Burkhardt Marcel/BirdLife Svizzera

Il pettirosso, uno sfrontato dal canto melodioso

by Claudia

In occasione del venticinquesimo anniversario dell’Uccello dell’anno, BirdLife Svizzera ha indetto un sondaggio presso la popolazione svizzera per la scelta di quale volatile dovesse rappresentare il 2025. A larga maggioranza il prescelto è il pettirosso, un uccellino canoro passeriforme della famiglia dei Muscicapidae molto comune in Europa, i cui esemplari vivono soprattutto nei boschi di conifere, ma non è raro incontrarne in altri habitat, anche urbani, magari nascosti tra le chiome di alberi e siepi o tra le foglie di edera nei nostri giardini.

Piccolo, colorato, con un carattere vivace e un canto melodioso, questo volatile è simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno. Forse per questo ha da sempre emozionato l’uomo che ne ha tessuto alcune leggende, una delle quali, fra le più antiche, viene dalla mitologia celtica.

Piccolo, colorato, dal temperamento vivace, il pettirosso è simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno

Per i popoli del nord il pettirosso era infatti uno dei simboli del dio Thor, portatore di nuvole e tempesta. Altre tradizioni popolari cercano di spiegare il suo piumaggio particolare con una nota leggenda cristiana secondo la quale i pettirossi erano originariamente tutti grigi, da capo a coda: si narra di un pettirosso che si trovava sul Golgota e vedendo un uomo crocifisso cercò di liberarlo dalla corona di spine che portava in testa. Nel farlo si macchiò il petto con il suo sangue. Per ringraziarlo, Gesù Cristo decise di lasciargli quel segno rosso così che tutti potessero riconoscere da lontano quella creatura così generosa. Da quel giorno, sempre secondo la leggenda, il pettirosso ha assunto il colore che tutti conosciamo. E Birdlife sottolina come proprio «con il suo petto arancione, il corpo paffuto e gli occhi scuri, il pettirosso sia facilmente riconoscibile, conquistando rapidamente il cuore delle persone con il suo atteggiamento spesso curioso e confidente».

È un compagno familiare dal canto melodioso, descritto come «frizzante» ma anche un po’ malinconico, con cui ci delizia costantemente. Infatti, lo possiamo ascoltare anche in autunno e nelle giornate invernali soleggiate: «Nei centri abitati, il piccolo batuffolo di piume ci accompagna spesso per tutto l’anno». Ma forse non tutti sanno che solo una piccola parte dei «nostri» pettirossi rimane da noi in inverno, mentre la maggior parte si dirige verso il Mediterraneo: «Altri pettirossi, invece, migrano in Svizzera da regioni più settentrionali e svernano da noi. Nella maggior parte dei casi, quindi, gli individui estivi e quelli invernali non sono gli stessi».

Cosa curiosa che gli esperti e gli ornitologi sottolineano è che, diversamente da quanto si possa immaginare, il pettirosso è un uccello tutt’altro che mansueto e, in realtà, è noto come un volatile «solitario e in continuo movimento» che dimostra la sua indole aggressiva verso i propri simili di cui non ama la vicinanza. Questo, soprattutto nella stagione dell’accoppiamento (ma pare anche in inverno), periodo durante il quale può arrivare a ingaggiare lotte definite «sanguinose» con i rivali nel corteggiamento delle femmine. È proprio il caso di dire che il pettirosso abbia un carattere temerario celato sotto insospettabili vesti con la complicità del suo canto melodioso. «Nonostante le sue piccole dimensioni e il suo aspetto grazioso, esso ha un carattere per nulla mansueto ma si rivela spavaldo, sfrontato, combattivo e territoriale».

La conferma giunge pure dall’accurata ed esaustiva descrizione del profilo del pettirosso da parte di Tatiana Maselli, un’erborista appassionata di ornitologia della vicina Penisola: «Malgrado la sua indole riservata e solitaria, il pettirosso ha sviluppato una certa confidenza nei confronti dell’uomo perché ha imparato che, grazie ad esso, può procacciarsi cibo in modo semplice». Anche BirdLife indica che, per favorire la presenza in giardino di questi uccelli, la cui vita media è di 3-4 anni, «l’ideale è avere siepi fitte con un denso sottobosco o arbusti spinosi che offrono siti di nidificazione e proteggono anche dai gatti. In autunno sono molto apprezzati gli arbusti con bacche come sambuco, sorbo degli uccellatori o biancospino: piante che deliziano anche l’essere umano con i loro colori autunnali e, in alcuni casi, con le loro bacche commestibili». Per favorire non solo il pettirosso, ma anche molti altri uccelli e insetti utili all’ecosistema, è bene predisporre in giardino queste «strutture naturali» e piante indigene: «Arbusti e alberi autoctoni, prati naturali con un’ampia varietà di fiori spontanei, possibilmente per tutta la stagione, sono particolarmente importanti per gli insetti e per tutti gli animali che se ne nutrono. L’edera lasciata crescere contro il muro di casa o un albero morto in giardino offrono cibo e possibilità di nidificazione».

Per essere deliziati dal pettirosso, re del 2025, basterà inoltre lasciare sul terreno le foglie morte in autunno, o almeno farne un mucchio, offrendo riparo anche durante la stagione fredda: «Una gestione variegata del giardino, ad esempio alternando lo sfalcio di alcune aree o lasciandone altre in piedi più a lungo, crea un mosaico di superfici diverse». Tutti possiamo aiutare il pettirosso e molti altri uccelli del nostro giardino, è l’esortazione di BirdLife: «Basta creare angoli selvatici per la natura. Il pettirosso, e si spera altre specie, sarà così con noi per tutta la vita, giorno dopo giorno, tutto l’anno, raccontandoci col suo canto melodioso della splendida natura che si trova proprio fuori dalle nostre finestre».

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