John, interpretato da Peter Eggers e Mattias Nordkvist nei panni di Per Sjölund (Netflix)

Un noir dal freddo del Nord

by Claudia

Sono probabilmente le atmosfere, di un beige tendente al blu-petrolio a rendere accattivante questa serie sin dalla prima inquadratura. Oltre alla linearità delle forme, che va a braccetto con quella della narrazione, o alle luci degli interni che ben contrastano alcuni esterni mozzafiato. Non siamo a Stoccolma, né in qualche landa desolata del Paese scandinavo, ma a Lanköping, deliziosa cittadina del sud della Svezia, scossa all’improvviso dal doppio omicidio di un bambino e di una donna di mezza età – uno a pochi passi dall’altra – che nella vita non si erano mai incontrati. Il dolore e lo sconforto dei parenti delle vittime si manifesta senza mai caricare lo spettatore, grazie a quella sorta di dignitoso pragmatismo svedese che è diventato quasi un marchio di garanzia e di riconoscimento per una produzione recente – soprattutto letteraria – intensissima.

Basata su una storia vera, la serie La prova (The Breakthrough) di Lisa Siwe, ispirata al libro Genombrottet della giornalista Anna Bodin e del genealogista Per Sjölund, racconta un’inchiesta condotta da John (Peter Eggers) in cui anni e anni (sedici per l’esattezza) di indagini a tappeto non hanno portato ad alcuna risoluzione, trasformando la tragedia di due persone accoltellate di primo mattino, in un cold case. E tale sarebbe rimasto, questo misterioso caso (un po’ come quello di Olof Palme, si ricorda nella serie), se non fosse subentrata la scienza. Grazie al suo lavoro di ricerca certosina, che si avvale non solo di banche dati digitali, ma anche di vecchi archivi scritti con un inchiostro ormai stinto, il genealogista Sjölund (Mattias Nordkvist) riesce a risolvere il caso, sollevando però anche qualche lecito dubbio su quali siano i limiti di natura etica, quando si comincia a frugare non solo nel passato di altri, ma perfino nel loro DNA.

Fra i meriti di un lavoro che già si avvale di toni bassi, un ritmo lento, momenti di silenzio, l’inesistenza di colpi di scena e una recitazione decisamente intensa (soprattutto grazie ai primi piani), vi è sicuramente anche quello dei tempi. La prima stagione della Prova, infatti, dura solamente quattro puntate per poco più di due ore, che se guardate senza interruzione, è un po’ come quando eravamo abituati a guardare i film, e ancora non sapevamo che un giorno ci saremmo assoggettati a ore e ore di serie contrappuntate da continui flashback e diluite su un numero sempre maggiore di puntate.

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