La rassegna promossa in collaborazione con l’Associazione Trame si articola in quattro serate tematiche, come ci spiega la coordinatrice Clara Caverzasio: «Abbiamo cercato di dare una panoramica diversificata di quanto il cinema sta proponendo in questo ambito. La scelta dei film è nata dalla constatazione che in questi anni anche il cinema si è evoluto per affrontare il tema del cambiamento climatico. A lungo, infatti, i film hanno trattato l’argomento in chiave fantascientifica, immaginando scenari distopici con la cosiddetta climate fiction. Ovviamente ora il cambiamento climatico non è più fantascienza e anche il cinema affronta il tema in modo sempre più incisivo, dando anche un contributo significativo alle questioni climatiche in diversi modi combinando intrattenimento, informazione, arte e sensibilizzazione. La rassegna Cinema e Clima, nel suo piccolo, vuole, dunque, dare una breve panoramica di quanto questo mezzo possa offrire alla riflessione sulla crisi ambientale da prospettive diverse e con approcci artistici anche sperimentali molto vari. Abbiamo così scelto di suddividere la rassegna in quattro serate tematiche: “Il Volto del Cambiamento Climatico”, “Effetti e Soluzioni”, “Serata corti: Arte e Sperimentazione sulla Crisi Climatica” e, infine, “Rinnovare la Narrativa”. Inoltre prevediamo un dibattito con due registi presenti il 29 gennaio, cioè alla serata dedicata ai corti: Francesco Clerici (co-autore di The Ice Builders) e Alberto Molinari (uno dei registi di The Good Story) racconteranno al pubblico come sono nati i loro corti e qual è la loro visione sul rapporto tra cinema e cambiamento climatico».
Il programma della rassegna prevede il 15 gennaio la proiezione del film Siccità di Paolo Virzì, ambientato in una Roma sconvolta da tre anni di siccità. Il 22 gennaio, invece, sarà proiettato il documentario Apocalypse Plan B di Caitlin Starowicz e Mark Starowicz. Un’analisi approfondita su due approcci contrapposti per combattere il cambiamento climatico: la geoingegneria e la rigenerazione naturale. Il 29 gennaio sarà la serata dedicata ai cortometraggi e infine il 5 febbraio la rassegna si chiuderà con il film Captain Fantastic di Matt Ross. Una riflessione su natura e società attraverso la storia di una famiglia che vive isolata nei boschi, costretta poi a confrontarsi con il materialismo della società moderna. Tutte le proiezioni sono previste alle 20.30.
Questa rassegna è il primo appuntamento del 2025 proposto dal festival L’Uomo e il Clima che proseguirà in febbraio con l’inaugurazione di altre due mostre, una alla galleria Repetto, e in questo caso saranno gli artisti a raccontare il rapporto dell’uomo con l’ambiente e il clima. La seconda invece abiterà gli spazi del Museo di storia naturale di Lugano ed è organizzata in collaborazione col Museo di storia naturale di Milano. Intitolata La mano del Clima e la mano dell’Uomo darà voce agli animali e racconterà di come, alle nostre latitudini, si è passati da una fauna tipica dei climi temperati con leoni, ippopotami e rinoceronti a una fauna glaciale con i mammut a quella che conosciamo oggi.