Storica fotografia che ritrae la fornace della famiglia Pellegrini a fine Ottocento, da sin.: Maria Pellegrini al pozzo, Brivio Pellegrini (detto Erminio) all’età di sei anni ca., Rindo Vassalli, Domenico Pellegrini e Davide Vassalli. (Per gentile concessione di Danilo Pellegrini, Sorengo)

Dal mattone all’arte, la nuova vita delle Fornaci

by Claudia

Edifici segnati dal tempo legati ad attività produttive scomparse, un brand che ne indica la rinascita, un cantiere e ora la visione di un comparto restaurato quasi pronto per accogliere la lavorazione della ceramica quale forma d’arte ai più alti livelli. Attraversando il nucleo di Riva San Vitale negli ultimi cinque anni si è potuto seguire questa evoluzione del Comparto Fornaci, dove nell’Ottocento ferveva l’attività di produzione di coppi e mattoni sfruttando la vicina presenza di due cave d’argilla. Il progetto di recupero ha una lunga storia ed è caratterizzato dalla volontà del Comune, con il sostegno dell’Ente Regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio e del Cantone, di valorizzare questa peculiarità del nucleo dove si contano ben sei fornaci. Nel 2021 l’acquisto degli edifici di proprietà della famiglia Pellegrini ha permesso al Comune di concretizzare l’iniziativa che sta ora giungendo al termine dell’intervento di ristrutturazione per poi lasciare spazio a contenuti di natura artistica, formativa, culturale e sociale. Il compito di elaborare questi concetti spetta alla Fondazione Le Fornaci di Riva San Vitale, costituita dal Comune l’anno scorso. L’inaugurazione è prevista a fine estate.

Il progetto di recupero riguarda tre edifici nel nucleo di Riva San Vitale, ma è destinato a suscitare un interesse più ampio, esteso a livello nazionale e internazionale. Uno dei due nuovi forni a gas permetterà infatti di cuocere oggetti di grandi dimensioni, ciò che rappresenta una novità per il Ticino. Inoltre, grazie alle competenze e alla rete di contatti dei membri della Fondazione, sarà possibile coinvolgere partner importanti provenienti dalla regione, che vanta una propria tradizione nel campo artistico della ceramica, come pure da oltre i confini cantonali e nazionali. Agli artisti e agli enti interessati a collaborare si potranno offrire due forni professionali, un atelier con torni e tavoli da lavoro nell’ex essiccatoio, oltre a spazi interni ed esterni adatti a esposizioni e ad altri tipi di eventi pubblici.

Il restauro conservativo e il pozzo ritrovato

È all’architetto Enrico Sassi – nostra guida nella visita al complesso cantiere – che si deve la nuova concezione del Comparto Fornaci. Specializzato nelle ristrutturazioni, venne contattato per questa iniziativa dall’Ente Regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio già nel 2011. L’idea iniziale interessava un’area di maggiori dimensioni comprendente più fornaci. Riguardo all’attuale progetto, l’architetto evidenzia innanzitutto il lavoro compiuto in tandem con l’ingegnere Giorgio Galfetti. Quest’ultimo, per salvare le strutture esistenti, in particolare quelle dell’essiccatoio, ha appositamente ideato diversi tipi di supporti in metallo chiamati a svolgere la funzione di sostegno che i vecchi muri non sono più in grado di assicurare. I pilastri, in origine privi di fondamenta, hanno avuto bisogno di sottomurazioni sempre per una questione di stabilità. «C’è stato fra noi un intenso scambio di schizzi disegnati a mano – precisa l’architetto Sassi – per permettere un restauro il più conservativo possibile. Dei tre edifici – fornace, essiccatoio, garage annesso alla fornace – solo quest’ultimo è stato abbattuto poiché più recente e privo di valore architettonico». La sua demolizione ha però portato alla luce un pozzo ben conservato, profondo 2,8 metri e contenente acqua del lago utilizzata in passato per lavorare l’argilla. Per mantenerlo visibile è stato necessario rivedere i piani della Casa dei forni (che sorge al posto del garage) e inoltrare una nuova Domanda di costruzione. Questo iter si è per fortuna risolto senza intoppi. Il nuovo edificio ha due piccole ciminiere ottagonali (i camini dei forni) su un terrazzo fruibile. Ciminiere e muri sono rivestiti con pezzi di coppi e mattoni rinvenuti sul posto. Uno dei principi di questo intervento è infatti il riutilizzo del materiale laterizio esistente». I locali della vecchia fornace potranno svolgere più funzioni, da sala didattica a spazi espositivi e sociali.

Da rilevare, ancora, che negli stabili storici le parti vecchie e quelle nuove sono entrambe visibili, sia a livello di muri e sostegni metallici, sia per quanto concerne la carpenteria con travi ripulite e precedenti riparazioni ancora distinguibili. Un’attenzione per i dettagli da attribuire al progettista che da parte sua menziona però anche l’accurato lavoro svolto dalle maestranze.

Un progetto che coinvolge anche la popolazione

«Il potenziale di questo progetto è molto elevato», afferma da parte sua il municipale Noris Guarisco, responsabile del Dicastero Cultura, sport e tempo libero, culto (chiesa). «Dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale del credito di 3,8 milioni di franchi per la ristrutturazione degli stabili, ci siamo subito chinati sulla questione della visibilità per tenere vivo l’interesse del pubblico durante i lavori. Abbiamo quindi promosso la nascita del sito internet (www.fornaci.ch) unitamente a un brand che accompagna ogni attività legata alle Fornaci. Durante questi anni sono stati organizzati incontri e porte aperte per informare regolarmente la popolazione».

«A livello di gestione delle nuove strutture – prosegue Guarisco – nel 2024 il Municipio ha deciso di costituire la Fondazione Le Fornaci di Riva San Vitale con il compito di promuovere in questi spazi produzioni artistiche e attività culturali volte all’eccellenza. Contiamo pure sull’affetto manifestato dalla popolazione affinché partecipi attivamente alla rinascita delle Fornaci. L’acquisizione da parte del Comune della vicina casa Gorla – ristrutturata dai precedenti proprietari e ora in locazione – rappresenta un’ulteriore premessa per lo sviluppo del Comparto».

Sviluppo che può ad esempio passare da una collaborazione con le Città della Ceramica e gli artigiani locali. Lorenza Capponi, segretaria comunale e persona di collegamento con la Fondazione, precisa che «al momento si sta cercando di far conoscere il progetto delle Fornaci presso enti che operano nello stesso ambito in Svizzera e nella vicina Italia, ma soprattutto a livello di scuole cantonali, da quelle dell’obbligo a quelle professionali fino a SUPSI E USI». La lavorazione dell’argilla e la sua importanza nella storia di Riva San Vitale sono già un tema anche per l’Istituto scolastico comunale. Sempre Lorenza Capponi: «L’Istituto ha promosso durante questo anno scolastico un progetto che verte sulla storia della lavorazione dell’argilla a Riva San Vitale e sulla realizzazione di piccoli oggetti. Gli sarà sicuramente dato spazio nell’ambito dell’avvio dell’attività alle Fornaci».

Una storia di famiglia

La storia di questo progetto è strettamente legata a quella della famiglia Pellegrini che nel 2021 ha venduto al Comune i tre edifici interessati dalla ristrutturazione. L’erede Danilo Pellegrini conserva l’archivio di famiglia, composto da documenti, fotografie, pagine di diario, istrumenti di compra e vendita e oggetti. In un’immagine risalente al 1899 sono identificabili i suoi bisnonni e suo nonno (bambino) negli spazi esterni; la bisnonna è al pozzo che è stato rinvenuto durante la demolizione del garage. «L’archivio – spiega Danilo Pellegrini – comprende sette libri delle spese (entrate e uscite) con regolari annotazioni quotidiane dal lontano 21 aprile 1874 al 22 dicembre 1959. In questi quaderni sono pure riportati aneddoti della famiglia e avvenimenti significativi del paese. Nell’archivio non mancano attrezzi da lavoro e stampi, oltre a prodotti finiti con impresse tracce di zampe di animali domestici e di dita e mani di chi li ha realizzati». Sono tutte informazioni importanti sull’attività fornaciaia della famiglia Pellegrini che grazie ad Armida e a suo fratello Domenico (padre di Danilo), figli dell’ultimo fornaciaio, hanno potuto essere tramandate ai discendenti, così come gli edifici.

Fra qualche mese questi ultimi apriranno nuovamente le loro porte alla lavorazione dell’argilla anche se in forme e con scopi diversi rispetto al passato. Oggi si punta sull’arte e sul suo ruolo culturale, turistico ed economico nella società contemporanea.

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